Con i tassi di interesse ai minimi storici o quasi, oggi gli investitori fanno fatica a soddisfare quello che da sempre è uno dei loro bisogni principali: la ricerca di reddito.
L’obbligazionario, in questo momento, non dà soddisfazioni sotto questo profilo: se ne stanno rendendo conto anche i risparmiatori italiani, abituati in passato ad affidarsi ai titoli di Stato che garantivano rendimento a fronte di un rischio Paese percepito come molto basso.
Strada con pedaggio
La soluzione individuata da alcuni investitori è l’azionario: in particolare, si punta sulle aziende che distribuiscono dividendi elevati. E in effetti, almeno osservando gli ultimi cinque anni, i dividendi hanno dato rendimenti più alti rispetto a quelli delle obbligazioni. Un confronto tra i primi, rappresentati dall’indice MSCI Mondo, e i secondi, sintetizzati nell’indice Bloomberg Barclays Global-Aggregate, dà un’idea più chiara a riguardo.
La strada dell’investimento in azioni ad alto dividendo non è però senza pedaggio: chi la intraprende deve essere disposto ad accettare il rischio di perdite in conto capitale. Ma ridurre tale rischio si può.
Ci sono almeno due soluzioni
La prima strategia consiste nella selezione dei titoli: li si sceglie combinando criteri basati su dividendi elevati con criteri basati sull’alta qualità. Questo secondo fattore include fra le altre cose l’alta redditività, la bassa leva finanziaria, la stabilità dei prezzi delle azioni e le dimensioni. Nel lungo termine, la combinazione di dividendi e qualità porta senz’altro risultati apprezzabili.
Una seconda possibilità potrebbe essere quella di creare un portafoglio azionario difensivo riducendo il beta, ossia la sua sensibilità ai movimenti del mercato.
Pronti e ben posizionati
Nel 2017 i mercati azionari globali, sostenuti da un ambiente macroeconomico favorevole, hanno registrato in molti casi rendimenti positivi a due cifre. Ma se un “crollo” non sembra imminente, alcuni ritengono improbabile che continueranno a salire allo stesso ritmo nel 2018.
In questo contesto, e tenendo presente che la volatilità è ai minimi storici, vale la pena considerare l’aggiunta di fattori difensivi al proprio portafoglio azionario per essere ben posizionati in vista dei mesi che ci aspettano, caratterizzati fra l’altro da appuntamenti sfidanti per l’Europa e l’area euro come le elezioni in Italia e dall’avvio, negli Stati Uniti, dell’imponente riforma fiscale voluta dall’amministrazione Trump.
La proposta di UBS Asset Management
Ma torniamo all’investitore in cerca di rendimento. Per aggiungere valore al portafoglio traendo vantaggio dai dividendi in modo efficiente ed economico, UBS Asset Management propone l’UBS ETF sull’indice Dow Jones Global Select Dividend.
L’UBS ETF DJ Global Select Dividend UCITS ETF (USD) A-dis permette di investire in aziende che storicamente distribuiscono alti dividendi e di diversificare in modo ampio l’universo di investimento nei mercati sviluppati. Come funziona? L’indice è composto dalle azioni con i rendimenti da dividendi più elevati, selezionate fra i 25 indici azionari dei mercati sviluppati appartenenti alla famiglia Dow Jones Global.
Nell’indice sono ammesse soltanto le imprese con un profilo remunerativo in termini di dividendi e che soddisfano vari criteri di selezione ad essi correlati. Per esempio, la crescita da dividendi non può essere negativa e tutti i pagamenti dei dividendi devono essere coperti dagli utili dell’azienda senza troppe difficoltà.
Riassumendo, l’UBS ETF DJ Global Select Dividend UCITS ETF (USD) A-dis presenta tre vantaggi per chi investe: accesso semplice, flessibile ed economico a società che storicamente distribuiscono dividendi elevati; diversificazione efficiente grazie alla selezione a livello internazionale di azioni di 25 economie sviluppate; replica fisica dell’indice con investimenti diretti in 100 azioni che distribuiscono dividendi tra i più elevati.