Quella del 9 marzo è stata sui mercati la settimana più cruenta che si ricordi da diversi anni a questa parte. Forse, addirittura, dal crack Lehman. S’è cominciato il lunedì con un certo panic selling nell’aria, cui è subentrato l’ingresso ufficiale del mercato – sancito dal -20% del Dow Jones negli Stati Uniti – in una fase Orso, dopo una fase Toro che durava ininterrottamente dal 2009.
Gli investitori in carne e ossa, ai quali gli algoritmi hanno dato man forte, hanno voluto comunicare così alle autorità che si aspettavano – e si aspettano tuttora – piani veramente convincenti per far fronte all’emergenza – non più solo sanitaria, ma anche economica – legata alla pandemia di coronavirus.
Tra BCE e Unione Europea
Dopo il tentennamento, il bazooka. Giovedì 12 marzo la BCE ha annunciato un potenziamento del Quantitative Easing, con un piano di nuovi acquisti per 120 miliardi di euro entro l’anno e una nuova tranche di prestiti alle banche per sostenere la liquidità. Fermi invece i tassi d’interesse, già attorno allo zero.
Misure ritenute non sufficienti. Ma la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde è stata bersaglio di critiche specialmente per aver dichiarato che non è compito della BCE abbassare gli spread – “not here to close spreads”, ha detto. Il che ha contribuito non poco ai cali a doppia cifra sull’azionario in tutto il Vecchio Continente.
A distanza di pochi giorni, l’inversione a U: un nuovo QE da 750 miliardi di euro, con acquisti di titoli del settore pubblico e privato. Mossa, questa, arrivata dopo un consiglio direttivo d’emergenza in conference call. Il programma, che andrà avanti per tutto il 2020, includerà anche il debito greco e i commercial paper non bancari.
“Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”, ha infine commentato via Twitter la Lagarde. Tutto ciò si affianca a un altro bazooka, annunciato dalla Commissione Europea, che ha parlato di massima flessibilità sugli aiuti di Stato destinati a far fronte alle conseguenze del coronavirus e di sospensione del Patto di Stabilità. Tutto risolto, quindi?
Non scordiamoci il petrolio
No, purtroppo. Oltre alla non facile questione pandemica, e in qualche modo collegata ad essa, c’è il dossier petrolifero. Venerdì 6 marzo la Russia ha sbattuto la porta in faccia al circolo OPEC+ e lasciato l’Arabia Saudita sola a valutare un nuovo eventuale taglio alla produzione. Che alla fine non ci sarà.
Mosca ha detto no a un’ulteriore riduzione, che dal suo punto di vista sarebbe stata un altro regalo ai fracker americani, i quali hanno occupato gli spazi di mercato lasciati liberi dai precedenti tagli operati dai Paesi OPEC e dai loro alleati.
Ora questo gioco è finito. Anche Riad ha annunciato un incremento dell’estrazione e una politica di forti sconti. Tanto che Goldman Sachs adesso prevede una quotazione a 20 dollari. Quel che è certo è che il crollo del prezzo del petrolio eserciterà un’enorme pressione sui produttori statunitensi di scisto.
Il settore dello shale oil è uno dei principali motori degli investimenti, dell’occupazione e della domanda interna negli Stati Uniti, il che rende evidenti le implicazioni negative di prezzi del petrolio ai minimi. Niente esclude che Russia e Arabia Saudita tornino a sedersi allo stesso tavolo per discutere di tagli alla produzione, ma i tempi sono molto incerti.
Effetto pandemia
In linea del tutto teorica, a lungo termine tassi e prezzi del petrolio bassi dovrebbero sostenere la domanda. Ma è qui che entra in gioco il coronavirus: la pandemia, infatti, con tutta probabilità ritarderà la risposta dal lato dei consumi.
Nell’attesa di ulteriori sviluppi, potrebbe essere una buona idea prendere in considerazione una maggiore diversificazione in portafoglio orientata verso gli asset più sicuri. E in tal senso, la proposta di UBS si articola in due fronti.
- Il primo, di cui abbiamo già parlato1, è quello dell’UBS ETF (LU) Euro High Quality Liquid Assets 1-5 Bond, interessante in questo contesto perché la composizione ricalca il basket di titoli oggetto del riacquisto da parte della BCE.
- Il secondo è quello del franco svizzero, che in fasi come quella che stiamo attraversando rappresenta un bene rifugio utile a diversificare le esposizioni in portafoglio.
Riscoprire il franco svizzero
La gamma di UBS include due ETF sulle emissioni in franchi svizzeri di obbligazioni societarie Investment Grade su due tratti di curva: 1-5 anni e 5-10 anni.
L’UBS ETF (LU) SBI® Foreign AAA-BBB 1-5 UCITS ETF (LU0879397742) mira a replicare la performance di prezzo e rendimento dell’indice SBI® Foreign AAA-BBB 1-5. Il quale è composto da bond Investment Grade con cedola fissa – emessi da enti statali e sovranazionali e da imprese – con una durata residua tra l’uno e i cinque anni al massimo.
L’UBS ETF (LU) SBI® Foreign AAA-BBB 5-10 UCITS ETF (LU0879399441) punta a replicare la performance di prezzo e rendimento dell’indice SBI® Foreign AAA-BBB 5-10. Del quale fanno parte obbligazioni Investment Grade con cedola fissa – emesse da enti statali e sovranazionali, oltre che da aziende – che presentano una durata residua tra i cinque e i dieci anni massimo.
In entrambi i casi, i titoli sono quotati alla SIX Swiss Exchange e l’indice è adeguato mensilmente.
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1 – Coronavirus e mercati: alla ricerca di asset liquidi di elevata qualità
Giovanni Da Legnano / Marzo 25, 2020
Bene, grazie, ma quando cerco di comprare alcuni etf di UBS la mia banca non melo permette ! !
Come posso fare ?
Grazie per una risposta.
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UBS ETF Italia / Autore / Marzo 25, 2020
Caro Giovanni,
tutti gli ETF segnalati nei post sono registrati, distribuiti in Italia, UCITS e quotati su Borsa Italiana.
Bisogna che lei verifichi con la sua banca che questa li abbia censiti nel deposito titoli e li abbia resi disponibili all’acquisto.
Se non fosse così, ci attiviamo con la banca e il suo back office per un’immediata verifica.
Ci faccia sapere.
Un saluto, grazie.
Il team di UBS ETF Italia
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GIUSEPPE / Maggio 10, 2020
BUONGIORNO VOLEVO CHIEDERVI DELLE INFORMAZIONI SI POSSONO AQUISTARE IN POSTE GLI ETF?
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Diana Bin / Maggio 13, 2020
Buongiorno Giuseppe,
sì è possibile: è spiegato sul sito di Poste Italiane, ecco il link: https://www.poste.it/faq-investimenti.html
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