Inauguriamo oggi i Financial Brief, una serie di brevi post, dall’elevato contenuto grafico, su temi finanziari e di investimento di grande importanza.
Il luogo comune
“Le istituzioni finanziarie sono tutte inaffidabili: meglio tenere i soldi sotto il materasso”
- se si consuma tutto il reddito, si corre il rischio di non essere in grado di affrontare eventuali difficoltà e imprevisti futuri (ecco perché, dall’alba dell’uomo, si risparmia: si mette il fieno in cascina, per i tempi duri);
- se invece si risparmia, ma non si investe correttamente, si rischia di vanificare lo sforzo, in particolare per l’erosione del potere d’acquisto dovuto all’inflazione – ora ci arriviamo.
Molti risparmiatori non investono per diffidenza e timore: il rischio degli investimenti può fare paura, specie se non si ha confidenza con i mercati finanziari. Ma siete sicuri che non investire equivalga a non correre rischi? Forse state dimenticando un piccolo particolare… vi dice niente la parola “inflazione”? Certo, oggi è a livelli bassissimi (a settembre 2016, in Italia, è +0,1%), ma questa situazione non durerà per sempre. E l’aumento dei prezzi ha un potere erosivo incredibile sui risparmi che ritenete al sicuro “sotto il materasso”. Guardate il grafico seguente, con i dati sull’inflazione media dei principali Paesi dal 1900 al 2014: corrispondono alla perdita di potere d’acquisto annua. Quindi, detto diversamente, un investimento “sotto il materasso” in Italia dal 1900 al 2014 ha in media reso in termini reali il -8,2% ogni anno. Cioè anno dopo anno, risultava impossibile comprare l’8,2% dei beni e dei servizi comprati l’anno precedente.
- #ABCFinanza: cos’è l’inflazione
- Investire e difendersi dall’inflazione si può. Ecco come
- #ABCFinanza: cos’è il rischio di un investimento?
- #ABCfinanza: come investire i risparmi? I dieci errori da NON commettere
- #ABCfinanza: PIC vs PAC, meglio investire tutto e subito o con gradualità?
- #ABCfinanza: come acquistare (o vendere) un titolo online in 4 passi
Pietro Pacella / Ottobre 28, 2016
Tenere i soldi sotto al materasso può convenire in tempi come questi di inflazione praticamente inesistente o addirittura deflazione.
C’è poi il caso di chi vuole occultare il denaro al fisco … i soldi sotto al materasso sono invisibili …
/
Raffaele Zenti / Ottobre 28, 2016
Noi ci muoviamo strettamente nel perimetro del lecito.
Se vogliamo allargare il discorso, allora i soldi sotto il materasso sono a rischio di furto. Il recente caso di cronaca di Fabrizio Corona, che aveva occultato in un’abitazione quattrini ottenuti “in nero” (a quanto pare), e che è stato vittima di un furto, ne è un esempio lampante.
/
Gianni / Ottobre 29, 2016
Scrivete: “dal 1900 a oggi le azioni mondiali hanno mediamente reso il 4,7% all’anno, un paniere di obbligazioni mondiali l’1,3% all’anno; quindi un bilanciato 50-50 ha reso il 3% annuo reale.”
Ma dove li avete ricavati questi dati? E cosa intendete a grandi linee per portafoglio bilanciato 50-50?
Perché se un 50 fosse Azionario MSCI World, questo manco esisteva prima del 1960-1970 (anno esatto non lo ricordo, vado a memoria, non ho sotto mano il sito MSCI World con gli end of day data).
/
Raffaele Zenti / Ottobre 29, 2016
Sono dati tratti dal Credit Suisse Global Investment Return Yearbook, redatto dal Prof. Dimson et al. della London Business School. Raccoglie in modo affidabile i dati storici per i principali Paesi e per aggregati geopolitici dal 1900 a oggi. Sono rendimenti medi annui reali, cioè al netto dell’inflazione, denominati in USD (cioè il punto di vista è quello di chi ha un conto titoli denominato in USD (sul lungo periodo è irrilevante perché i cambi non hanno premio al rischio di lungo termine).
Il portafoglio del grafico parte, attenzione, nel 1991, cioè da quando sono disponibili i dati di entrambi gli indici (MSCI WORLD e JPM Global Agg.) su Bloomberg. Invece, il portafoglio 50-50 dal 1900 ad oggi è costruito sotto l’ipotesi di equi-ripartire tra azioni e obbligazioni un capitale a inizio ‘900, investendolo negli indici azionari ed obbligazionari di tutti i Paesi seguiti dal team di Dimson, senza mai più ribilanciarlo.
Ovvio che nel 1900 non c’erano i fondi comuni, non c’erano gli ETF, si poteva solo investire in tutti i singoli titoli. Dunque è un’ipotesi di scuola, con l’obiettivo di far vedere come i mercati finanziari siano stati capaci di remunerare il rischio, passando in mezzo ad innumerevoli catastrofi, rivoluzioni tecnologiche, culturali, sociali, e battendo l’inflazione di larga misura. Noi pensiamo che ragionando su scale temporali a lungo termine, possano cambiare un po’ i numeri, ma l’ipotesi di base – che i mercati finanziari nel complesso remunerino il rischio – resti valida, se non ci sara una sovversione sistemica. Spero di essermi spiegato.
/
Gianni / Ottobre 29, 2016
Sì, alla grande, grazie!
/
Pingback: I 7 grandi rischi del 2017 | AdviseOnly Blog / Gennaio 18, 2017
/
Pingback: Financial Brief | Investire in Borsa non è un gioco d’azzardo | AdviseOnly Blog / Gennaio 23, 2017
/
Pingback: Quanto costa allevare un figlio? | AdviseOnly Blog / Febbraio 6, 2017
/
Pingback: Financial Brief | Investire con lo stock picking o con l’asset allocation? | AdviseOnly Blog / Febbraio 23, 2017
/
Pingback: Educazione finanziaria: gli italiani non sono più gli ultimi | AdviseOnly Blog / Marzo 8, 2017
/
Pingback: Fiancial Brief | Investire è troppo difficile? La guida per cominciare | AdviseOnly Blog / Aprile 6, 2017
/
Pingback: #ABCFinanza: come si stampa moneta nel 21esimo secolo? | AdviseOnly Blog / Giugno 6, 2017
/
Pingback: 5 motivi per cui troppa liquidità fa male ai tuoi investimenti | AdviseOnly Blog / Giugno 20, 2017
/
Pingback: 5 consigli per non diventare il Boris Becker degli investimenti | AdviseOnly Blog / Luglio 26, 2017
/
Pingback: #ABCFinanza: investimenti con minimo garantito e protezione del capitale | AdviseOnly Blog / Ottobre 2, 2017
/