L’investitore consapevole dovrebbe saper allargare i propri orizzonti: a volte le migliori occasioni sono al di fuori dei confini nazionali. I mercati emergenti sono in costante crescita e l’ETF Barclays Emerging Markets Sovereign di UBS gode di un ottimo momentum.
Le nostre scelte sono molto spesso meno razionali di quello che potremmo immaginare. La finanza comportamentale, che esplora i meccanismi mentali dietro le nostre scelte, ha ben documentato una lunga lista di errori comportamentali (detti anche bias cognitivi) che inconsciamente influenzano le nostre azioni, inducendoci a commettere degli errori di valutazione.
Attenzione all’home bias
Tra gli errori cognitivi più noti c’è l’home bias. Cos’è? L’home bias, di cui si parla già dagli anni ’90, è quella tendenza degli investitori a prediligere il mercato finanziario del proprio Paese, un po’ perché lo si conosce meglio, un po’ perché si sviluppa una sorta di attaccamento emotivo verso gli asset di “casa”. È un po’ il meccanismo che ci guida quando facciamo la spesa: si tende sempre a voler acquistare merce prodotta in Italia (a prescindere), nella convinzione che sia migliore: ci si fida di più di ciò che si conosce. Ma negli investimenti, questo atteggiamento può far perdere interessanti occasioni.
Allargare gli orizzonti conviene
In Europa, gli investitori obbligazionari fanno fatica a trovare il giusto equilibrio tra rischio e rendimento, e in molti si stanno spostando dai classici investimenti in titoli di Stato verso profili leggermente più rischiosi come i titoli corporate e i titoli obbligazionari dei Paesi Emergenti. In particolare, nell’attuale scenario d’investimento i titoli di Stato dei Paesi Emergenti continuano ad avere un profilo di rischio/rendimento più interessante, specialmente se confrontati con gli altri segmenti obbligazionari.
Il mercato del debito dei Paesi Emergenti è cresciuto molto negli ultimi anni, grazie al sostegno dei fondi pensione, diventando appetibile per gli investitori internazionali sia dal punto di vista della liquidità dei titoli sia come opportunità di diversificazione.
Investire nei Paesi Emergenti senza compromettere la diversificazione
La concentrazione di portafoglio ha sempre costituito un problema per chi volesse investire in titoli di Stato dei Paesi Emergenti. Dal momento che una buona fetta degli ETF quotati su Borsa Italiana presenta questo limite, in UBS abbiamo deciso di percorrere un’altra strada, cooperando con Barclays per offrire un’opportunità in più.
I due ETF Barclays Emerging Markets Sovereign 3% country cap (SBEM e SBEME), sono innovativi essenzialmente per due ragioni:
- Diversificazione. All’indice Barclays è applicato il limite per Paese del 3%: significa che un singolo Paese non può pesare più del 3% del portafoglio. Ciò costituisce una notevole differenza rispetto all’indice JP Morgan EMBI Global Core Index, che non presenta questo vincolo.Il cap al 3% quindi consente di dipendere meno dai singoli avvenimenti dei Paesi, inoltre l’indice rialloca il peso che eccede il 3% sulle economie con una migliore qualità del debito (e di questo ne beneficia la performance e la volatilità).
- Schema di ponderazione. A determinare le ponderazioni dell’indice Barclays è l’ammontare in circolazione, mentre nell’indice JP Morgan il peso delle singole emissioni è determinato dal più tradizionale approccio basato sulla capitalizzazione di mercato.
A fine aprile, il ritorno anno su anno sullo SBEM è stato del 9,45% rispetto all’8,75% dell’EMBI. C’è da aggiungere che lo SBEM ha solo 7 Paesi con un peso del 3% o poco superiore, mentre l’EMBI ha ben 13 Paesi con un peso superiore al 3% con i picchi di Messico (6,46%), Indonesia (5,03%), Turchia (4,77%), Filippine (4,67%) e Russia (4,15%). I primi 5 Paesi dell’indice di JPM (e quindi IBEM) pesano per il 25% mentre nel caso dell’ indice di Barclays poco più del 16%.
Questo ha impattato anche in termini di contributo alle performance più omogenee per l’ETF di UBS: i cinque maggiori contributori dello SBEM sono stati Venezuela (0,59), Colombia (0,35), Kazakistan (0,35), Indonesia (0,35) e Olanda (0,34), mentre per lo IEMB Venezuela (0,99), Brasile (0,54), Argentina (0,53), Indonesia (0,42) e Ucraina (0,39).
La diversificazione ha dunque permesso all’indice relativo allo SBEM di avere un migliore profilo rischio/rendimento rispetto al JP Morgan EMBI e al Barclays EM USD.
I risultati si vedono. A poco più di un anno dal lancio, l’ETF Barclays USD Emerging Markets Sovereign 3% country ha superato il traguardo dei 100 milioni di masse in gestione (AUM), con un altrettanto ottimo momentum sull’intera asset class.
L’offerta di UBS ETF
[accordion title=”UBS ETF (LU) Barclays USD Emerging Markets Sovereign”]- Il fondo investe generalmente in obbligazioni dei mercati emergenti incluse nel Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index. Le ponderazioni relative delle obbligazioni corrispondono ai rispettivi pesi nell’indice.
- L’obiettivo d’investimento è replicare l’andamento del prezzo e del rendimento dell’Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index (al netto delle commissioni).
- Il fondo investe generalmente in obbligazioni dei mercati emergenti incluse nel Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index hedged to EUR. Le ponderazioni relative delle obbligazioni corrispondono ai rispettivi pesi nell’indice.
- L’obiettivo d’investimento è replicare l’andamento del prezzo e del rendimento dell’Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index hedged to EUR (al netto delle commissioni).
UBS ETF Italia / Maggio 19, 2017
Ciao Gianni, l’ETF Eur Hedged c’è ed è lo SBEME (ISIN LU1324516308)
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Gianni / Maggio 26, 2017
Ah bene, grazie!
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