Una cedola più alta man mano che il tempo passa e un “premio” finale collegato alla crescita del Pil. È la promessa che il Tesoro fa ai piccoli risparmiatori italiani con il nuovo Btp Futura, un’emissione decennale con scadenza il 14 luglio 2030, destinata esclusivamente agli investitori retail e volta a garantire al governo le risorse necessarie a finanziare le misure per uscire dall’emergenza sanitaria ed economica.
Ma come funziona?
Partiamo dal nome. Il nuovo Btp – in collocamento tra il 6 e il 10 luglio 2020 – si chiama “Futura” proprio perché scommette su un domani migliore per l’Italia: il “premio fedeltà”, riconosciuto a chi manterrà i titoli fino alla scadenza, varierà dall’1 al 3% dell’importo sottoscritto e sarà agganciato alla crescita economica che il Paese riuscirà a registrare durante tutta la vita dell’emissione.
Cedole crescenti
La struttura del nuovo Btp prevede inoltre un calcolo del rendimento fisso – come per tutti i titoli del Tesoro – ma un flusso per interessi che aumenterà anno dopo anno. Le cedole crescenti saranno tre e verranno comunicate il 3 luglio, a ridosso del collocamento. La prima, che durerà quattro anni, sarà definitiva, mentre le ultime due (tre anni ciascuna) potrebbero essere riviste, ma solo al rialzo, alla fine del collocamento. La struttura del Btp Futura assomiglia a quella dei “vecchi” Buoni fruttiferi postali, con un paio di differenze significative.
La similitudine principale riguarda la struttura cedolare, che prevede rendimenti crescenti nel tempo sia per il Btp Futura sia per tutte le emissioni di Buoni fruttiferi postali, su diversi orizzonti temporali.
Quanto alle differenze, la prima riguarda la possibilità di uscire dall’investimento: nel caso dei Buoni postali è sempre possibile, ottenendo il rimborso del valore nominale dell’investimento (quindi il capitale impiegato), al netto degli oneri fiscali e comprensivo degli eventuali interessi. Nel caso del Btp Futura invece, si può sempre vendere prima della scadenza naturale del titolo, ma con il rischio di monetizzare potenziali perdite in conto capitale, se sul mercato il prezzo dell’obbligazione è inferiore a quello di emissione – come succede del resto per tutti i titoli di Stato quotati. Un’altra differenza importante riguarda i tassi di interesse, che nel caso del Btp Futura saranno più alti, in ragione del rischio maggiore che si corre rispetto ai Buoni postali.
Due esempi concreti
Per capire meglio il funzionamento delle cedole crescenti, riportiamo due esempi citati in un articolo del Corriere Economia: il primo è un titolo decennale della Banca Mondiale in dollari, con scadenza il 5 maggio 2027, ma con la possibilità di anticiparla al 5 maggio 2022. La cedola iniziale fu pari all’1,90%, quella finale è fissata al 2,80%. Un aumento graduale di 10 centesimi all’anno, per arrivare al rimborso con un incremento complessivo di poco meno di un punto. Il secondo esempio è DZ Bank, banca cooperativa tedesca, che a febbraio 2014 ha emesso un prestito con durata decennale in euro (scadenza il 14 febbraio 2024). Qui il flusso per interessi iniziale era pari all’1,30%, in aumento di dieci centesimi ogni anno, fino all’ottavo. Poi un salto, una volta toccata quota 2%, al 2,50% e poi al 3% finale.
La mobilitazione dei piccoli risparmiatori
L’idea di un Btp espressamente dedicato ai piccoli risparmiatori arriva sull’onda del successo dell’ultimo Btp Italia, un titolo a 5 anni con rendimento reale dell’1,4% e cedola semestrale: l’emissione ha registrato un record di domande proprio da parte delle famiglie, con 14 miliardi di euro andati al retail sui circa 22 miliardi collocati.
Tra l’altro, dei quasi 384 mila contratti conclusi con il retail, il 60% è stato sotto i 20 mila euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si arriva circa all’88% del totale piazzato alle famiglie: insomma, una chiara mobilitazione dei “piccoli”.
Come si sottoscrive il Btp Futura?
Certo – riflette Davide Iacovoni, capo del Debito pubblico presso il Dipartimento del Tesoro – in questo caso parliamo di un titolo nuovo, che gli investitori devono ancora conoscere, quindi sarebbe probabilmente eccessivo attendersi gli stessi numeri visti con l’ultima edizione da record del Btp Italia. Intanto, dopo l’edizione di luglio è prevista una nuova emissione di Btp Futura dopo l’estate e, in base ai risultati, non se ne escludono altre, successive.
Il collocamento avverrà sul mercato di Borsa Italiana dedicato ai titoli di Stato (Mot) attraverso due banche dealers: Banca IMI e Unicredit. Il titolo potrà essere acquistato attraverso gli stessi canali utilizzati dai risparmiatori retail per il Btp Italia: rivolgendosi al proprio consulente/referente in banca o presso l’ufficio postale.
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