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#ABCFinanza: quali sono e quanto costano i fondi pensione?

Su pensioni e previdenza integrativa c’è poca cultura, si sa. In compenso, la disinformazione non manca (pensate al famigerato video di Beppe Scienza, comparso sul blog di Beppe Grillo, che ho commentato qualche tempo fa).

Uno degli aspetti più importanti, sui quali c’è parecchia confusione, sono i costi dei fondi pensione. Noi di Advise Only non ci stancheremo mai di dire che i costi sono cruciali. E siccome anche la previdenza integrativa è cruciale, è facilmente intuibile quanto lo sia la combinazione di questi due fattori: ecco perché ne parliamo.

Non tutti i fondi pensione sono uguali

I costi della previdenza integrativa sono assai eterogenei e sono in larga parte legati alla tipologia di fondo pensione. Ecco di seguito le tre principali tipologie di strumenti di previdenza integrativa presenti in Italia.

  1. fondi pensione chiusi (o fondi pensione “negoziali”): forme pensionistiche complementari istituite dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale;
  2. fondi pensione aperti: istituiti da intermediari finanziari quali banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM);
  3. Piani Individuali Pensionistici (PIP): strumenti di previdenza integrativa istituiti da imprese d’assicurazione.

I costi dei tre tipi di previdenza integrativa

La tabella seguente riassume i costi medi annui dei fondi pensione, differenziando per tipologia e per durata dell’investimento pensionistico. Sono dati pubblici, li trovate sul sito della COVIP, l’istituto di vigilanza sui fondi pensione (l’equivalente della Consob), relativi all’indicatore sintetico di costo calcolato dalla COVIP, assimilabile al TER di fondi comuni ed ETF. Io vi riporto delle medie, per poter godere di un’illuminante panoramica dall’alto.

Costo medio annuo dei fondi pensione a seconda della durata dell’investimento

Tipologia di fondo pensione 10 anni
35 anni
Fondi pensione chiusi 0,36% 0,23%
Fondi pensione aperti 1,16% 1,05%
PIP 1,93% 1,60%

 

Come vedete le differenze di costo tra le varie forme di previdenza integrativa sono significative: su un piano previdenziale di 35 anni, in media un PIP costa 7 volte di più di un fondo pensione chiuso. È il 700% in più dei fondi negoziali!I PIP dunque sono cari.

Invece, i fondi pensione chiusi sono davvero convenienti: hanno costi da discount, anche se (generalmente) sono gestiti in modo molto professionale.

Nel mezzo, tra PIP e fondi chiusi, si collocano i fondi pensione aperti, con commissioni medie di poco superiori all’1%.

Vale la pena riportare questa frase, tratta dal sito dell’autorità di controllo, la COVIP:

Su un periodo di partecipazione di 35 anni, un minor costo annuo dell’1% si traduce in una prestazione finale più alta del 18-20%.

Il costo della garanzia sul capitale

Molti lavoratori che hanno la possibilità di investire in una forma di previdenza integrativa possono scegliere, tra i vari comparti a disposizione (ad esempio “azionario”, bilanciato”, ecc), fondi con garanzia di restituzione del capitale oppure con garanzia di rendimento pari o superiore al TFR. E questo anche se mancano ancora molti anni alla pensione. Vediamo insieme perché, nella maggior parte dei casi, la garanzia non ha senso.

1. La garanzia costa troppo

Anche considerando la forma di previdenza integrativa meno costosa, ossia i fondi chiusi, il costo medio annuo dei comparti senza garanzia è 0,19%, mentre quello dei comparti con garanzia è 0,29%. E’ il 55% in più.

2. Il comparto garantito è un monetario, con performance molto basse

Le performance tendono ad appiattirsi sul minimo garantito. C’è una spiegazione teorica molto sexy, che tira in ballo la diseguaglianza di Jensen, ma resisto alla tentazione di parlarvene e ve la risparmio: l’intuizione è che, per il gestore, il danno connesso al non rispettare la garanzia supererebbe di molto il beneficio di ottenere una performance più elevata. Quindi il gestore investe in un comparto garantito, mentre rischiate di avere rendimenti reali negativi (in quanto erosi dall’inflazione).

3. Se mancano almeno 5 anni alla pensione, è ragionevole scegliere comparti che investono in azioni e obbligazioni a medio-lungo termine

Infatti, la probabilità di performance negative è bassa. E, come corollario, verosimilmente avrete una pensione più elevata.

 

In sintesi, la garanzia ha senso se manca davvero poco alla pensione e si intende “mettere in sicurezza” il capitale accumulato. Un trentenne che investe in un comparto garantito è, nel 99% dei casi, un abominio finanziario.

Le performance risentono dei costi

I costi sono una delle componenti  più importanti delle performance dei fondi pensione. Osservate il grafico seguente, che riporta un esempio con le performance nette nel biennio 2010-2012 (di fonte COVIP – il 2012 è l’anno più recente disponibile), segmentate in base al peso azionario, per le tre forme di previdenza integrativa.

conviene-investire-nei-fondi-pensioneI comparti con peso azionario basso o nullo (tipicamente quelli con garanzia – e relativo costo) hanno avuto performance allineate, a prescindere dalla tipologia di fondo pensione. Al crescere della componente azionaria, le differenze di performance si accentuano: trattandosi di medie di mercato, il sospetto è che dipendano dal differente carico commissionale.

Soluzioni alternative

Non tutti hanno a disposizione un fondo pensione chiuso dai costi super-bassi: come il nome suggerisce, si tratta di fondi riservati a determinate categorie di lavoratori.

Un’alternativa consiste nell’accumulare il capitale da sé, con un risparmio graduale, investendo un po’ alla volta.

Si perde il vantaggio fiscale dei fondi pensione, certo, ma si guadagna in flessibilità e, investendo in ETF e titoli di Stato, i costi commissionali sono bassissimi. Idee concrete? Per esempio si può inizialmente investire nel portafoglio che abbiamo realizzato e proposto Obiettivo Pensione (+20,6% in meno di 2 anni, alla data di redazione di questo post) e poi effettuare successi versamenti graduali investendo nel più semplice portafoglio Obiettivo Pensione PAC (+9,2% in meno di due anni).

Serve ancora che vi dica che sono portafogli gratuiti (ma gestiti professionalmente), e che basta che vi registriate al nostro sito?

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimo commento
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    Gran bel articolo!! Finalmente ho capito tra le tipologie di fondi qual’è la più conveniente.

    Mi stai invogliando a fare questa benedetta pensione integrativa.

    Alla fine ha ragione Massimo Vicari, l’11.5% di tasse sui c.g. dei fondi pensione è e sarà comunque sempre meno di quella del fai da te.

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