Siamo onesti: gli italiani sono in media scarsi conoscitori di tematiche finanziarie. Non intendiamo concetti complicati, ma piccole cose di tutti i giorni come il conto corrente, il conto deposito, il piccolo risparmio.
Un grande tema che tutti dovrebbero conoscere bene, ad esempio, è il cosiddetto bail-in, ormai alle porte.
Che cosa è il bail-in
La nuova normativa – frutto del recepimento in Italia della direttiva europea Brrd (Banking Resolution and Recovery Directive) – fissa nuovi limiti all’intervento pubblico nei salvataggi bancari. Questo significa (lo abbiamo spiegato qui) che clienti e investitori potrebbero trovarsi coinvolti, a vari livelli, nelle operazioni di recupero degli intermediari in crisi: nello specifico, a dover mettere mano al portafoglio non saranno più soltanto gli azionisti e i sottoscrittori di obbligazioni subordinate (guardate qui per capire cosa sono), come è successo per il recentissimo salvataggio di Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, CariChieti (qui i dettagli).
Con il bail-in potrebbero essere coinvolti anche sottoscrittori di obbligazioni senior non garantite e i depositi, anche se solo per l’importo eccedente i 100.000 euro. Naturalmente il tutto avverrà con una gerarchia ben precisa: chi ha investito in strumenti finanziari più rischiosi sosterrà prima degli altri le eventuali perdite o la conversione in azioni. E solo dopo aver esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa si potrà passare alla categoria successiva.
L’appello della Consob alla trasparenza
La Consob teme pesanti batoste per gli investitori, tanto che ha diffuso una comunicazione ufficiale per richiamare banche, consulenti, promotori ed sgr alla massima trasparenza.
Le regole del gioco sono cambiate ed è fondamentale che i risparmiatori ne siano consapevoli. Per questo, Consob chiede agli intermediari di “informare adeguatamente i loro clienti sui rischi legati al bail-in”, lasciando però ai singoli operatori la scelta del modo più appropriato per farlo. L’importante, sottolinea ancora la Commissione presieduta da Giuseppe Vegas, è “assicurarsi che tutta la clientela – sia quella professionale sia quella retail – abbia piena consapevolezza dei rischi connessi con le proprie scelte di investimento”.
E insiste: la clientela dovrà essere resa edotta del fatto che, in caso di crisi della banca, “gli strumenti finanziari interessati dal bail-in, come per esempio le obbligazioni, subordinate o meno, potranno essere svalutati fino al 100%”. Occorre inoltre che gli investitori conoscano il diverso grado di rischio degli strumenti, in funzione della gerarchia con cui la procedura di recupero andrà a coinvolgerli”.
Ma non finisce qui: banche, promotori ed sgr dovranno tener conto del nuovo contesto normativo anche in funzione del profilo dei loro clienti. Nel dettaglio, la Consob chiede di assicurarsi che “le operazioni consigliate corrispondano agli obiettivi di investimento del cliente” e che quest’ultimo “sia finanziariamente in grado di sopportarne i rischi”, oltre che sufficientemente esperto per comprenderli.
Fin qui dunque la richiesta della Commissione, che si appella in sostanza alla buona volontà degli operatori.
Noi da parte nostra ribadiamo che, al netto dell’impegno degli intermediari a una maggiore trasparenza (tra l’altro ancora tutta da verificare), oggi più che mai è importante essere investitori informati. L’educazione finanziaria diventa un requisito, sempre più imprescindibile, per muoversi nel mondo attuale.
Claudia / Dicembre 10, 2015
concordo a pieno Diana sul fatto che dobbiamo essere investitori informati, io provo a leggervi, ma veramente non ci capisco niente e vorrei tanto poter mettere quei due risparmi sotto una mattonella!
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