Mentre il 2018 si avvia verso la fine, i mercati azionari assistono a una volatilità che non si vedeva da tempo. Ed è probabile che debbano mettere in conto ulteriore volatilità nell’anno che sta per cominciare. Eppure, gli addetti ai lavori fanno notare come gli utili delle società continuino a crescere a livello globale, in un contesto in cui la recente correzione registrata dal mercato USA e non solo potrebbe rappresentare un’opportunità. La questione si riduce quindi all’interrogativo di sempre: come cogliere gli spunti più interessanti che il mercato offre riducendo il più possibile l’impatto della volatilità sul portafoglio?
Entra in gioco l’investimento fattoriale
La risposta sta in un’esposizione all’azionario attraverso i titoli meno volatili, che si raggiunge ricorrendo a una strategia fattoriale. Il fattore, lo ricordiamo, è una caratteristica di un gruppo di azioni in grado di spiegarne statisticamente performance e rischio. Spesso è di tipo fondamentale e, quindi, va a catturare peculiarità come il valore, la qualità, il rendimento e, appunto, la bassa volatilità.
Nel nostro caso specifico, il fattore che ci interessa è appunto la Low Volatility, che mette l’accento sui titoli i cui valori mostrano un’oscillazione più contenuta. In linea di massima, le società a bassa volatilità si dimostrano più solide nelle fasi di turbolenza: partendo da questa premessa, la strategia fattoriale Low Volatility va a selezionare le azioni che storicamente presentano un grado più basso di volatilità nel confronto con il gruppo dei pari.
Dalla teoria alla pratica: gli indici di MSCI
MSCI è una delle principali società a livello mondiale specializzata nella creazione di indici azionari e propone una serie di indici a ponderazione alternativa che consentono di minimizzare l’esposizione alla volatilità investendo in Europa o negli Stati Uniti.
L’MSCI EMU Select Dynamic 50% Risk Weighted Index, per esempio, è creato per seguire una strategia a bassa volatilità incentrata sulla performance del mercato azionario dei Paesi dell’Unione Economica e Monetaria Europea.
L’MSCI USA Select Dynamic 50% Risk Weighted Index segue una strategia a bassa volatilità focalizzata invece sulla performance dell’azionario statunitense. Accanto a questo c’è l’MSCI USA Select Dynamic 50% Risk Weighted 100% hedged to EUR Index, che offre una copertura valutaria utile a ridurre l’impatto delle oscillazioni del cambio.
Tutto ruota intorno al rischio
L’indice fattoriale deriva da un parent index, una sorta di “indice-madre”, in questo caso MSCI EMU o MSCI USA. Per costruire l’indice fattoriale Low Volatility, si analizza la volatilità registrata negli ultimi tre anni dai componenti dell’indice principale, con l’obiettivo di assegnare a ogni azione un peso inversamente proporzionale al grado di rischio.
Nel dettaglio, per ogni componente dell’indice-madre si raccolgono i dati sui prezzi e la volatilità, e poi si calcolano le varianze. A seguire, si calcolano gli inversi di tali varianze, che sono una misura di basso rischio/volatilità, e si utilizzano tali grandezze per ordinare i componenti del parent index in maniera decrescente. Quindi, partendo dallo strumento con maggiore varianza inversa (e quindi minore volatilità), si iniziano a includere gli asset nell’indice fattoriale, utilizzando le varianze inverse come pesi.
Per capire quando questo processo di selezione deve terminare, ci si regola così:
- si fa la somma cumulata delle varianze inverse del parent index;
- quando la somma cumulata degli asset inclusi nell’indice fattoriale arriva al 50% del totale delle varianze inverse dell’indice-madre, ci si ferma
Tutti gli altri strumenti rimangono fuori dall’indice fattoriale.
Siccome però sui mercati le cose cambiano di continuo, è previsto anche un ribilanciamento semestrale. In linea di massima, quando la volatilità è nel complesso bassa, il numero di azioni aumenta e il relativo peso si distribuisce in modo più equo. Se invece la volatilità è alta, il numero di azioni ovviamente scende e ci si concentra su quelle società che riservano meno sorprese.
Come si può intuire, si tratta di una strategia difensiva.
Gli ETF di UBS
UBS Asset Management, dal canto suo, offre una gamma di Exchange Traded Fund (ETF) che danno accesso a indici di singoli fattori azionari sviluppati da MSCI, compresi appunto quelli che puntano sulla bassa volatilità. Ecco allora che a ciascuno dei tre indici presentati corrisponde un ETF targato UBS, a replica fisica completa. Li vediamo qui di seguito.