Tra le prerogative delle banche centrali c’è quella di fissare i tassi d’interesse e dunque il costo del denaro. Ma chi sono i primi clienti delle banche centrali?
Sulla base delle indicazioni delle banche centrali, le altre banche decidono a quali condizioni prestare denaro tra di loro, fissando ogni giorno quelli che, in gergo, sono detti tassi interbancari, perché riferiti ai prestiti tra banche.
Quali sono i tassi interbancari più importanti?
Nella zona euro, il tasso interbancario per eccellenza si chiama Euribor (leggi la definizione in AOpedia) e corrisponde al tasso medio giornaliero fissato dalle più importanti banche della zona euro per le transazioni in euro.
Ogni giorno sono fissati 15 tassi Euribor a seconda della scadenza del prestito (fino a 12 mesi) e quello a più a breve termine (per prestiti da un giorno all’altro) prende il nome di EONIA overnight.
Quando ci spostiamo sulle piazza finanziaria di Londra, le transazione avvengono (prevalentemente) in valute diverse dall’euro. In questo caso, il tasso interbancario prende il nome di LIBOR. Ogni giorno si fissano 7 tassi Libor a seconda della scadenza del prestito.
Perché i tassi interbancari sono importanti
Per prima cosa, su questi “primordiali” prezzi si basa gran parte del sistema finanziario. Ad esempio, una buona fetta dei tassi d’interesse applicata ai mutui, ai rendimenti offerti dai titoli di Stato o dalle obbligazioni corporate, è legata o quantomeno influenzata dai tassi interbancari.
Inoltre, dai movimenti dei tassi interbancari si possono dedurre importanti informazioni sullo stato di salute del sistema bancario. Facciamo un esempio.
Quando il sistema bancario sta bene e funziona come si deve (almeno così sembrava fino al 2008), le banche tendono a prestarsi denaro tra di loro ad un tasso d’interesse superiore al prezzo fissato dalla banca centrale con il tasso di riferimento (REFI). Questo è giustificato dal fatto che una banca concede a un’altra banca un prestito a un costo superiore (perché include un premio al rischio) rispetto a quello offerto dalla banca centrale, che ha ovviamente un profilo di rischio più basso.
Inoltre, il tasso EONIA dovrebbe essere sempre marginalmente inferiore al tasso Euribor a 3 mesi, che ha scadenza più lunga, per la semplice ragione che prestare soldi a lungo termine dovrebbe essere più “rischioso” che prestare soldi a breve (vi ricordate la curva dei tassi d’interesse?)
Dunque, tutte le volte che la differenza (spread) tra il tasso Euribor a 3 mesi e il tasso Eonia aumenta (2008 oppure 2010) il mercato interbancario ci sta lanciando un messaggio: le banche richiedono un premio al rischio più alto per prestarsi del denaro a lungo termine. A questo punto bisogna chiedersi: perché?
Tenuto conto di queste due semplici considerazioni, notiamo che:
- negli ultimi anni, ci sono state diversi momenti anomali e di tensione;
- ancora oggi, siamo ben lontani da quello che dovrebbe essere la “normalità” (se esiste).
La panoramica sui principali tassi d’interesse non finisce qua: continueremo nel prossimo ABCfinanza. Restate connessi!