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UniCredit aumenta il capitale: come funzionano diritti di opzione e TERP?

Aumento di capitale di Unicredit cosa è il terp e il diritto di opzione
Come funziona l’aumento di capitale di una banca? Che cos’è il TERP? A cosa servono i diritti di opzione? Dopo tanti rumors è giunto il momento per Unicredit di fare un aumento da 13 miliardi di euro.

Il caso Unicredit

È arrivato il momento: ora tocca ad Unicredit fare un aumento di capitale, una robetta da 13 miliardi di euro. Ovviamente si fa per dire: questo è considerato il maggior aumento di capitale nella storia di Borsa Italiana, anche perché vorrei ricordare che Unicredit oltre a voler raccogliere questi 13 miliardi ha già accumulato altro capitale proveniente dalla cessione parziale di Fineco (quasi un miliardo) e dalla vendita di Pioneer (3,5 miliardi) e Bank Pekao (3 miliardi). A parte i grandi numeri, vediamo di cogliere quest’occasione per fare chiarezza su come avviene un aumento di capitale e perché di solito a quest’operazione sono associati concetti come “TERP” e “diritti di opzione” per gli azionisti. In questi giorni sulla stampa di settore (ma non solo) si leggono spesso frasi del tipo:

“…Unicredit alza il velo su condizioni e prezzo dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro. Lo sconto sul prezzo teorico dopo lo stacco del diritto d’opzione è del 38%…”

“… L’esborso per le nuove azioni implica uno sconto del 38% rispetto al prezzo al netto dello stacco del diritto (TERP), calcolato in base al prezzo ufficiale odierno…”

Sì, li odio anche io questi messaggi ipertecnici. Per capire termini come “TERP” è necessario comprendere il meccanismo dell’aumento di capitale.

Esistono due tipi di aumento di capitale:

  1. gratuito;
  2. a pagamento.

Nel primo caso il nuovo capitale non arriva dall’esterno ma è reperito all’interno dell’azienda stessa (dalle riserve o dagli utili degli anni precedenti); nel secondo caso invece è richiesto l’apporto di denaro fresco, cioè cash. Quello di Unicredit è un aumento di capitale a pagamento.

Gli ingredienti di un aumento di capitale (a pagamento)

  • Una banca considerata poco solida dal mercato e dai regulator (in questo caso: Unicredit);
  • tanto capitale (ma tanto, facciamo 13 miliardi);
  • azionisti a piacere.

Un aumento di capitale “a pagamento” consiste nel reperire denaro dall’esterno per immetterlo nella banca che ne ha bisogno; i capitali normalmente vengono chiesti al mercato e/o agli azionisti: questi ultimi sono gli investitori già in possesso di azioni Unicredit, magari da tempo. A questi signori, oltre alla richiesta di investire nella banca, viene offerto quello che si chiama “diritto di opzione“, ossia il diritto (non l’obbligo) di sottoscrivere le nuove azioni – e quindi l’aumento di capitale – senza diluire la propria partecipazione.

Diluizione e diritto di opzione

Sappiamo che ogni socio possiede una certa percentuale del capitale della banca – supponiamo che un azionista possegga il 3% del capitale di Unicredit. A questo punto interviene l’aumento di capitale e, se il nostro azionista  decide di non sottoscriverlo, la sua quota si ridurrà: infatti, pur avendo in mano lo stesso numero di azioni, alla fine della ricapitalizzaizone non avrà più il 3%, ma una percentuale inferiore, visto che aumenterà il numero di azioni complessive della banca.

Questo fenomeno si chiama diluizione della partecipazione societaria.

Per evitare che questo accada si offre il diritto di opzione, una sorta di “corsia preferenziale”; un po’ come quando si prenota il ristorante per paura di restare in piedi (e cioè di non poterti comprare le azioni perché sono andate a ruba).
Abbiamo quindi spiegato perché esiste il diritto di opzione. Quest’ultimo però ha anche un valore sul mercato. Per capire quanto vale è necessario spiegare un altro concetto oscuro: il TERP.

Cos’è il TERP?

Il TERP, nella sua down to earth definition (cioè “terra terra”, ma mi piaceva dirlo in inglese) è semplicemente la “media tra due prezzi”. Serve per sapere quale sarà il prezzo delle azioni alla fine di tutta l’operazione di aumento di capitale. Con calma, ora ci arriviamo.

Ecco un piccolo esempio:

Supponiamo che una società abbia in totale 100 azioni e che il prezzo sia di 11 euro per azione. Le cose non vanno benissimo per la società, che per questo decide di emettere altre 1.000 azioni al prezzo di 5 euro (aumento di capitale a pagamento). Notiamo subito che le nuove azioni vengono emesse a un valore minore di quelle già emesse in passato, perché? Semplice: per incentivare l’acquisto, anche perché se le azioni di nuova emissione costassero di più, sarebbe più conveniente comprare quelle già emesse.

L’azionista David ad oggi, possiede 10 delle 100 azioni della società (il 10% del capitale) e si sta chiedendo se sottoscrivere l’aumento di capitale. Quando partirà l’aumento di capitale, il buon David riceverà anche 10% diritti, nel nostro caso 100 azioni (in quanto prima aveva il 10% del capitale) che gli consentiranno di sottoscrivere altre 100 nuove azioni al prezzo di 5 euro ciascuna per non diluire la propria quota e mantenere di conseguenza il 10% del capitale anche dopo l’aumento. (Ormai dovremmo essere esperti).

Beh, alla fine della fiera, quanto varranno le azioni della società? Ce lo dice il TERP.

Calcolare il TERP

Il calcolo è semplice e richiede solamente quattro ingredienti:

  • il numero di azioni emesse in passato (nel nostro caso sono 100);
  • il prezzo delle azioni già emesse (nel nostro caso 11 euro);
  • il numero delle nuove azioni che la società vuole emettere (nel nostro caso 1.000);
  • il prezzo di emissione delle nuove azioni (nel nostro caso 5 euro).

Ora non ci resta che fare una media tra 5 e 11 euro, considerando però il numero di azioni (il peso). È intuitivo pensare che dato che verranno emesse molte più azioni a 5 euro, il valore finale tenderà ad avvicinarsi a 5€ e non sarà la media esatta tra 5 e 11. La media “normale” avrebbe avuto senso se l’azienda avesse emesso un numero di azioni pari a quello vecchio. Easy

Ecco la formula del TERP:

terp (1)
Sostituendo i numeri con i valori vediamo che il risultato in questo semplice esempio è di 5,54 euro.

Calcolare il valore del diritto di opzione

Abbiamo chiarito cosa sono il TERP e il diritto di opzione. Di quest’ultimo però non abbiamo spiegato come si calcola. Ma ora che abbiamo introdotto e calcolato il TERP, calcolare il diritto di opzione è molto semplice: considerando l’esempio di prima, il valore del diritto di opzione è dato dalla differenza tra il prezzo delle azioni pre-aumento di capitale e il TERP. Nel nostro esempio sarà 11-5,54 = 5,46 euro.

Questo è un valore teorico che non sempre combacia con la realtà. Infatti bisogna sapere che questo valore è quotato sul mercato (proprio come le azioni o le obbligazioni) e quasi sempre il valore della quotazione differisce da quello teorico, specialmente con il passare del tempo.

Supponiamo che in fase di contrattazione il diritto sul mercato quoti sopra il valore di equilibrio di 5,46 euro: al buon David conviene vendere il diritto e comprare direttamente l’azione sul mercato. Al contrario, se il diritto quota sotto la parità teorica al socio conviene tenere (o anche comprare) il diritto e vendere i titoli sul mercato.

Sei un piccolo azionista di UniCredit?

Sicuramente la lettura di questo post ti avrà chiarito un po’ di aspetti tecnici, magari non intuitivi, ma di grande importanza per chi si avvicina ad un aumento di capitale. In un altro post, scritto qualche tempo fa, invece, abbiamo affrontato il tema degli aumenti di capitale dal punto di vista del risparmiatore e del cittadino.


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Ultimi commenti
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