Torna sul mercato, dopo la versione di luglio, la nuova emissione del Btp Futura. Il titolo di Stato a 8 anni è in collocamento dal 9 al 13 novembre 2020, salvo chiusura anticipata dell’asta. Proprio come l’emissione dell’estate scorsa, l’obbligazione è riservata ai piccoli risparmiatori e le risorse raccolte saranno utilizzate per fronteggiare la crisi economica provocata dalla pandemia.
L’idea insomma è quella di finanziare il nostro debito – e sostenere un’economia disastrata – attraverso le risorse dei piccoli risparmiatori italiani, tipicamente parcheggiate su conti correnti e conti deposito. Nell’attesa che si sblocchino i fondi europei, che si faranno attendere almeno fino a metà del 2021. Per incentivare gli italiani all’acquisto del nuovo Btp, il Tesoro promette rendimenti cedolari crescenti, più un “premio fedeltà” tra l’1 e il 3% agganciato alla crescita del Pil per chi manterrà il titolo fino a scadenza. Una scommessa sulla crescita futura, insomma, da cui il nome dell’emissione.
Come funziona?
Il Btp Futura “bis” ha una durata inferiore (8 anni) rispetto all’emissione di luglio, che era decennale. Per il resto funziona allo stesso modo. Il meccanismo si chiama “step up”: in pratica, la cedola rimarrà stabile per i primi tre anni, per poi salire di un primo “gradino” nei tre anni successivi e compiere un ulteriore “salto” negli ultimi due anni di vita del titolo. Il rimborso è programmato per il 17 novembre 2028.
I tassi esatti saranno fissati alla chiusura del collocamento, ma sappiamo già che per i primi tre anni la cedola sarà pari allo 0,35%, mentre quelle successive non potranno essere inferiori allo 0,60% dal quarto al sesto anno e all’1% nei restanti due anni. Non sono tassi stellari – del resto le condizioni di mercato sono quel che sono – ma i rendimenti dovrebbero essere mediamente superiori a quelli dei titoli di pari scadenza quotati sul mercato – ed è sicuramente meglio di tenere i risparmi fermi sul conto.
Anche perché, oltre alle cedole crescenti, c’è in palio il già accennato premio fedeltà, per chi “resiste” per tutti e 8 gli anni di vita del titolo. Nel dettaglio, il premio sarà pari alla variazione media annua (in percentuale) del Pil nominale italiano, calcolata dall’Istat sul periodo di vita del titolo e, comunque, entro la forchetta 1%-3%. Nella speranza che l’Italia torni a crescere, anche con l’aiuto del Recovery Fund.
Quanto alla tassazione, al sottoscrittore non vengono applicate commissioni per acquisti nei giorni di collocamento, mentre sul rendimento del titolo si continuerà ad applicare l’usuale tassazione agevolata sui titoli di Stato pari al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione come per gli altri Buoni del Tesoro Pluriennali.
Come si sottoscrive il “Btp Futura 2”
Il collocamento avviene sul mercato di Borsa Italiana dedicato ai titoli di Stato (Mot). Il titolo può essere acquistato attraverso gli stessi canali utilizzati dai risparmiatori retail per il Btp Italia: rivolgendosi al proprio consulente/referente in banca o presso l’ufficio postale – oppure utilizzando una piattaforma di trading online che tratta strumenti del debito pubblico.
Nella prima giornata di collocamento della nuova emissione del Btp Futura ha registrato richieste per oltre 2,5 miliardi di euro, un risultato migliore di quello relativo alla prima emissione, che nel primo giorno aveva registrato domande per oltre 2,3 miliardi. Ma dopo l’entusiasmo iniziale, la richiesta è calata e il secondo giorno di collocamento si è chiuso con domande per 1,4 miliardi di euro portando il totale a 3,9 miliardi.
La partenza è avvenuta tra l’altro in una giornata decisamente “intensa” per i Btp. I titoli di Stato sono partiti con entusiasmo, galvanizzati dalla conferma del rating sovrano sull’Italia arrivata venerdì sera da Moody’s e dalla vittoria di Joe Biden alla Casa Bianca. Ma a metà giornata è arrivata a mescolare le carte in tavola la notizia di un vaccino in arrivo con probabile efficacia al 90%. Un annuncio che ha portato con sé uno slancio di ottimismo, spingendo gli investitori verso l’azionario, a discapito dei titoli di Stato. Il Btp decennale è dunque tornato a scendere col rendimento salito fino a 0,73% (dal minimo di giornata a o,59%) e lo spread allargatosi a 126 punti base.
Ma conviene?
Inutile negarlo, il panorama dei tassi è cambiato rispetto a qualche mese fa – quindi anche rispetto a quando è stato lanciato il primo Btp Futura. La nuova emissione offre rendimenti oggettivamente bassi, a cui va ad aggiungersi il premio fedeltà che, nell’ipotesi più rosea (in cui si arrivi cioè al 3%) sarà pari a circa lo 0,375% annuo.
Quindi?
Un punto a favore, da non sottovalutare, è sicuramente la liquidità: le emissioni governative sono scambiate sui mercati secondari in misura consistente, ogni giorno e sono facilmente acquistabili e facilmente vendibili. Significa che, volendo, si può sempre decidere di vendere il titolo prima della scadenza, cercando di monetizzare una plusvalenza e rinunciando a premio e cedole crescenti.
Però va detto: nell’attuale scenario, il Btp Futura 2 renderà probabilmente meno del suo predecessore. Nonostante il virus che rialza la testa, si fa strada la convinzione che l’economia tornerà a crescere presto e in modo consistente. Con una conseguente inversione di tendenza dopo anni di rendimenti in calo. Oggi un Btp decennale offre lo 0,7%, circa la metà di quel che offriva a luglio, scrive il Corriere.it. Mentre il Btp con otto anni di vita residua paga a scadenza lo 0,58% lordo.
Vero è che nel caso del Btp Futura c’è una differenza significativa rispetto ai Btp classici – che fissano la cedola a inizio collocamento, lasciandola invariata fino a scadenza. Perché, si legge ancora su Corriere.it, se i rendimenti di mercato dovessero effettivamente salire, il meccanismo previsto per il Btp Futura permette di adeguare al rialzo il flusso per interessi, contribuendo a ridurre l’impatto negativo sul valore di scambio.