La settimana prossima (dal lunedì 15 a giovedì 18 aprile) il Tesoro emetterà per la quarta volta un nuovo BTP Italia, ovvero il “BTP per le famiglie”, strumento studiato appositamente per gli investitori al dettaglio, quindi investitori come voi. In generale, si tratta di un BTP con scadenza a 4 anni, cedola semestrale, indicizzato all’inflazione italiana.
Nelle tre emissioni precedenti i BTP Italia hanno raccolto oltre 27 miliardi di euro, così suddivisi:
- 7,3 miliardi di euro prima emissione di marzo 2012,
- 1,7 miliardi di euro giugno 2012,
- 18 miliardi di euro ottobre 2012.
Anche per questa nuova emissione, la prima delle due annunciate nel corso del 2013, il BTP Italia manterrà le stesse caratteristiche finanziarie ad eccezione delle modalità di collocamento. La dottoressa Cannata, direttore generale Debito Pubblico, ha dichiarato:
“L’unica piccola novità è che ci riserviamo di chiudere prima l’emissione se si verificasse una domanda a valanga come nell’ottobre scorso.”
Ci sembra quindi utile riassumere velocemente le caratteristiche del prodotto:
Caratteristiche
il titolo ha scadenza 4 anni, cedola semestrale, ed è indicizzato all’inflazione italiana. Il taglio minimo è 1.000 euro, il prezzo di emissione è 100, mentre la cedola verrà stabilita al termine del collocamento, previa fissazione di un rendimento reale (cioè al netto dell’inflazione) minimo che verrà comunicato sul sito del Tesoro venerdì 12 aprile.
Come acquistarlo
Gli investitori potranno acquistare il BTP Italia:
- tramite la banca (indipendentemente dal fatto che sia aderente o meno al MOT) dov’è detenuto il deposito titoli;
- prenotandosi tramite il proprio home banking, se vi hanno collegato un deposito titoli, oppure…
- prenotandolo direttamente allo sportello bancario;
- tramite gli uffici postali.
Il titolo sarà negoziato sul mercato MOT di Borsa Italiana.
Chiusura del collocamento sul MOT
La chiusura è stata stabilita il giorno 18 aprile 2013 alle 17:30, salvo chiusura anticipata. In quest’ultimo caso la comunicazione dovrà aver luogo non prima delle ore 1:.30 del secondo giorno di collocamento, vale a dire il 16 aprile 2013. Nei giorni successivi al 16 di aprile, la chiusura anticipata potrà avvenire a discrezione del Tesoro e non prima delle ore 13:30. La comunicazione di chiusura anticipata sarà contestuale da parte del Tesoro e di Borsa Italiana.
Successivamente alla chiusura del collocamento con decreto verrà fissato il tasso cedolare (reale) annuo definitivo ed il quantitativo in emissione sulla base degli ordini di acquisto durante il periodo di collocamento sul MOT.
Commissioni
Il BTP Italia non presenta commissioni all’acquisto per i risparmiatori, mentre il Tesoro corrisponderà agli intermediari il 3 per mille sugli ordini raccolti.
Successivamente gli intermediari (cioè le banche) applicheranno agli scambi sul mercato secondario le loro commissioni standard, che potranno variare istituto a istituto.
Tassazione
La tassazione prevista per il BTP Italia è il 12,50%, la stessa applicata altri titoli di Stato.
Premio Fedeltà
Il Tesoro corrisponderà un “premio fedeltà” pari al 4 per mille lordo sul valore dell’investimento a chi comprerà il BTP Italia il giorno del collocamento e lo deterrà (senza venderlo) fino a scadenza (22 aprile 2017).
Il Tesoro ha chiesto alle banche collocatrici di assicurarne la liquidità sul MOT– il mercato Telematico delle Obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana.
Quello che sembra suggerire la piccola innovazione di questa emissione è evitare ciò che è successo l’ultima volta: emettere tanto e pagare troppo. Sempre la dottoressa Cannata dice:
“ […] per quest’anno 18 miliardi per singola emissione sarebbero troppi, quindi lo interromperemmo prima, anche perché il 2017 è molto carico di scadenze.”
Conviene comprarlo?
Il titolo è pensato per piccoli risparmiatori e famiglie e per chi desidera un investimento protetto dalla potenziale erosione del potere d’acquisto dovuto all’inflazione. Il BTP Italia non offre un gran rendimento ma, in una visione di diversificazione del rischio di portafoglio, aiuta a proteggere contro un maggior tasso d’inflazione in futuro (come nel caso estremo di un’ uscita dell’Italia dall’euro), fornendo comunque un rendimento decente. In conclusione, la risposta alla domanda è sì.
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Gianni / Aprile 9, 2013
Come si fa a suggerire il BTP Italia come ottimo investimento in caso di uscita dell’Ialia dall’Euro per me rimarrà un mistero.
Ammesso che si possa prevedere cosa possa accadere in caso di uscita di un paese dall’Euro mi chiedo innanzitutto se l’Italia esce dall’Euro come possa restituire il debito in Euro. Quindi o ristruttura tagliando fi brutto anche il BTP Italia, o converte il debito in NUOVA LIRA e poi la svaluta di brutto che equivale ad una ristrutturazione.
Pure io penso che il BTP Italia sia un ottimo investimento, ma il peggiore possibile nell’ottica di un Italia che esca dall’Euro.
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Pasquale Rossi / Aprile 10, 2013
COMMENTO [2]
Quale dovrebbe essere il tasso di cambio (ovvero il tasso di conversione) alla data dell’uscita?
Gli studi concordano sul fatto che si uscirà con un tasso di conversione pari a uno, un euro per una nuova lira. Questo cosa significa? Che chi possiede un Btp per 1000 euro che sia cittadino italiano o di un altro Paese, si troverà un Btp per 1000 nuove lire e la cedola semestrale sarà corrisposta in nuove lire. Come detto dal punto di vista legale è perfettamente possibile!Lo Stato quindi continuerà a rispettare le proprie obbligazioni senza fare bancarotta (esplosione Debito pubblico/PIL) .
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Pasquale Rossi / Aprile 10, 2013
COMMENTO [3]
Ritornando quindi al BTP Italia un risparmiatore che lo possiede in portafoglio nel caso di uscita dell’Italia dell’euro essendo quello sopra descritto uno scenario plausibile, non dovrebbe preoccuparsi di una bancarotta dello Stato Italiano. Inoltre,perché è utile proteggersi dall’inflazione? semplice nel caso di uscita dell’Italia dell’euro alcuni studi come quello di Goldfajn e Werlang 2000, Bottle 2012 stimano che a distanza di un anno dalla svalutazione a seguito dell’uscita, l’inflazione aggiuntiva è collocabile in una forchetta tra il 5.5% e il 9%. Ovviamente Gianni è sempre valida la “Teoria della stupidità” di Carlo M. Cipolla umana che spero i nostri governanti non applicchino! Quindi se prevedi un’esplosione dell’eurozona guarda il nostro portafoglio EuroTsunami. Lo scenario sopra descritto è secondo me e numerosi studi molto plausibile. Questo lo dico per rassicurare i risparmiatori terrorizzati.
Come dicevo all’inizio Gianni c’è sempre un alternativa! Okkio all’informazione distorta, Jack Sparrow ne sa qualcosa 🙂 !
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Pasquale Rossi / Aprile 10, 2013
Come la quasi totalità dei debiti pubblici europei anche il debito italiano è sottoposto alla Lex monetae.
Che cos’è la Lex monetae?
E’ un principio in base al quale uno Stato sovrano (è il caso dell’Italia) sceglie liberamente quale valuta utilizzare. Segue che i contratti regolati dal diritto nazionale possono essere semplicemente riconvertiti nella nuova unità di conto, senza che alcuna delle parti contraenti possa eccepire questa conversione come motivo di recesso dalle obbligazioni contrattuali. Le conseguenze pratiche di questo principio sono disciplinate dagli articoli 1277, 1278 e 1281 del Codice Civile (per brevità non riporto gli articoli ma se ti interessato fammi sapere). In particolare l’art. 1281 sono leggi speciali in deroga ai precedenti articoli. Nel caso di uscita dell’Italia dall’euro in base all’art. 1278 lo Stato dovrà prevedere, se non vuole condannare al’insolvenza una intera nazione che: i rapporti di debito e di credito in euro disciplinati dal Codice Civile saranno regolati in nuove lire al cambio previsto alla data dell’uscita, e non a quella della scadenza del pagamento (che potrebbe risultare svalutato).
Quale dovrebbe essere il tasso di cambio (ovvero il tasso di conversione) alla data dell’uscita?
Gli studi concordano sul fatto che si uscirà con un tasso di conversione pari a uno, un euro per una nuova lira. Questo cosa significa? Che chi possiede un Btp per 1000 euro che sia cittadino italiano o di un altro Paese, si troverà un Btp per 1000 nuove lire e la cedola semestrale sarà corrisposta in nuove lire. Come detto dal punto di vista legale è perfettamente possibile!Lo Stato quindi continuerà a rispettare le proprie obbligazioni senza fare bancarotta (esplosione Debito pubblico/PIL) .
Ritornando quindi al BTP Italia un risparmiatore che lo possiede in portafoglio nel caso di uscita dell’Italia dell’euro essendo quello sopra descritto uno scenario plausibile, non dovrebbe preoccuparsi di una bancarotta dello Stato Italiano. Inoltre, perché è utile proteggersi dall’inflazione?
Semplice nel caso di uscita dell’Italia dell’euro alcuni studi come quello di Goldfajn e Werlang 2000, Bottle 2012 stimano che a distanza di un anno dalla svalutazione a seguito dell’uscita, l’inflazione aggiuntiva è collocabile in una forchetta tra il 5.5% e il 9%.
Ovviamente Gianni è sempre valida la “Teoria della stupidità” di Carlo M. Cipolla umana che spero i nostri governanti non applicchino! Quindi se prevedi un’esplosione dell’eurozona guarda il nostro portafoglio EuroTsunami. Lo scenario sopra descritto è secondo me e numerosi studi molto plausibile. Questo lo dico per rassicurare i risparmiatori terrorizzati.
Come dicevo all’inizio Gianni c’è sempre un alternativa! Okkio all’informazione distorta, Jack Sparrow ne sa qualcosa 🙂 !
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Gino / Aprile 10, 2013
La Lex Monetae dica in legalese quello che vuole. Vedrete che se avete dei BTP
Italia e usciamo dall’Euro non li vedete più indietro. Oppure li vedete indietro
in nuove lire che partono con il cambio 1 a 1 ma che diventa di 1 a 3 o peggio
nell’arco di una settimana, mentre i conti correnti sono congelati. Argentina
docet. Invito tutti a cercare ‘Coralito’ su wikepedia per farsi un’idea di cosa
possa significare. Le aste future di BTP inoltre andrebbero probabilmente
deserte per un pezzo quindi non si potrebbe nemmeno pagare il vecchio debito con
il nuovo.
Non x nulla il portafoglio Euro Tsunami che citi, e che non
parla la Lex Monetae, non ha il becco di un BTP in portafoglio a differenza dei
suoi parenti Intermedio ed Euro Ok.
Trovo rivoltante certi siti che fanno
terrorismo (tipo ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.it) sui BTP paventando
lacrime e sangue per poi suggerire ai poveri disgraziati che ci credono di
portare i soldi in svizzera in qualche banca con magari mega commissioni. Ma non
trovo giusto nemmeno che si dica che i BTP Italia vanno benissimo per proteggere
il portafoglio in caso di Euro doom.
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Pasquale Rossi / Aprile 10, 2013
Gino se vuoi fare con me cattiva informazione non attacca :). Ti invito a seguire il ragionamento ad ogni modo che farò rispondendo a quanto tu scrivi. Applicando la Lex Monetae e il codice civile italiano lo Stato convertirà crediti e debiti al rapporto di cambio al momento del changeover (secondo gli studi 1:1). Perchè lo Stato si occuperà della conversione interna? semplicemente perchè le obbligazioni giuridiche rette dal diritto nazionale sono gestite nei tribunali e quindi dallo Stato. Continuando il ragionamento iniziato anche nei precedenti commenti.. Il tasso di conversione interna, il primo giorno di uscita, coinciderà con la conversione esterna cioè tasso di cambio uno ad uno. Poi succederà quello che dici cioè che il cambio fluttuerà semplicemente perchè il rialliniamento del cambio è gestito dalla domanda ed offerta di valuta sul mercato.
Perchè i conti corrente verrebbero congelati? e perchè le aste future andrebbero deserte?La svalutazione non soltanto è uno strumento più efficace per tornare a crescere ma poi avremmo una banca centrale di pendente che stampa moneta.. A proposito di congelamento vogliamo parlare di Cipro!
Perchè parlando di Lex Monetae porti l’esempio dell’Argentina? Secondo me l’Argentina non docet in questo caso! Il debito pubblico di Paesi come l’Argentina, la Russia è esploso in rapporto al PIL perchè gran parte denominato in dollari e regolato da norme di diritto anglosassone. Detto questo io credo sia giusto parlare delle possibili alternative se quella attuale ci sta distruggendo e non la si vuole più di tanto modificare però senza essere catastrofisti se le alternative ci sono!
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Gianni / Aprile 10, 2013
L’esempio dell’Argentina riguardava cosa accade in caso di default. Ovvero quello che succederà all’Italia se decide di uscire dall’Euro. Il congelamento dei c/c sarà immediato per evitare che la gente assalti gli sportelli per prelevare euro. Voglio vedere alle nuove aste di BTP in NUOVA LIRE quanti saranno gli investitori disposti a comprarli. Nessuno, ergo default.
Se accadesse tutto questo puoi sempre proverare cmq di farti dare indietro i soldi dei BTP Italia facendo appello alla Lex Monetae. Con i tempi della giustizia in Italia forse dopo 30 anni te li danno indietro con l’inflazione che nel fratempo ci sarà stata ti potrai comprare un cafè usando 1000 euro di BTP Italia.
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Pasquale Rossi / Aprile 11, 2013
Gianni sei in contatto con Gino? Ad ogni modo ti faccio notare che il pensiero oscuro non è un pensiero di questo mondo! comunque beato te…..
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Gino / Aprile 11, 2013
No scusami sono sempre lo stesso in tutti i commenti, ho solo sbagliato a scrivere il nome perché sto DISQUS mi incasina.
Cos’è il pensiero oscuro? Una nuova variabile statistica? 🙂
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Pasquale Rossi / Aprile 10, 2013
Ciao Gianni grazie per aver esposto i tuoi dubbi perché mi permetti di riportare altri scenari molto plausibili che l’informazione distorta non menziona ma che invece esistono perché sai c’è sempre un’alternativa!
Argomenterò con un altro commento…
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Elisabetta Pontello / Aprile 12, 2013
Ciao Pasquale, volevo segnalarti un articolo molto interessante per i possibili scenari catastrofici per i detentori di titoli di stato italiani al link http://www.mazzieroresearch.com/effetto-sirtaki-sui-titoli-di-stato-italiani/
Io ero quasi tentata di prendere qualcosa, ma letto questo articolo mi vedo un po’ dubbiosa… Sarei curiosa di sentire la tua opinione a riguardo.
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Elisabetta Villa / Aprile 17, 2013
Ovviamente se si pensa ad un default dell’Italia occorre stare alla larga non solo dai BTP, ma dall’Euro e probabilmente anche dai titoli tedeschi. Il BTP italia è uno strumento interessante ovviamente se gl iinvestitori sono in grado/voglio di sopportare il rischio “Italia” .
C’è sempre il discorso imposta di bollo: per piccole somme il rendimento è divorato dalla tassa.
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Raffaele Zenti / Aprile 17, 2013
Questo dell’imposta di bollo è un cancro del piccolo risparmiatore. Mina la convenienza della maggioranza degli strumenti finanziari per i piccoli risparmiatori. E meno male che la Costituzione promuove il risparmio degli italiani. Questa è una gravissima stortura nella mostruosa normativa tributaria italiana che deve sparire.
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