Spesso sentiamo parlare di “capitalizzazione di mercato”, “capitalizzazione azionaria” o ancora “capitalizzazione di Borsa”. Ma che cos’è esattamente la capitalizzazione di una società? Perché è un valore così importante in finanza? Scopriamolo insieme.
Cos’è la capitalizzazione di mercato?
La capitalizzazione di mercato, più comunemente conosciuta nella variante anglosassone Market Cap, rappresenta il valore di mercato delle azioni in circolazione di un’impresa. In altre parole, è il numero totale di azioni emesse da una società quotata in Borsa moltiplicato per il loro prezzo corrente. Nel definire il numero totale delle azioni, si tiene conto sia di quelle quotate sul mercato (anche detto “flottante”), sia di quelle non oggetto di libero scambio, per esempio le azioni bloccate, come quelle detenute dai dirigenti e dai governi.
Gli investitori utilizzano questo valore per determinare le dimensioni di un’azienda e, sostanzialmente, per misurare la percezione del mercato sulle sue prospettive future, poiché riflette ciò che gli investitori sono disposti a pagare per le sue azioni.
Come si valuta il valore di una società quotata in Borsa?
Abbiamo detto che la capitalizzazione di mercato indica il valore in Borsa di una società. Ma come si misura? Si calcola semplicemente moltiplicando il numero delle azioni in circolazione per il prezzo corrente in Borsa. Facciamo un esempio pratico calcolando la capitalizzazione di mercato di Apple.
Mentre scriviamo, fuori è il 19 febbraio 2019 e la Apple ha 4.715.280.000 azioni. Attualmente, ogni azione viene venduta a 170,42 dollari USA. Se voleste comprare ogni singola azione della Apple nel mondo, quanto vi costerebbe tutto ciò? Lo vediamo subito.
4.715.280.000 x $170,42 = $803.578.017.600
Significa che la capitalizzazione di mercato della Apple ammonta a circa 803 miliardi di dollari.
Dato che il prezzo corrente di un’azione varia nelle ore in cui i mercati sono aperti, la capitalizzazione di mercato di una società può mutare costantemente e può essere diversa dal valore nominale di un’impresa e quindi dal suo valore patrimoniale.
Perché la capitalizzazione di mercato è importante?
Che cosa c’entra la dimensione di un’azienda con le strategie d’investimento? Si tende a credere che investire in titoli a grande capitalizzazione sia più prudente che investire in titoli a piccola o media capitalizzazione, che potenzialmente potrebbero comportare rischi più elevati. Perché?
Perché le risorse relativamente limitate delle società a piccola capitalizzazione possono rendere le loro azioni più suscettibili a una potenziale recessione economica e più vulnerabili alla concorrenza e alle incertezze dei mercati. Si potrebbe quindi presumere che la capitalizzazione sia una metrica utile per valutare il rischio di investire in azioni.
Ma è vero che più alto è il valore della capitalizzazione più basso è il rischio dell’investimento? Scopriamolo mettendo in relazione il valore di mercato delle imprese statunitensi con l’indice a loro assegnato dall’agenzia di rating Moody’s, che misura la capacità di una società di restituire crediti ricevuti.
Come si vede dal grafico, la capitalizzazione non si dimostra una metrica del tutto affidabile per la valutazione del rischio creditizio di una società: per esempio, fra il valore “A1” e “A2” troviamo numerose società con un valore di mercato molto differente, che in questo caso spazia da meno di 100 miliardi a più di 200 miliardi di dollari.
Inoltre, a parità di valore, molte società sono spalmate su diversi livelli di rating. Perché? Perché il valore della capitalizzazione ignora diverse variabili che determinano il livello di rischio dei titoli, come l’analisi del bilancio societario e le specificità della struttura del capitale (per esempio, la crescita degli utili in proporzione al prezzo del titolo o il rapporto fra il prezzo del titolo e il fatturato per azione realizzato dall’impresa).
Tuttavia, cosa succede se analizziamo la media del valore di mercato di ogni società in relazione al rischio creditizio?
In questo caso, vediamo come la relazione si dimostri effettivamente decrescente: quindi, in linea generale, la capitalizzazione di mercato potrebbe aiutarci a capire il livello di rischiosità di un’azione, tenendo presente, come detto prima, che non incorpora una serie di variabili utili per effettuare un’analisi più attenta e specifica del rischio.
La prudenza non è mai troppa
Data la sua semplicità, la capitalizzazione di mercato può rivelarsi una metrica utile e immediata per la costruzione di un portafoglio diversificato con un adeguato mix di titoli.
Tuttavia, prima di investire in qualunque società, sarebbe opportuno analizzare in cosa consiste il business e quali sono i reali margini di crescita. Infatti, se è vero che le società Blue chip sono più “solide” rispetto a imprese a bassa o media capitalizzazione di mercato, è anche vero che sono esistite aziende Blue chip che hanno subito forti crolli1 e che non si sono rivelate un investimento sicuro come si pensava.
In finanza nulla è certo e le previsioni non sono mai sicure. Prima di comprare un’azione, è necessario informarsi bene su cosa si sta investendo. E sempre nel quadro, ça va sans dire, di un’adeguata diversificazione.
1 – Pensiamo al tonfo di Atlantia dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova