La Cina è la seconda potenza economica mondiale e, al netto dei periodi di volatilità, gli esperti ritengono che continuerà nel lungo periodo il suo percorso di liberalizzazione dei mercati finanziari e di crescita a tassi molto importanti.
Il Paese ha fatto molta strada negli ultimi decenni. Però è anche vero che ha ancora margini per arrivare a essere, nel suo complesso, una nazione prospera almeno quanto le altre potenze industriali del mondo.
Per questo, investire nei bond che vanno a finanziare la crescita dell’economia cinese può ancora essere una prospettiva potenzialmente interessante. Gli analisti della casa svizzera d’investimenti Ubs credono che in Cina sia possibile esporsi a credito di qualità elevata per diversificare gli investimenti rispetto ai bond dei Paesi occidentali e ottenere così rendimenti potenzialmente più alti.
In effetti, al di là delle cronache più recenti, bisogna considerare che la Cina è un Paese sovrano con un rating A singolo, esattamente come il Giappone, e le sue obbligazioni hanno storicamente dimostrato capacità di copertura simili durante i periodi di sell-off del mercato globale.
La crescita della Cina negli indici globali
Il caso Evergrande e alcune iniziative del governo cinese hanno innescato un periodo di volatilità sui mercati, ma secondo gli esperti di Ubs questo potrebbe essere solo un momento di assestamento, destinato a risolversi com’è successo altre volte in passato.
Guardando ai dati storici dell’Hang Seng, il principale indice cinese, si vede come il mercato abbia sempre rimbalzato dopo i periodi di volatilità.
Le obbligazioni cinesi, inoltre, costituiscono oltre il 50% del totale sul mercato asiatico, che attualmente presenta una significativa ripresa dei rendimenti rispetto ai mercati del credito globali e valutazioni degli spread interessanti.
Infine, il continuo aumento del peso della Cina negli indici obbligazionari a livello mondiale fungerà da vento favorevole per il settore su un orizzonte di medio termine.
Un prodotto per investire sulla crescita cinese
Gli esperti di Ubs si aspettano sempre più afflussi sul mercato obbligazionario onshore cinese. Motivo per cui la casa svizzera d’investimento ha sviluppato un exchange traded fund per chi vuole investire nello sviluppo del Paese.
Il fondo in questione è l’UBS ETF – J.P. Morgan CNY China Government 1–10 Year Bond UCITS ETF, che ha come benchmark due differenti categorie di bond: i Treasury e i Policy Bank Financial Bonds. I primi sono emessi dal ministero delle Finanze e offrono durate comprese fra i tre mesi e i 50 anni, oltre a un rendimento del 3,22%, mentre i cosiddetti Policy Bank Financial Bond sono emessi dalla China Development Bank, dall’Agricoltural Development Bank of China e dall’Export Import Bank of China e hanno un rendimento del 3,36%.
Come garantire liquidità e diversificazione?
Il debito locale cinese ha una bassa correlazione con il mercato obbligazionario globale: ciò ne fa un assist per gli investitori alla ricerca di opportunità per diversificare le fonti di rendimento in portafoglio rispetto ai soli bond dei Paesi occidentali. L’elevata capacità di crescita dell’economia cinese rassicura sulla sostenibilità del debito.
Il comparto studiato da Ubs mira quindi a replicare, prima delle spese, la performance del J.P. Morgan China Government + Policy Bank 20% Capped 1-10 Year Index in termini di prezzi e rendimenti.
Il paniere d’investimento, oltre a non essere lambito dalla vicenda Evergrande, propone diversi accorgimenti interessanti. È stato infatti elaborato con un filtro che permette di andare a selezionare solo i titoli quotati sul mercato interbancario cinese e con una maggiore liquidità, prendendo in considerazione solamente quei bond che hanno una vita residua compresa tra uno e 10 anni.
L’esposizione dell’indice a ciascuno dei tre emittenti della categoria “policy bank”, poi, è limitata al 20%, al fine di garantire al prodotto un’adeguata diversificazione.
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