Il tempo della ripartenza economica sembra essere arrivato anche per l’Unione Europea. Il Vecchio Continente, che pure ha stentato nella prima fase della campagna vaccinale, ha ormai immunizzato dal SARS-CoV-2 il 45% della popolazione adulta. Un traguardo importante, accompagnato da una serie di riaperture che promettono un robusto rimbalzo di consumi, investimenti, fatturati aziendali e, di riflesso, del PIL.
All’Italia, in particolare, la Commissione Europea attribuisce una stima di crescita del 4,2%, anche se il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che alla fine potrebbe anche arrivare intorno al 5%.
A fornire un’importante base d’appoggio a queste stime è sicuramente l’apporto dei fondi di Next Generation EU, l’arsenale messo in campo dall’Unione Europea per la ricostruzione in direzione green e digitale dell’economia continentale.
Senza contare poi la politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea, che per ora non sembra destinata a una revisione.
Gli investitori vedono l’Europa sotto un’altra luce
Almeno nella storia recente, l’Italia (ma non solo) non ha mai potuto contare su un tale livello di risorse da destinare a investimenti produttivi. Nell’ambito di questo contesto, quindi, le attese per l’economia dell’area euro sono ottimistiche e molti analisti vedono diverse opportunità da cogliere.
Gli ambiziosi piani di spesa dei governi, infatti, creano un fermento particolare, cosa che va a incidere anche sul mercato azionario europeo, negli ultimi anni sottopesato rispetto a quelli di altre parti del mondo ritenute più attrattive.
La stessa Italia è vista sotto un’altra luce rispetto al passato, poiché ora conta diverse aziende con valutazioni interessanti e prospettive di un rimbalzo degli utili sospinte dalle sovvenzioni europee.
Anche la Germania è un Paese a cui guardare con interesse, poiché ha ottime capacità di spesa nelle pieghe del suo bilancio ed evidenzia minori difficoltà politiche rispetto ad altri Paesi dell’Eurozona.
Infine, sebbene l’inflazione rappresenti un’incognita anche in Europa, questa per il momento galoppa meno rispetto a quanto osservato negli Stati Uniti, ragion per cui il rischio di una correzione della politica monetaria a breve termine è inferiore.
Non sorprende, quindi, che diverse case d’investimento internazionali propongano prodotti pensati per cogliere le occasioni di rendimento sul mercato europeo. Una di queste è la svizzera UBS, che ha elaborato una gamma di ETF – fondi d’investimento passivi che replicano l’andamento di un indice di riferimento – pensati per chi desidera investire sull’onda della ripresa.
Gli ETF per puntare sulla ripresa europea
Il ventaglio è variegato e interessante. Per cominciare, c’è l’UBS ETF (LU) MSCI EMU UCITS ETF (EUR), che replica l’indice MSCI EMU Index (laddove EMU sta per European Economic and Monetary Union), il quale comprende nel suo universo investibile le imprese con grandi e medie capitalizzazioni in 10 mercati sviluppati dell’Eurozona.
Con 245 componenti, l’indice copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato dell’Eurozona corretta per il flottante. Le ponderazioni relative delle aziende corrispondono ai rispettivi pesi nell’indice.
C’è poi un altro prodotto che riesce ad associare l’esposizione all’equity europeo con filtri per selezionare le aziende che rispettano i più stringenti parametri per la responsabilità sociale d’impresa.
Si tratta dell’UBS ETF (LU) MSCI EMU Socially Responsible UCITS ETF, che replica l’andamento del Low Carbon Select 5% Issuer Capped Total Return Net Index. Il paniere è ponderato per la capitalizzazione di mercato rettificata per il flottante ed è messo a punto per misurare la performance dei mercati azionari dei Paesi dell’Unione Monetaria Europea. Prendendo in considerazione, però, soltanto le società che prestano elevata attenzione alla responsabilità ambientale, sociale e di governance, per assicurare l’inclusione delle migliori aziende in termini ESG.
Ma ci sono anche altre soluzioni interessanti
I prodotti citati non costituiscono le uniche opzioni d’investimento possibili proposte da UBS per puntare sull’Europa: il ventaglio di soluzioni disponibili, infatti, comprende prodotti focalizzati sulle small cap, le aziende a piccola capitalizzazione, e prodotti con copertura sul rischio di cambio.
Da citare, infine, le soluzioni Value e Prime Value, con ETF che come politica d’investimento puntano a includere nel loro paniere le azioni di aziende con prezzi sottovalutati, ma con fondamentali solidi e pronte a farli valere in un’ottica di più lungo termine.