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#ABCFinanza: Cos’è lo stock picking e perché ogni tanto rispunta fuori?

Avete presente la triade dell’estate (per come l’abbiamo conosciuta finora, almeno)? Bere molta acqua, mangiare molta frutta e verdura, evitare di uscire nelle ore più calde? Anche in riferimento alle scelte di allocazione del risparmio – ce ne rendiamo bene conto – ci sono consigli sempreverdi che rischiano di diventare oggetto di meme e ironie varie sul web.

Eppure, così come “non uscire nelle ore più calde, mangiare frutta e verdura e bere molta acqua” può consentirci di restare in salute (e, ci verrebbe da dire, in vita) in questa stagione oramai bollentissima, allo stesso modo “diversificate l’allocazione di portafoglio” è un consiglio sempreverde che fattualmente vi può consentire di ridurre il rischio complessivo del portafoglio stesso e contenere le perdite nelle fasi “no” dei mercati.

Ci sono però altri consigli che tendono a rispuntare stagionalmente e che invece ci hanno sempre suscitato qualche perplessità. Un esempio? “Nell’attuale fase di mercato, riscopriamo il valore dello stock picking”.

Ma è davvero così? E soprattutto: cos’è lo stock picking? Cominciamo, come sempre, dal ripasso.

 

Stock picking: una definizione

Lo stock picking è una strategia di selezione dei titoli azionari (“stock”): si va a selezionare, una per una, la singola storia aziendale. Una selezione del meglio, se vogliamo. Di stock picking parlano spesso i gestori che, dopo aver individuato le classi di attività (“asset class”) più interessanti, mettono a fuoco, all’interno di ciascuna di esse, gli specifici titoli da inserire nel paniere del fondo.

 

 

Come abbiamo avuto modo di dirvi in passato, però, anche i professionisti della gestione incontrano non di rado grosse difficoltà nel compiere le scelte giuste. Secondo i numeri rilasciati periodicamente da S&P Dow Jones, che monitora i gestori dei principali mercati con le SPIVA Scorecard, l’andamento positivo del mercato nel 2021 si è tradotto in buoni rendimenti assoluti per i gestori di fondi attivi, “anche se la performance relativa ha continuato a deludere”.

Basti pensare che lo scorso anno il 79,6% dei fondi azionari Usa è rimasto indietro rispetto all’S&P Composite 1500, l’indice che combina S&P 500, S&P MidCap 400 e S&P SmallCap 600, coprendo così circa il 90% della capitalizzazione di mercato degli Stati Uniti.

 

 

Ne possiamo dedurre che, come abbiamo detto in passato, se lo stock picking è difficile per un professionista, è assolutamente da escludere per un risparmiatore medio che abbia il pallino di “fare da sé” (e l’illusione di azzeccarci).

In questo senso, possiamo dire che lo stock picking è un po’ sullo stesso piano del market timing: c’è chi lo sa fare (e/o ha fortuna), ma questo non significa che tutti lo sappiano fare (e/o che avranno fortuna nel farlo).

 

C’era una volta l’Alpha: o no?

Secondo Larry Swedroe e Andrew Berkin, autori del libro “The Incredible Shrinking Alpha”, lo stock picking attivo si basa su una falsa idea: e cioè che il mercato stia in qualche modo valutando male i titoli. “L’evidenza”, spiegava non molto tempo fa uno degli autori, Swedroe, a Bob Pisani su Cnbc, “è che il mercato è altamente, anche se non perfettamente, efficiente: le informazioni disponibili vengono digerite rapidamente e si riflettono nei prezzi di mercato. Gli stock picker non sono in grado di individuare con regolarità i titoli sottovalutati”.

Inoltre, il mercato si è allargato e gli investitori retail sono mediamente meno sprovveduti di un tempo (“ci sono meno investitori ottusi di cui approfittare”).

 

E allora Warren Buffett?

Come si spiega allora il circolo di investitori superstar che hanno una performance superiore alla media, da Warren Buffett in poi? Warren Buffett è un famoso stock picker e le ragioni del suo successo sono essenzialmente due:

  • acquista società a basso costo e di alta qualità, cioè con un basso rapporto debito/patrimonio netto, una bassa volatilità degli utili, margini elevati e un’alta rotazione degli asset, combinando, in sostanza, qualità e valore;
  • ma, spiegava Swedroe alla Cnbc, “è la strategia complessiva che funziona, non le capacità di selezione dei singoli titoli. Questo, insieme alla disciplina di mantenere la rotta, senza mai ricorrere al panic selling, e alla leva finanziaria fornita dalle sue compagnie di assicurazione, spiega il successo delle sue partecipazioni in società pubbliche”.

Peraltro oggi è possibile replicare gran parte di questa strategia con un fondo o un etf a un prezzo molto basso, come anche noi vi abbiamo detto in passato.

E in ogni caso, “negli ultimi 15 anni solari terminati nel 2019, Berkshire Hathaway ha registrato un rendimento annuo del 9,4%, superando di poco il Total Stock Market Fund di Vanguard, che ha registrato un rendimento del 9,1%. Nei 20 anni precedenti, dal 1985 al 2004, Berkshire ha sovraperformato l’S&P 500 di oltre 10 punti percentuali all’anno, 23,5% contro 13,2%”. Come dire: anche gli Oracoli, negli ultimi anni, hanno avuto qualche problema a generare profitti che facessero dire “wow”.

 

Quindi, che ci resta da fare?

Vi ribadiamo pari pari quanto detto in passato (e scusate se ci citiamo): considerate singolarmente, le azioni (quindi le aziende) non sono tutte uguali e non tutte remunerano allo stesso modo il rischio assunto. Ma trovare quelle giuste non è banale. Perciò, a meno di non essere estremamente fiduciosi nelle vostre capacità di selezione dei singoli titoli azionari – ma le probabilità remano contro di voi – la soluzione è semplice: lasciate lo stock picking ai professionisti e investite in modo diversificato grazie a etf e fondi comuni. Sarà sicuramente meno elettrizzante della vita di Gordon Gekko, ma i vostri risparmi verosimilmente ne beneficeranno.

 


 

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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