La Banca Europea degli Investimenti (BEI) si sente spesso nominare nei telegiornali delle ultime settimane. Il motivo è che i capi di Stato e di governo dei paesi dell’Unione Europea le hanno assegnato un ruolo importante per affrontare le conseguenze economiche della pandemia di coronavirus.
200 miliardi di prestiti per le imprese in crisi
Come prevede l’accordo raggiunto lo scorso aprile durante l’Eurogruppo, infatti, la BEI dovrà smuovere 200 miliardi di euro di prestiti per le imprese europee. Questo perché le aziende, a causa del virus, hanno avuto perdite considerevoli di fatturato e si sono ritrovate a corto di denaro non solo per gli investimenti, ma anche per proseguire la propria attività ordinaria.
Come primo passo per l’attuazione del piano, il consiglio d’amministrazione della BEI ha approvato l’istituzione di un Fondo di garanzia da 25 miliardi, a cui contribuiranno tutti i 27 paesi membri. Queste risorse verranno utilizzate per garantire i finanziamenti delle banche alle aziende. E, secondo i calcoli della BEI, questa mossa può arrivare a smuovere prestiti per 200 miliardi di euro complessivi. Qui si ferma la situazione ai giorni nostri. Se però qualcuno volesse capire nel dettaglio cosa fa e come funziona la BEI, occorre fare qualche passo indietro.
Che cosa fa la BEI?
Si tratta di un istituto di proprietà dell’Unione Europea: questo significa che tutti i Paesi membri ne sono proprietari, avendone sottoscritto il capitale sociale. L’Italia, per esempio, ne possiede una quota del 16,1%. La BEI è stata pensata fin dal lontano 1957 ed è poi stata fondata formalmente nel 1958, nella cornice del celebre Trattato di Roma. I firmatari originali – Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo – volevano la creazione di una banca che servisse a finanziare gli obiettivi che di volta in volta si sarebbe data l’Unione Europea. In concreto, lo sono per esempio la costruzione di reti di trasporto su scala europea, lo sviluppo economico regionale delle aree più arretrate, il sostegno alle iniziative volte a mitigare i cambiamenti climatici. In generale, insomma, la BEI è il braccio finanziario delle iniziative dell’UE sia all’interno che all’esterno dei suoi confini.
La BEI si finanzia facendosi prestare denaro dagli investitori attraverso i mercati dei capitali. Quindi, a sua volta, eroga prestiti a condizioni molto vantaggiose. Chiunque gestisca un’azienda o un’attività nel settore pubblico può richiedere un prestito alla BEI. Deve solo fare domanda attraverso i vari canali possibili: un’e-mail, la compilazione di un modulo online o la visita presso gli uffici della banca. Attraverso le domande bisognerà fornire informazioni che consentano alla banca di giudicare se il progetto è in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea ed è basato su un valido piano aziendale. La BEI, tuttavia, non fa solo prestiti. Tra i servizi che offre c’è anche un’attività chiamata blending, con la quale aiuta il percettore dei fondi BEI ad accedere a ulteriori finanziamenti privati. E, infine, offre attraverso i suoi esperti servizi di consulenza per far sì che i progetti ottengano i migliori risultati possibili.
BEI e FEI
La BEI è un organo indipendente. Decide da sola a chi erogare i prestiti, pur collaborando con altre istituzioni UE come la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea. Al momento, a guidarla c’è il tedesco Werner Hoyer, presidente di un Consiglio d’amministrazione composto da un rappresentante per ciascuno dei 27 Paesi membri, ai quali si aggiunge un elemento nominato dalla Commissione Europea. Vi sono poi il comitato di gestione, organo esecutivo della Banca, e il Comitato di verifica, utile a controllare che tutte le operazioni svolte dalla BEI siano corrette.
La BEI è inoltre il principale azionista del Fondo Europeo per gli Investimenti. Questo è stato istituito nel 1994 ed è pensato per dare sostegno finanziario alle PMI, attraverso microfinanziamenti o anche operazioni in capitale di rischio (ossia divenendo socio di un’impresa e condividendone il rischio nel caso questa andasse male). Oltre a questo, il FEI si offre come garante dei prestiti concessi alle PMI.