Lo scorso 9 maggio la Consob ha pubblicato la sua relazione annuale (vai alla relazione). Nella quale trovo sempre informazioni interessanti. Quest’anno, leggendola, mi è balzata agli occhi con particolare violenza la seguente affermazione:
“Nel 2010 l’esposizione delle famiglie italiane verso i prodotti strutturati è cresciuta, passando da 199,3 a 212,8 miliardi di euro (+10,2 per cento circa).”
E mi è subito venuto in mente il ritornello di una storica canzone di David Bowie: Scary monsters, super creeps (Mostri spaventosi, grandi brividi).
I mostri non sono stati vinti dalla crisi del 2008 e dalla successiva ondata di diffidenza e prudenza dei risparmiatori. I mostri sono tornati, e in forze. Degli strutturati se ne parla male da anni: qualunque consulente finanziario indipendente, promotore, giornalista o blogger dotato di un minimo di etica e professionalità vi direbbe di evitarli (almeno nella maggioranza dei casi). Ma evidentemente non se ne parla male abbastanza. E così gli intermediari collocano alla grande gli strutturati…
Stando alla Consob, il mercato degli strutturati è composto per il 65% di obbligazioni strutturate, per il 25% di polizze unit-linked e simili, per l’8% di certificati e per il resto di fondi strutturati.
Com’è possibile che ci sia questa crescita degli strutturati? Lo suggerisce la stessa Consob nella sua relazione: mancanza di vera consulenza. Basta dire che l’offerta di consulenza finanziaria dal 2007 al 2010 è addirittura diminuita, passando dal 10% all’8%. Infatti, l’industria della consulenza finanziaria (di qualunque tipo, dipendente e indipendente) tende a concentrarsi sui patrimoni d’elite, perché più remunerativi, e poco si occupa dei risparmiatori “meno cospicui”. E così il risparmiatore medio si ritrova spesso a bazzicare i soliti sportelli. Dove gli rifilano la solita roba. Robaccia, molto spesso.
Ora eseguo un piccolo esercizio, tipo “Flusso di coscienza”. Cioè provo a scrivere di getto le proprietà più comuni riscontrabili in uno strutturato. Vediamo un po’: meccanismi finanziari poco comprensibili, abnormi commissioni nascoste (soldi sottratti al vero investimento che finiscono nelle tasche di chi piazza il prodotto), illiquidità (cioè lo strutturato si vende difficilmente, specie con mercati in panico), rendimenti conseguiti spesso in linea, quando va bene, con comuni BTP e CCT (ma con rischi e costi assai superiori), protezione del capitale (bello questo, sì sì, finché non fallisce la società che l’ha emesso, oppure fanno default i titoli che costituiscono lo strutturato – ci torniamo su tra un attimo).
Vi pare logico comprare ‘sta roba? A me no. Sapete cosa vi dico? Ma piuttosto di comprare uno strutturato del genere, perché non orientare le proprie scelte d”investimento su un buon vecchio titolo di Stato??? Magari, se si ricerca un po” più di rendimento, condendo il tutto con qualche investimento azionario ben selezionato (ETF o azioni, oppure un fondo comune decente), sopportando ovviamente i relativi rischi aggiuntivi.
Qualcuno dirà: “E già, ma adesso i titoli di Stato sono a rischio di default.” Certo. Il punto è che gli strutturati, qualunque forma essi assumano, prevedono frequentemente tra i loro ingredienti titoli di Stato area Euro (e magari non sapete esattamente di quale Paese… magari investono in uno di quelli cagionevoli di salute). Quindi, piuttosto che comprare un’obbligazione o una polizza vita strutturata dagli ingredienti ignoti, commissioni salate e condizioni d’uscita capestro, con un rischio di default pari o superiore a quello di un titolo di Stato italiano (visto che c”è anche il rischio di chi emette lo strutturato), non è forse preferibile scegliersi direttamente un titolo di Stato? Ve lo selezionate in base alle vostre esigenze, spendendo pochi soldi di commissioni, con la sicurezza di poterlo vendere quando volete (considerate, come caso estremo, che le famigerate obbligazioni governative greche, pur avendo subito vari tracolli in termini di prezzo, si sono sempre mantenute liquide). E se volete una polizza vita ne comprate una semplice semplice, senza strani meccanismi finanziari impiantati nel corpo (con caricamenti, cioè costi, generalmente assai inferiori alle unit-linked).
Risparmiatori, fatevi un favore: dateci un taglio con gli strutturati.