Tecnologia & mobilità
La rivoluzione tecnologica in atto ha già trasformato la nostra vita quotidiana: pensiamo alle modalità di comunicazione, con l’evoluzione dei telefoni cellulari dai loro albori a oggi; alle abitudini di consumo – quanto spesso ci capita ormai di usare lo smartphone per fare la spesa, comprare un regalo o pagare una bolletta – e anche di investimento – qui la mente corre ai roboadvisor e alla possibilità di sottoscrivere prodotti finanziari direttamente online, come succede sul sito di Zenit Sgr, per esempio.
Ora l’onda del cambiamento sta per travolgere anche l’ampio mondo della mobilità, complici da un lato l’evoluzione della tecnologia sottostante con la diffusione dell’internet of things e dall’altro l’aumento delle aspettative dei clienti, forgiate dall’esperienza vissuta in altre industrie. Una cosa è certa: il valore dei veicoli di domani sarà misurato in funzione della qualità dell’esperienza offerta al guidatore, sia esso proprietario, autista, passeggero o un mix dei tre. L’impatto di questa rivoluzione sarà dirompente e ramificato su diversi settori più o meno legati al trasporto di persone e merci.
Che cos’è la smart mobility
Stiamo parlando di smart mobility, una definizione-ombrello sotto cui ricadono una serie di innovazioni – anzi, potremmo dire veri e propri megatrend – riguardanti il settore dell’automotive e non solo. Ognuno di questi trend è già significativo se analizzato da solo, tutti insieme hanno un potenziale disruptive enorme. Per semplicità abbiamo preso in prestito l’impostazione di Accenture, che isola quattro trend:
Auto elettriche
I veicoli elettrici sono già sul mercato e la loro diffusione sta aumentando a vista d’occhio. Lo spazio di crescita di un simile mercato è significativo. Pensiamo al problema del riscaldamento globale e alla necessità di ridurre le emissioni di Co2 per limitare l’aumento della temperatura (e rispettare i termini dell’accordo di Parigi del 2015): appare subito chiaro che trovare un’alternativa alle automobili a benzina è un’attività strategica per le case automobilistiche – e anche per i consumatori, la cui coscienza si fa sempre più green, in tutti gli ambiti. Dopo vari tentativi, quella dei veicoli ad alimentazione elettrica sembra finalmente essere la strada giusta. Gli investimenti nel settore sono destinati a crescere nei prossimi anni.
Auto a guida autonoma
Le auto senza guidatore sono il simbolo della rivoluzione del mondo dei trasporti. Si tratta in buona sostanza di veicoli in grado di svolgere autonomamente le stesse mansioni che il guidatore compie in un’auto tradizionale. A seconda del livello di automazione, questi veicoli saranno in grado di “vedere” l’ambiente circostante attraverso radar, GPS e sensori che interagiscono con i software presenti al loro interno, i quali prenderanno la “decisione migliore” senza l’intervento umano. Il loro sviluppo è già iniziato, ma dipende chiaramente da una serie di fattori: la connettività (lo vedremo tra poco) l’accettazione del pubblico, ma anche questioni regolamentari, legali e addirittura etiche. Senza parlare delle infrastrutture, che dovranno adeguarsi alle nuove modalità di trasporto (e qui entra in gioco il discorso delle cosiddette smartcity) e dei requisiti in termini di sicurezza. Insomma, le prospettive di crescita sono enormi e gli ambiti coinvolti innumerevoli.
Connettività
Essenza di una mobilità smart è la connessione dei veicoli, sia al loro interno (con vari software per ricevere informazioni sul traffico, segnalazioni di eventuali guasti ecc.), sia al loro esterno, con le altre auto (per percepirsi a vicenda, nel caso della guida autonoma) e con le infrastrutture circostanti. Il conducente potrà ricevere informazioni sul traffico in tempo reale, sul meteo e sugli ostacoli presenti sulla strada. Ogni auto raccoglierà e fornirà dati. Uno dei punti cruciali riguarda proprio la tipologia di connessione più adatta a supportare questo tipo di scambi – e qui entrano in gioco dunque anche i provider di connessione internet. Al momento le opzioni sono quelle di utilizzare la banda 5G, la prossima generazione di connessione dati, oppure di fare affidamento sul Wi-Fi, ma la questione è quanto mai aperta.
Sharing economy
La rivoluzione non riguarderà solo lo sviluppo tecnologico, ma anche il modo di concepire i trasporti, con l’automobile che gradualmente si trasforma da prodotto a servizio. Qui il cambiamento è già in atto, con la diffusione di numerose compagnie di car sharing, specialmente nelle grandi città: il possesso di un’auto diventa meno importante, mentre rimane fondamentale il desiderio di mobilità. Questo cambiamento è destinato a ridefinire completamente le abitudini di fruizione e consumo.
Il settore sui mercati
Questa nuova rivoluzione non passa inosservata sul mercato, anzi. L’indice rappresentativo del settore, al cui interno troviamo società del calibro di Tesla, Honda e Ford, dall’avvio (nel 2014) ha fatto registrare una performance complessiva del 38%, equivalente di un rendimento medio annuo del 6,8%. Un risultato che viaggia nella direzione opposta rispetto a quello raggiunto dal più classico indice del settore automobilistico mondiale, che invece nello stesso periodo ha perso il 13%. Una rivoluzione quindi sempre più concreta, anche finanziariamente parlando.
Un cambiamento di portata epocale
Come abbiamo visto, si tratta di un cambiamento di portata epocale. I gestori del fondo Pensaci Oggi credono fermamente nelle potenzialità della smart mobility e hanno deciso di investire una quota significativa del fondo in aziende che ne verranno, a vario titolo, coinvolte: l’automotive naturalmente, ma anche società che si occupano di componentistica per le auto, di macchinari per motori elettrici e di consulenza ingegneristica alle case automobilistiche. Tre aree, quest’ultime, che presumibilmente costituiranno le basi del cambiamento in atto.
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