Se è vero che l’emergenza sanitaria ha avuto il potere di accelerare tendenze già in atto, è stato senz’altro così anche per il macro trend della sostenibilità. Nel mondo sono sempre di più le persone che desiderano investire i propri soldi in strumenti finanziari non in contrasto con le proprie convinzioni etiche. Basti pensare che a marzo, il mese peggiore sui mercati globali, i dati rilevati da Morningstar – che ha basato la sua ricerca su 2.528 fondi comuni d’investimento ed Etf europei – parlano di un primo trimestre dell’anno con flussi netti positivi per tutti i prodotti che mettono al centro temi d’investimento attenti ad ambiente, governance e pratiche sociali. Ma c’è di più: grandi esponenti del mondo del risparmio gestito sono arrivati a stimare afflussi sul segmento degli investimenti sostenibili per 1.200 miliardi di dollari nel prossimo decennio. Insomma, il mondo esg non è solo marketing, ma un vero driver di crescita per il futuro, soprattutto se si considera che, andando avanti, nessun business sul pianeta potrà fare a meno di svolgere la sua attività quanto meno con attenzione verso la sostenibilità ambientale.
Etf e criteri Esg, due tendenze in atto sui mercati globali
Uno strumento che si sta facendo largo con forza nel mondo del risparmio sono gli Etf, fondi quotati a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice. Il 2019 per gli Etf europei è stato un anno estremamente positivo. Come riporta la testata specializzata Morningstar, infatti, le stime aggiornate allo scorso 31 dicembre facevano segnare un patrimonio gestito di 923 miliardi di euro (contro i 658 dell’anno precedente). Il merito è senz’altro del rally sui mercati che ha caratterizzato lo scorso anno, ma anche dei 107 miliardi di raccolta netta totalizzati (anche il 2020 era partito bene, prima della frenata generalizzata riconducibile al coronavirus). Tutto questo evidenzia come questi prodotti stiano catalizzando su di sé un certo interesse. A questa tendenza già in atto, va poi ad aggiungersi la crescente domanda di esg, motivo per cui è nato l’indice Bloomberg Barclays MSCI Global Liquid Corporates Soustainable Etf. In questo paniere possono entrare solo bond di società che abbiano ottenuto un adeguato punteggio MSCI a livello ambientale, sociale e di governance (per l’appunto, esg).
Un indice che include solo bond con adeguate valutazioni esg
La casa d’investimenti svizzera UBS ha costruito un suo prodotto Etf sull’indice Bloomberg Barclays. Si tratta dell’UBS ETF – Bloomberg Barclays MSCI Global Liquid Corporates Sustainable UCITS ETF (ISIN LU2099991536). L’indice filtra una porzione limitata, e liquida, del settore Corporate Esg. Ci sono tre livelli di selezione: il primo è legato a requisiti di liquidità e di mercato, pertanto vengono scelti solo bond di aziende solide e il cui rischio-Paese è contenuto. Viene poi applicato un ulteriore filtro valutario. Infatti, sono inclusi nel paniere solo bond emessi in un ristretto numero di valute: euro, dollaro americano, sterline e dollaro canadese.
Uno screening esg accurato e su tre livelli
Lo screening esg, infine, è estremamente approfondito e a sua volta su tre livelli. Il primo step riguarda il rating esg dei titoli, per cui sono esclusi tutti i bond che abbiano un punteggio MSCI ESG al di sotto di BBB. Al secondo passaggio, si vanno a escludere tutti i business che non corrispondono a rigorosi criteri esg: come, per esempio, quello del tabacco o delle scommesse, dell’energia nucleare o dell’intrattenimento per adulti, per arrivare agli organismi geneticamente modificati. Al terzo step, vengono esclusi tutti gli emittenti che totalizzino un basso punteggio nell’MSCI ESG Controversies Score. Quest’ultimo è un parametro che tiene conto dell’adesione (o meno) a norme e principi internazionali, oltre che di eventuali vicende controverse in cui è coinvolta l’azienda emittente riguardo le tematiche esg. Se il punteggio raggiunge il livello “rosso”, il bond in questione non può essere incluso nell’universo investibile.
L’indice viene ribilanciato su base mensile per migliorarne la qualità
L’indice è soggetto a un’attività di ricerca continua per individuare sul mercato opportunità esg meritevoli d’attenzione, al fine di migliorare la qualità del paniere di titoli. Il portafoglio, infatti, viene ribilanciato su base mensile. Al momento, con dati aggiornati alla fine di maggio, l’indice vede una maggiore esposizione verso l’area statunitense (quasi per il 70%). E i settori maggiormente rappresentati sono quelli del banking, dei consumi non ciclici e della tecnologia. La performance dell’indice, spinta dall’associazione dei parametri di liquidità a quelli esg, ha avuto una performance migliore del 4,37% rispetto al Global Liquid Corporates Sustainable Bond, prendendo in considerazione i dati dal 29 maggio 2015 al 29 maggio 2020. A tutto questo va ad aggiungersi, come afferma la stessa UBS, che un rating esg più elevato generalmente si collega a una migliore qualità del credito.