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Investire oggi in azioni conviene: vi dimostro il perché, proponendovi il mio portafoglio

La Community di Advise Only, il social network per investitori e risparmiatori è partito da un po’ e anche io ho voluto realizzare e condividere il mio portafoglio di investimento.

Si tratta di un portafoglio composto al 100% di azioni, e molti amici, quando l’hanno visto, mi hanno posto le seguenti domande: ma sei matto? E se anche i prossimi anni si rivelassero come i passati 12 anni per i mercati azionari?

La risposta è che, a mio modesto parere, per colui che investe in azioni gli ultimi 12 sono stati anni estremamente facili, almeno per quanto riguarda la possibilità di “battere” (far meglio) gli indici azionari. Quest’ultimo punto è stato spiegato in dettaglio nell’articolo “The lost decade”, sempre su questo blog. In sintesi, i mercati azionari negli anni dal 2000 al 2010 sono stati teatro di due drammatici incidenti:

  • lo scoppio della bolla sui titoli dei settori TMT (Telecom, Media e Telecomunicazioni) nel 2000
  • lo scoppio della bolla sui titoli del settore finanziario a partire dal 2007.

In entrambi i casi i due settori “problematici” pesavano per più di un terzo della capitalizzazione del mercato.

L’implicazione di ciò è che “battere” gli indici azionari sarebbe stato estremamente facile: se l’investitore avesse assegnato ai titoli tecnologici e ai titoli finanziari lo stesso peso assegnato ai titoli degli altri settori, avrebbe ottenuto una buona performance. Compresi i passati 12 anni.

Una critica che spesso mi viene rivolta quando espongo questa tesi è che, nel costruire un portafoglio “equi-pesato”, un investitore deve assegnare lo stesso peso alle big-cap (azioni a grande capitalizzazione) e alle small-cap (azioni a piccola capitalizzazione).

Per gli amanti delle sole big-cap vorrei allora suggerire un portafoglio fatto di titoli con elevati dividendi; le azioni con un elevato “dividend yield” negli ultimi 12 anni hanno avuto performance stellari e, come qualunque lettore potrà verificare, non si tratta di “small-caps”. In altri termini, in molti settori, le azioni che pagano dividendi elevati hanno sempre rappresentato un modo “facile” per battere gli indici di mercato.

Standard and Poor’s facilita ulteriormente l’investitore: ha infatti costruito un indice, lo S&P High Dividend Aristrocrats (si veda grafico), che raggruppa tutti i titoli di aziende con una politica di dividendi che non ha mai deluso l’investitore. Più in dettaglio, per diventare membro dell’indice, bisogna essere una società che ha seguito una politica di incremento dei dividendi ogni anno per almeno 20 anni consecutivi.

L’aspetto interessante è che le azioni ad alto dividendo, nell’ultimo decennio, si sono rivelate un buon investimento, non solo in termini “assoluti”, ma anche relativamente al tanto “blasonato” investimento obbligazionario (sia in titoli di Stato, sia in titoli “corporate”).

C’è quindi di che essere ottimisti per il prossimo decennio: se queste azioni hanno battuto le obbligazioni in un periodo nel quale i rendimenti obbligazionari erano molto più elevati di quelli odierni, che dire di una situazione, come quella attuale, di rendimenti obbligazionari prossimi allo zero nella maggior parte dei Paesi industrializzati?

Il portafoglio che vi propongo si chiama Mosca High DIV, lo trovate sulla Community accedendo a www.adviseonly.com;  esso è stato costruito selezionando alcuni titoli azionari ad alto dividendo nei mercati europei e statunitensi che presentano buoni fondamentali. Accanto a questi abbiamo identificato due ETF: il primo l’Ishares Msci Japan Monthly Eur Hedged, per poter avere un’esposizione al mercato Giapponese che, data la situazione di rendimenti obbligazionari praticamente nulli, presenta delle ottime valutazioni aziendali; il secondo Lyxor Etf Msci Ac Asia-Pacific Ex Japan vuole garantire all’investitore un’esposizione all’Asia, poichè in questo momento di vacche magre è una delle poche aree geografiche ad alto potenziale di crescita. Il tutto nell’ottica di “equipesatura” e della diversificazione.

Nulla vieta agli investitori di sostituire l’esposizione ai singoli titoli azionari con ETF ad alto dividendo del mercato Europeo e Statunitense (su Borsa italiana se ne possono trovare molti; il team di Advise Only ha di recente pubblicato una scheda tecnica sull’Spdr S&P Euro Dividend Aristocrats Etf  – la potete trovare accedendo al sito nella sezione Tutto Etf / Tutto Notizie).

Buona navigazione.

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