Il 16 ottobre, il dipartimento del Tesoro USA ha diffuso un aggiornamento secondo cui gli investitori stranieri hanno acquistato più del triplo dei Treasury statunitensi ad agosto rispetto al mese precedente, registrando il maggior afflusso dal giugno 2015: 63,13 miliardi di dollari dai 18,94 miliardi del mese prima. E la situazione ora potrebbe farsi ancora più interessante, perché secondo una vulgata diffusa sui mercati potremmo essere in prossimità di una Grande Rotazione dall’azionario all’obbligazionario.
Un buon momento per l’economia USA
Nel contesto globale, l’economia statunitense sta attraversando un momento positivo:
- il Prodotto Interno Lordo nel secondo trimestre è cresciuto del +4,2%;
- il tasso di disoccupazione è al 3,7%, il livello più basso dal 1969;
- l’indice ISM non manifatturiero a settembre è salito a 61,6 punti dai 58,5 di agosto;
- l’indice PMI composito, che comprende attività manifatturiera e servizi, è sceso a 53,9 punti a fronte dei 54,7 di agosto, mantenendosi comunque sopra i 50.
La Federal Reserve ha ben presenti i rischi di questa evoluzione in termini di inflazione, motivo per cui non solo ha già rialzato per tre volte i tassi di interesse quest’anno – fino al corridoio compreso tra il 2% e il 2,25% – ma ha anche lasciato aperta la possibilità di un ulteriore aumento entro la fine dell’anno, proseguendo lungo il solco aperto dall’ex presidente Janet Yellen nel 2015.
Dai guadagni al sell-off
I dati economici positivi, uniti alla riforma fiscale di Trump, hanno avuto un’eco sulle performance dell’azionario USA (indice S&P500, dividendi esclusi): basti pensare che prima del cosiddetto sell-off di mercoledì 10 ottobre aveva guadagnato l’8% quest’anno, a fronte dell’1% appena dei mercati sviluppati globali, del -7% delle azioni dei Paesi Sviluppati ex-USA e Canada e del -14% dei mercati emergenti (indici MSCI).
E poi, cos’è successo? È successo che proprio il graduale aumento dei tassi di interesse e la prospettiva di un ulteriore incremento entro fine 2018 hanno determinato un aumento dei rendimenti dei Treasury, i titoli del Tesoro USA, noti anche come T-bond, e creato la premessa per le vendite sui listini azionari.
La “Grande Rotazione” è iniziata?
In sostanza, i rendimenti obbligazionari più elevati hanno reso il Treasury più attraente rispetto all’investimento azionario, drenando denaro fuori dalle piazze azionarie.
In particolare, il rialzo del rendimento del titolo decennale statunitense ha avuto larga risonanza fra i gestori e i media statunitensi, secondo i quali, se il rendimento di questa scadenza raggiungerà il 3,5%, sarà competitivo rispetto al dividend yield dell’S&P 500, e questo spingerà gli investitori verso i Treasury facendo scattare la “Grande Rotazione” dall’azionario all’obbligazionario. Però tutto ciò, al momento, non è avvenuto.
Cogliamo comunque l’occasione per chiederci: cosa determina il rialzo dei rendimenti obbligazionari?
Tutto ruota attorno alle banche centrali
Uno dei fattori che fa salire i rendimenti delle obbligazioni è proprio l’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali: questo tipo di intervento si riverbera anzitutto sulle scadenze brevi, e a seguire lungo tutta la curva dei rendimenti, se gli investitori percepiscono che il rialzo operato dall’autorità monetaria è solo l’inizio di una serie. Come è, di fatto, il caso della Federal Reserve.
Tra parentesi, il mix tra buoni dati economici e aumento dei tassi da parte di alcune banche centrali come la Federal Reserve ha fatto sì che già tra la prima metà del 2016 e la fine del 2017 la quantità di obbligazioni con rendimenti negativi sia scesa dal 23% al 15% rispetto al totale del mercato, passando, in termini di valore nominale, da 10,6 mila miliardi di dollari a 7,6 mila miliardi.
È il momento delle obbligazioni, quindi?
Possiamo quindi verosimilmente attenderci che la salita dei tassi d’interesse e dei rendimenti andrà ancora avanti, attirando sempre maggiori investitori. Si aprono nuove occasioni? Non è così semplice: le variabili in gioco sono tante e bisogna valutare caso per caso, tenendo anche presente che rendimenti maggiori attirano sì nuovi investitori verso i bond, ma provocano una riduzione del valore dell’investimento obbligazionario già effettuato e presente in portafoglio. Il quale sarà meno competitivo rispetto alle nuove emissioni, caratterizzate da un migliore premio al rischio.
Tutto ciò premesso, l’investimento obbligazionario non può mancare in un portafoglio che sia adeguatamente diversificato. Si può investire direttamente, ma anche attraverso uno strumento come l’Exchange Traded Fund.
La gamma di UBS ETF
UBS AM propone una serie di ETF obbligazionari governativi USA sui diversi tratti della curva: dai titoli di Stato con scadenza residua compresa tra l’uno e i tre anni (anche con copertura valutaria) alle emissioni con scadenza residua tra i sette e i 10 anni, fino a quelle oltre i 10 anni.
UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays US 1-3 Year Treasury Bond UCITS ETF (USD) A-dis
- ISIN: LU0721552544
- Obiettivo del fondo: replicare la performance del Barclays Capital US 1-3 Year Treasury Bond Index, che comprende titoli di Stato emessi dagli Stati Uniti con una scadenza residua compresa tra 1 e 3 anni.
- TER: 0,12%
- Patrimonio del fondo: 129,2 milioni di dollari USA
- Metodo di replica: fisica
- Distribuzione dei dividendi: febbraio, agosto
- Duration modificata dell’indice: 1,85
- Rendimento effettivo a scadenza dell’indice: 2,81%
UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays US 1-3 Year Treasury Bond UCITS ETF (hedged to EUR) A-dis
- ISIN: LU1324510525
- Obiettivo del fondo: replicare la performance del Bloomberg Barclays US 1-3 Year Treasury Bond Total Return Index, che comprende titoli di Stato USA con scadenza residua tra 1 e 3 anni.
- TER: 0,17%
- Patrimonio del fondo: 111,27 milioni di euro
- Metodo di replica: fisica
- Distribuzione dei dividendi: febbraio, agosto
- Duration modificata dell’indice: 1,85
- Rendimento effettivo a scadenza dell’indice: 2,81%
UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays US 7-10 Year Treasury Bond UCITS ETF (USD) A-dis
- ISIN: LU0721552973
- Obiettivo del fondo: replicare la performance del Bloomberg Barclays US 7-10 Year Treasury Bond Total Return Index, che include titoli di Stato emessi dagli Stati Uniti con una scadenza residua compresa tra 7 e 10 anni.
- TER: 0,12%
- Patrimonio del fondo: 23,3 milioni di dollari USA
- Metodo di replica: fisica
- Distribuzione dei dividendi: febbraio, agosto
- Duration modificata dell’indice: 7,52
- Rendimento effettivo a scadenza dell’indice: 3,04%
UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays US 10+ Year Treasury Bond UCITS ETF (hedged to EUR) A-dis
- ISIN: LU1459800113
- Obiettivo del fondo: replicare, al lordo delle spese, il prezzo e la performance in termini di reddito dell’indice Bloomberg Barclays US 10+ Year Treasury Bond Index hedged to EUR, che comprende titoli del Tesoro emessi dagli Stati Uniti con una scadenza di almeno 10 anni.
- La copertura valutaria mira a ridurre l’impatto delle fluttuazioni dei corsi di cambio tra la moneta di riferimento e quella dell’indice, vendendo contratti a termine su valute.
- TER: 0,25%
- Patrimonio del fondo: 10,12 milioni di euro
- Metodo di replica: fisica
- Distribuzione dei dividendi: febbraio, agosto
- Duration modificata dell’indice: 16,99
- Rendimento effettivo a scadenza dell’indice: 3,18%
Vuoi saperne di più?
1 – Questi dati si riferiscono al passato. La performance indicata non tiene conto di eventuali commissioni e costi addebitati all’atto della sottoscrizione e del riscatto di quote e degli eventuali oneri fiscali. Fonte: UBS Asset Management.