La galassia assicurativa è un po’ come la Sacra Bibbia: tutti credono di sapere cosa c’è dentro ma, in realtà, ben pochi si preoccupano di documentarsi per davvero. E allora eccoci, pronti a catechizzarvi come si deve, illustrandovi le più tipiche formule assicurative che potreste vedervi proporre da un agente (o da un consulente finanziario): cosa coprono e, soprattutto, che cosa implicano.
La differenza tra Vita e Danni
Cominciamo dalle basi. Cos’è un’assicurazione? È, come ci spiega l’IVASS nel suo Glossario1, un “contratto tra due parti delle quali una si impegna ad anticipare una data somma di denaro (premio) e l’altra a risarcire l’eventuale danno indicato nel contratto (rami Danni) o a corrispondere una somma di denaro sotto forma di capitale o di rendita (rami Vita)”.
La prima e fondamentale distinzione sui cui fare chiarezza è proprio quella tra “ramo Vita” e “ramo Danni”:
- le polizze “ramo Vita” contemplano per l’assicuratore l’obbligo di corrispondere a uno o più beneficiari, indicati nel contratto di assicurazione, un capitale o una rendita al verificarsi di un evento riguardante la vita dell’assicurato o del contraente (figure che possono coincidere), come morte o invalidità;
- le polizze “ramo Danni” proteggono l’assicurato dalle conseguenze di eventi che possono provocare un danno a beni o persone.
Viaggio nel pianeta Vita
Ognuna delle due famiglie, Vita e Danni, ha a sua volta diverse ramificazioni al suo interno. L’infografica che inseriamo qui sotto presenta quelle del Vita. Ma bisogna tener presente che sempre di più, oggi, si tende a proporre prodotti “mix”, con caratteristiche comuni alle varie categorie, e non più divisi in compartimenti stagni.
Ciò premesso, nell’ambito delle polizze Vita le formule più frequentemente ricorrenti – in linea con ciò di cui l’assicurando dichiara di aver bisogno – sono quelle che andiamo a dettagliare qui di seguito.
Unit linked
Sono polizze (Ramo III) particolarmente complesse, più adatte a chi ha sane e robuste cognizioni finanziarie e una altrettanto robusta propensione al rischio: questo perché la loro natura finanziaria è alquanto rilevante e domina su quella prettamente assicurativa.
Tant’è vero che negli ultimi anni si è resa necessaria una direttiva europea “MiFID-equivalente”: si chiama IDD (Insurance Distribution Directive) e in sostanza impone ai distributori l’obbligo di mettere a fuoco i bisogni dei clienti per dare loro quello che realmente serve, con un forte accento sulla trasparenza informativa.
Le polizze unit linked funzionano così: l’entità del capitale che la compagnia andrà a versare al beneficiario dipende dal valore delle quote dei fondi d’investimento in cui sono stati investiti i premi versati (al netto dei costi). Questi fondi possono essere interni, e cioè costituiti dalla stessa impresa di assicurazione, o esterni, cioè fondi gestiti da asset manager terzi.
Il sottostante della polizza, quindi, è un investimento in strumenti finanziari, con tutti i rischi annessi e connessi. Che in questo caso si possono tradurre in un importo finale più basso della somma dei premi versati (anche se l’IVASS, l’autorità che vigila sulle assicurazioni, ha fissato limiti e obblighi di diversificazione molto rigorosi).
Sul mercato questi prodotti sono numerosi ed eterogenei: c’è un po’ di tutto, quanto a tipo e stile d’investimento, livello di rischio associato e costi.
Gestioni separate
Prodotti assicurativi d’investimento con rendimento minimo garantito o capitale garantito (Ramo I). In sostanza, l’assicurazione prende i premi e li investe prevalentemente o esclusivamente in titoli di Stato e obbligazioni, per poter contare su un adeguato livello di sicurezza, redditività e liquidità.
Le gestioni separate con una buona storia sono interessanti, ma oggi c’è tutto il tema dei rendimenti obbligazionari negativi, che limita un po’ le potenzialità di questo tipo di prodotti.
Come suggerisce il nome, la gestione finanziaria è separata dal complesso delle attività della compagnia: quindi, qualunque cosa accada, nessuno potrà toccarne i denari. Peraltro i titoli, finché restano nella gestione separata, sono valorizzati al prezzo al quale sono stati comprati, secondo il criterio della contabilizzazione a “valore storico”.
Anche per questo la gestione separata non è esposta alla volatilità tipica di altri strumenti finanziari: il patrimonio e il rendimento sono stabili e continui nel tempo, e per questo solitamente fanno stare tranquillo e sicuro l’investitore. Anche se i rendimenti tendono a essere sempre più bassi.
Multiramo
Le polizze Multiramo sono un mix tra unit linked e gestioni separate: quindi combinano un prodotto di Ramo I con un prodotto di Ramo III.
In questo modo si ha un po’ di protezione e un po’ di potenziale di performance.
Piano Individuale Pensionistico di tipo assicurativo
Il PIP è un contratto di assicurazione sulla vita che garantisce una rendita vitalizia integrativa alla pensione pubblica. Si tratta di una forma pensionistica complementare individuale, alternativa ai fondi pensione chiusi e aperti, con le agevolazioni fiscali che lo Stato riconosce al risparmio previdenziale2.
Non solo. La normativa sancisce anche il diritto a ottenere le somme maturate al compimento dell’età pensionabile. Anche le risorse finanziarie dei PIP rappresentano un patrimonio autonomo e separato rispetto al complesso delle attività dell’impresa di assicurazione.
I PIP possono essere realizzati con contratti di Ramo I e di Ramo III, questi ultimi solo di tipo unit linked.
Salute
Sotto questa voce rientrano le coperture infortuni e malattie (Ramo IV), che prevedono il rimborso delle spese mediche, dei costi per i ricoveri e gli interventi chirurgici, o le indennità giornaliere di ricovero e quelle da invalidità permanente derivante da malattia.
Long Term Care (LTC)
Contigua alle polizze Salute è la Long Term Care (Ramo IV), un’assicurazione che copre le spese legate alla non autosufficienza dovuta a malattia, infortunio o anche semplicemente vecchiaia.
Questa polizza dà diritto a una rendita periodica oppure, in alternativa, al versamento di un capitale, al rimborso delle spese di assistenza o a un’assistenza presso gli istituti di cura convenzionati con la compagnia.
Le polizze LTC possono essere temporanee (la perdita di autosufficienza deve verificarsi nel periodo di validità del contratto) o a vita intera (la rendita si ottiene al momento della perdita di autosufficienza, non importa quando, e permane per tutta la vita dell’assicurato). Nel secondo caso, i premi vanno versati fino a una certa età (per esempio, 70 anni).
Temporanea Caso Morte (TCM)
Questo tipo di polizza (Ramo I) protegge le persone indicate nel contratto (i beneficiari) dagli eventuali problemi finanziari in caso di decesso dell’assicurato: a loro spetterà un capitale, definito nella polizza. L’esempio più tipico, da noi in Italia, è quello delle polizze abbinate ai mutui: in caso di prematura scomparsa dell’assicurato, la compagnia si fa carico delle restanti rate.
Ma se la morte è purtroppo un fatto definitivo, perché la polizza si chiama “temporanea”?
Perché è valida per un certo periodo di tempo, definito nel contratto: se la morte avviene durante questo arco temporale, allora ai beneficiari (tipicamente i cari) spetta il pagamento del capitale; se invece il contratto assicurativo scade e l’infausto evento avviene dopo, i premi versati rimangono all’impresa.
Breve giro tra i Danni
Anche queste polizze oggi tendono a diventare più trasversali e trasparenti: le macrocategorie sono Casa, RC Auto, Pet Care, Mobilità e Life Style.
Saranno oggetto del nostro prossimo post sul tema assicurativo. Stay tuned!
1 – Educazione Assicurativa, fonte: IVASS
2 – Piano Individuale Pensionistico, fonte: Quello che conta
Anna / Ottobre 18, 2019
“Il PIP è un contratto di assicurazione sulla vita che garantisce una rendita vitalizia integrativa alla pensione pubblica”,
se la persona non ha mai avuto una posizione aperta con l’Inps può sottoscrivere lo stesso questo tipo di polizza?
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Maria Paulucci / Autore / Ottobre 22, 2019
Buongiorno Anna,
certamente. I PIP, infatti, sono pensati per tutte quelle persone che, indipendentemente dall’ente previdenziale al quale devono versare i contributi e dalla loro situazione lavorativa, desiderano gettare le basi per una futura rendita vitalizia.
Un saluto, e ci scriva ancora se serve,
Maria
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Francesca / Giugno 4, 2020
Una persona che ha già 60 anni e non ha alcuna pensione può sottoscrivere questo tipo di polizza?
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 3, 2020
A quale si riferisce?
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