La maledizione estiva ha colpito ancora.
Nell’ultimo mese le Borse hanno subìto una brusca frenata, gli spread sono tornati a salire e gli investitori hanno dovuto fare i conti con una improvvisa volatilità, alzando nuovamente il livello di guardia.
Cosa è successo?
La complessità dei mercati finanziari è tale da obbligarci a tenere i piedi per terra, evitando la tentazione di trovare giustificazioni a posteriori per qualunque colpo di tosse del mercato. Tuttavia, quest’estate l’analisi a posteriori ha un senso. Infatti, almeno in parte, si sono materializzati i rischi latenti che avevamo messo in evidenza un mese fa.
Rischi geopolitici
In Medio Oriente si è spezzato un equilibrio che è sempre stato fragile. Oltre alla guerra tra Israele e Hamas, il presidente Barack Obama ha deciso d’intervenire in Iraq con azioni mirate per fronteggiare l’ascesa del gruppo jihadista dell’Isis, senza dimenticare le crisi adiacenti che coinvolgono Libia, Siria, Afghanistan. In Europa, tra Occidente e Russia è incominciata una battaglia a suon di sanzioni e dazi commerciali che ha già avuto ripercussioni sull’economia, senza nessuna visibilità sulla fine del conflitto. In America Latina, l’Argentina è di nuovo in default, e per il momento non ha alcuna intenzione di trovare un accordo con gli hedge fund che hanno vinto la battaglia legale. Vediamo a colpo d’occhio la situazione nell’infografica.
Cambio di politica monetaria
Mentre per la BCE si prepara ad offrire denaro a tassi agevolati per stimolare il credito, si avvicina per la Fed il momento di abbandonare il QE (fine ottobre), intervenendo eventualmente sui tassi d’interesse. Per il momento il mercato anticipa un aumento di 25 punti base non prima di giugno/luglio 2015, ma se il mercato del lavoro continuerà a sorprendere in positivo, il graduale aumento dei tassi d’interesse potrebbe avvenire prima.
La fragilità della zona euro
Il salvataggio della banca portoghese Banco Espirito Santo e i dati deludenti del PIL italiano hanno fatto uscire un po’ di polvere da sotto il tappeto. La crescita economica è inferiore alle attese e, nonostante il clima finanziario favorevole, la zona euro rimane sensibile ai cambi d’umore degli investitori, che si aspettano maggiori sforzi sul piano politico ed economico. I problemi strutturali dell’eurozona rimangono in agguato.
Cosa fare con i propri investimenti?
Fino a questo momento sono stati penalizzati i mercati azionari, in particolare quelli dei Paesi Periferici della zona euro. Al contrario hanno tenuto piuttosto bene le azioni USA e quelle dei Paesi Emergenti.
Sul fronte delle obbligazioni, gli spread si sono allargati un po’, ma i rendimenti obbligazionari rimangono ancorati a livelli storicamente bassi e ben al di sotto delle soglie di un anno fa.
Il recente storno dei mercati finanziari sembra avere più a che fare con un aggiustamento delle aspettative riguardo la crescita della zona euro, accompagnato dalla naturale tendenza a incassare le plusvalenze generatesi nel primo semestre dell’anno. Non riteniamo si tratti di un cambio netto di percezione del rischio (de-rating, o risk-off).
Per questa ragione, per noi di Advise Only lo scenario di fondo non è cambiato in modo sensibile rispetto al mese scorso: l’economia mondiale rimane fragile ma in miglioramento, con un clima finanziario favorevole e rischi sistemici sotto controllo. In questo scenario “centrale”, le azioni hanno più potenziale delle obbligazioni, benché esse, in larga parte del mondo sviluppato, siano a fair value, cioè presentino dei prezzi sostanzialmente in linea con i fondamentali economici e finanziari.
Pertanto, mai come ora è importante una buona asset allocation, con il giusto grado di diversificazione dei rischi. I nostri portafogli sono coerenti con l’attuale profilo di rischio/rendimento delle varie asset class.
Scarica gratis la nostra asset allocation e scopri i portafogli tematici (come ad esempio Obiettivo 2033) creati da Advise Only o da utenti professionali su www.adviseonly.com.