Nel mondo degli investimenti si parla spesso di liquidità, azioni e obbligazioni, ma tra le principali asset class rientrano a pieno diritto anche le materie prime, comunemente chiamate commodities. Ne avete mai sentito parlare?
Nella grande famiglia delle materie prime rientrano i principali beni primari:
- i prodotti legati ad agricoltura ed allevamento, come frumento o bestiame;
- i prodotti energetici, quali petrolio e benzina;
- i metalli, ad esempio oro, argento e alluminio.
La principale caratteristica di questi beni è che il prodotto finale rimane sempre invariato, indipendentemente da chi lo produce. Infatti, prima che vengano lavorati, il grano, lo zucchero o l’oro hanno le stesse proprietà, indipendentemente da chi se li procura. In questo modo, le materie prime vengono immesse sul mercato con pochissime differenze. Ed ecco perché tipicamente, con il termine commodity s’intende qualsiasi bene: il produttore ha molte difficoltà a differenziare la propria produzione dalla massa ed il prezzo viene per lo più fissato dal mercato.
Come si fa ad investire in commodities?
Dal 2000 in poi, le materie prime sono diventate una vera asset class, destinata (anche) agli investimenti. Tra il 2002 ed il 2005 le masse in gestione di questo mercato sono passate da 15 a 150 miliardi di dollari USA. In una prima fase, la crescente “voglia di commodities” del mercato ha dato il via allo sviluppo degli indici sui contratti Futures, specialmente per soddisfare le esigenze degli investitori istituzionali.
Infatti, se non si è provvisti di ingenti capitali e di spaziosi magazzini, investire in commodities può diventare difficile: i contratti Futures hanno il grande vantaggio di ovviare a questo problema. Con i Futures su commodities le parti coinvolte (un compratore e venditore) si scambiano ad una data futura (delivery date) un ammontare prestabilito (generalmente in denaro, anche se talvolta è prevista la consegna fisica del bene), a uno specifico prezzo (delivery price).
Tuttavia, questi contratti hanno l’inconveniente di dover essere rinnovati alla scadenza (se si vuole): questo, oltre ad essere un costo, può essere una spiacevole spina nel fianco in termini di tempo per i piccoli investitori, per i quali l’accesso stesso al mercato dei Futures è un problema. La situazione si complica ancora di più se si decide d’investire contemporaneamente in più commodities.
Per fortuna, ad oggi, i piccoli risparmiatori possono soddisfare il loro desiderio di investire in materie prime grazie all’introduzione di veicoli d’investimento semplici, di gran lunga meno rigidi dei Futures, che replicano indici di commodities, come gli ETF o gli ETC.
Quali sono i benefici delle commodities?
In termini di portafoglio, le commodities possono offrire diversi benefici. Vediamoli insieme.
- Le commodities migliorano la diversificazione di portafoglio. Il principio base della diversificazione è che in un portafoglio gli investimenti non si devono muovere tutti nello stesso modo. La correlazione tra gli strumenti e le asset class aiuta a definire e individuare questa proprietà degli investimenti. Come evidenzia la tabella sottostante, negli ultimi dieci anni le commodities si sono mosse nella stessa direzione delle altre principali asset class (ad eccezione del dollaro), ma i movimenti non sono stati della stessa intensità. Inoltre, la correlazione, anche quando positiva, è bassa. Perciò, storicamente, investire in commodities ha aiutato a ridurre la volatilità e il rischio dei portafogli.
Correlazione asset class – ultimi 10 anni
- Le commodities aiutano a proteggere dall’inflazione e dagli aventi estremi. Storicamente le commodities, e in particolare l’oro, hanno offerto una buona copertura contro l’aumento dall’inflazione, specialmente all’avverarsi di eventi estremi.
Inflazione e rendimenti reali (corretti per l’inflazione) di azioni e obbligazioni internazionali (19 Paesi) e oro nel periodo 1900-2011. Elaborazione dell’autore su dati di fonte Dimson, E. et al., (2012), CSFB Global Investment Returns Yearbook 2012, CSFB/London Business School.
Insomma, ci sono buone ragioni per prendere in considerazione le commodities come investimento, specialmente ora che le valutazioni sembrano interessanti.
Luca / Febbraio 24, 2017
Le materie prime sono comunemente chiamate… materie prime.
Le chiamano commodity a Londra e New York, non certo a Milano.
Una volta i promotori e i bancari che volevano convincermi ad affidare loro i miei soldi, parlavano italiano e il tipo di investimento era subito chiaro. Non sempre conveniente, ma chiaro sì, almeno quello.
Oggi c’è un abuso dell’inglese che porta solo due “vantaggi”:
– Sciatteria: ho la sensazione che il proponente l’investimento “giochi” più che lavorare. Conosce le paroline di moda, cose così.
– Difficoltà anche solo a comprendere cosa ti stanno offrendo. E perché dovrei fare questo sforzo?
Auguri a UBS per il “track record del team”… Sappiamo tutti (quelli che hanno i capelli grigi) quanto rendono i fondi.
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