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Abbiamo realizzato un’intervista. Se avrete ulteriori dubbi e perplessità potrete accedere alla Community Advise Only e chiedere direttamente agli amici di Finanza Operativa (l’accesso e la registrazione sono gratuiti).
AO: La politica economica giapponese, la cosiddetta Abenomics, sta riscuotente un grande successo. Perchè secondo voi?
FO: Forse perchè noi europei siamo stanchi della nostrana “austerity”, ci siamo quindi subito entusiasmati all’annuncio della politica di Abe: misure di stimolo all’economia che, abbinate all’iniezione di liquidità della Bank of Japan, mirano a far ripartire l’economia reale. Quanta invidia per il Vecchio Continente, ancorato ad una BCE che non può stampare moneta – ahinoi, ma forse anche no, visto l’uso prettamente finanziario che se ne fa dalle nostre parti – e che deve inventarsi fantasiose maniere di finanziare la ripresa, con scarse speranze di vedere risultati.
L’Abenomics invece è entusiasmante. Per Tokyo sembrava tutto rose e fiori e, dopo l’ultima ottimistica riunione della BoJ, gli analisti in qualche caso hanno rivisto al rialzo le stime per il Pil giapponese. Cresceva la voglia di investire nel Sol Levante nonostante l’indice azionario Nikkei – come, del resto, accade spesso – sembrasse discorde da tanto ottimismo e da qualche giorno lanciasse segnali di allarme. La Bank of Japan parla di ripresa dell’economia, ma sull’indice azionario il 29 luglio sono volati tre corvi neri che non preannunciano nulla di buono.
AO: Che cosa significa?
I tre corvi neri sono una figura dell’analisi tecnica che, generalmente, segnala una duratura inversione ribassista dei corsi. Specie se, come in questo caso, fa seguito a un trend rialzista ed è accompagnata da volumi in aumento. Bene i tre corvi neri sono apparsi nella nottata del 29 luglio. Allarme rosso, quindi, unito al fatto che il listino di Tokyo ha incrociato al ribasso le medie mobili a 21 e 50 sedute, ora rispettivamente a 14.372 e 13.933 punti. Se venisse violato il supporto statico di medio termine a quota 13.500 punti, l’indice potrebbe precipitare anche sotto i 12 mila punti, verso i minimi dello scorso aprile.
AO: Nonostante i tre corvi neri, negli ultimi giorni il paniere giapponese sembra essersi ripreso dallo scivolone, cosa succede?
FO: La ripresa è dovuta tanto alle parole del governatore della BoJ, Haruhiko Kuroda, che ha detto che il Paese è sulla retta via per mettere fine alla deflazione che lo attanaglia da 15 anni e quanto ai buoni dati sul fronte disoccupazione (al 3,9%, sotto la soglia del 4% attesa dagli analisti e in significativo miglioramento rispetto al 4,1% della rilevazione precedente).
La fiducia torna quindi a sorridere ai giapponesi, nonostante il governo stia valutando, a quanto si dice, un aumento delle tasse a beneficio del risanamento del deficit pubblico, mossa raccomandata dalla BoJ per evitare un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato che annullerebbe gli effetti della politica monetaria espansiva. Decisione, questa, che avrebbe determinato lo scossone del 29 luglio.
AO: Qual è la posizione di Finanza Operativa sul Giappone, quindi?
Secondo noi meglio lasciar stare l’indice di Tokyo, magari con qualche strumento per andare “short”. In mancanza di ETF di questo tipo nella Borsa di Milano si può ripiegare su certificati come questo: GB00B9D4SW97 o su covered warrant. Ad ogni modo se non si vogliono correre rischi per ora, meglio puntare su qualcos’altro.