Investitori sempre più attenti al sociale
L’attenzione ai fattori Esg (environmental, social e governance) è ormai tra i temi più caldi nel mondo degli investimenti. E l’emergenza covid non ha fatto che accentuare questa tendenza già in atto: da un lato la crisi– insieme alle proteste contro la disuguaglianza in atto in tutto il mondo – ha fatto crescere l’attenzione ai fattori sociali: la disuguaglianza in primis, ma anche la sicurezza dei dati, la qualità dei prodotti e la gestione del capitale umano. Parallelamente, l’emergenza sanitaria ed economica scoppiata nel 2020 ha reso evidente come mai prima d’ora quanto il mondo sia interconnesso, interdipendente e vulnerabile di fronte alle potenziali sfide del futuro.
Tutto questo si è tradotto in un ulteriore aumento degli asset confluiti negli strumenti attenti alla sostenibilità, già in crescita negli ultimi anni di pari passo con la maggiore sensibilità degli investitori a tematiche ambientali, sociali e di governance. Un trend che, incrociato con la recente “esplosione” delle strategie di investimento passivo, ha dato una decisa spinta in avanti agli etf Esg.
Etf obbligazionari Esg
Stando ai dati diffusi da Morningstar, il segmento che sembra aver risentito meno della crisi è proprio quello degli etf sostenibili, che hanno registrato una raccolta netta pari a 6,7 miliardi nel secondo trimestre 2020, in crescita dai 5,8 miliardi dei primi tre mesi dell’anno, con un patrimonio di 47,2 miliardi di euro. Vero è che il settore rappresenta ancora solo una piccola fetta del mercato degli etf (5% circa) e che, al suo interno, i fondi passivi obbligazionari costituiscono una parte ancor più esigua. Ma le prospettive di crescita sono interessanti e l’offerta è in continuo aumento.
Tra le nuove proposte nel panorama degli etf obbligazionari Esg si inserisce un fondo targato Ubs, che investe sugli emittenti governativi della zona euro con uno screening in ottica sostenibile. Il J.P. Morgan EMU Government ESG Liquid Bond UCITS ETF ha fatto il suo debutto lo scorso 8 settembre su Borsa Italiana, primo e unico mercato al momento ad accogliere questo prodotto.
J.P. Morgan EMU Government ESG Liquid Bond UCITS ETF
Il nuovo etf proposto da Ubs (codice ISIN: LU2194286006) si basa sull’indice J.P. Morgan EMU Government ESG Liquid Bond Index, che mira a replicare la performance dei titoli di Stato liquidi della zona euro.
Come nasce l’indice J.P. Morgan EMU Government ESG Liquid Bond?
Il processo prende le mosse dall’indice J.P. Morgan EMU Government Bond, denominato in euro e ponderato per la capitalizzazione di mercato, che offre esposizione al debito governativo della zona euro su tutto lo spettro delle scadenze.
Su di esso si lavora per assegnare a ciascun emittente un punteggio Esg, che si basa su un mix di analisi qualitative e quantitative (grazie al contributo di Sustainalytics and RepRisk, due società specializzate proprio nell’analisi Esg). Queste includono filtri “etici” su questioni controverse – ad esempio la partecipazione alla produzione di armi, tabacco o carbone termico; – o basati sul rispetto delle normative – attività illegali, violazione dei diritti umani o mancato rispetto dei principi del Global Compact delle Nazioni Unite. Si prosegue con uno screening “positivo”, che premia i Paesi con solide politiche Esg.
Una volta ordinati dal migliore al peggiore in termini di punteggio Esg, i diversi emittenti vengono suddivisi in dieci fasce di punteggio (da 90) e le cinque fasce più basse (Caratteristiche dell’indice
L’indice così ottenuto – che viene ribilanciato con cadenza mensile – ha un profilo esg e di credito migliore, mentre la performance e il profilo di rischio sono storicamente molto simili all’indice di partenza. Attualmente l’indice J.P. Morgan EMU Government ESG Liquid Bond Index ha uno yield to maturity di 28 punti base e una duration pari a 8,67 anni (dati aggiornati a giugno 2020), mentre il rating è Aa3 per Moody’s, A1/AA- per S&P e A+ per Fitch (anche in questo caso i dati sono aggiornati a giugno 2020).
Offre esposizione agli strumenti emessi da dieci Paesi della zona euro, nel dettaglio (dati al 31 marzo 2020): Francia (26,4%), Germania (18,59%), Italia (18,46%), Spagna (13,69%), Belgio (6,63%), Olanda (5,47%), Austria (4,52%), Portogallo (2,37%) , Irlanda (2,09%), Finlandia (1,76%).