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Investire con Goodwill AM, 11 punti di forza

Investire in una gestione patrimoniale con Goodwill Asset Management

Esattamente un anno fa, vi davamo il benvenuto nel nostro spazio avviato in collaborazione con AdviseOnly. L’obiettivo era presentarci e parlare con voi di nuove normative, come MIFID II, e di asset class innovative, come le criptovalute.

Oggi vogliamo ripercorrere con voi le tappe di questo percorso.

  1. I punti forti della Svizzera

    Nel nostro primo post, vi abbiamo presentato i punti di forza della Svizzera: stabilità politica, sistema di governo efficace, basso debito pubblico, appartenenza alla lista italiana dei Paesi con cui è attivo uno scambio automatico di informazioni, libertà economica, snellezza amministrativa, semplicità dei meccanismi di concessione del credito, garanzia statale sui depositi delle banche cantonali, conti multivaluta e banche più solide. Ma i vantaggi della Svizzera non finiscono qui, e ve ne abbiamo parlato ancora.

  2. La trasparenza per noi non è una novità

    MiFID II è entrata in vigore lo scorso gennaio, ma già prima di quella data in Svizzera era possibile investire in totale trasparenza.
    Nel secondo post vi abbiamo spiegato come nel contratto di gestione patrimoniale che il cliente, di qualsiasi nazionalità, firma per dare procura amministrativa sul proprio conto in Svizzera vengano chiaramente esplicitati tutti i costi associati alla gestione, come la management fee annuale (in percentuale, pagata trimestralmente) o la performance fee con High Water Mark Assoluto (il gestore percepisce la commissione di performance solo se si realizza un nuovo massimo assoluto della gestione alla fine di ogni anno solare).

    Inoltre, in Svizzera va messo nero su bianco il valore delle retrocessioni che i fiduciari finanziari abilitati come Goodwill Asset Management ricevono sulle banche di appoggio del cliente. La legge impone l’obbligo di quantificargliele in valore assoluto almeno una volta all’anno. E se lui non è d’accordo, le retrocessioni spettano al cliente stesso.

  3. Stanare i costi nascosti degli investimenti
    Nel terzo post, vi abbiamo fornito una guida pratica per evitare “fregature” sui costi dei vostri investimenti. Ve la riproponiamo perché può tornare sempre utile, anche oggi che MiFID II è in vigore.

    Al vostro consulente chiedete sempre:

    1. “Qual è il TER dell’investimento che mi propone?”
    2. “Hai valutato bene anche l’impatto fiscale delle gestioni che mi proponi?”

    Le risposte a queste domande vi aiuteranno a fare luce sui costi dell’investimento che state per sottoscrivere.

  4. La gestione patrimoniale secondo noi

    Abbiamo poi avuto modo di spiegarvi come lavoriamo noi in Goodwill Asset Management. La prima cosa che chiediamo a un nuovo cliente è: quanto sei disposto a perdere nella tua gestione patrimoniale?

    Insomma, non solo accompagniamo il cliente nelle sue scelte, ma facciamo di tutto per conoscere le sue esigenze più profonde, costruendo una relazione che funzioni a lungo termine.

    Ciò è possibile perché siamo flessibili e il nostro servizio si declina livelli di personalizzazione. Ogni scelta è ragionata, studiata e condivisa con chiarezza sul perché e sui rischi connessi.

  5. L’alternativa svizzera

    Accade sempre più spesso che i risparmiatori italiani si rechino oltreconfine delusi dalla consulenza ricevuta nel proprio Paese: patrimoni mal gestiti, con grande concentrazione di azioni e obbligazioni di banche dissestate e fondi di investimento con costi poco chiari, spesso tra i più cari al mondo.

    Ma quando si decide di affidarsi a un family office svizzero, scelta alla portata di moltissimi risparmiatori, bisogna essere ben consci di ciò che si fa: noi ve lo abbiamo spiegato nel nostro quinto post.

    Innanzitutto, affidate la procura amministrativa sul vostro conto (cioè concedete l’accesso al conto) solo ed esclusivamente in riferimento all’operatività legata al conto titoli. Ovviamente, la procura è condizionata all’apertura di un conto svizzero, che è molto meno complicata di quanto si pensi.

  6. L’aspetto fiscale degli investimenti

    Noi di Goodwill Asset Management conosciamo molto bene il quadro delle nuove normative a livello fiscale tra Italia e Svizzera e diamo un peso rilevante agli aspetti legati all’ottimizzazione fiscale degli investimenti. Investiamo prettamente in titoli, cioè azioni e obbligazioni, e non OICR come fondi ed ETF.

    In questo modo riusciamo a essere pienamente efficaci dal punto di vista fiscale, alla luce sia della gestione post voluntary disclosure sia della compensazione tra eventuali minusvalenze e plusvalenze per i nuovi conti aperti in Svizzera, determinando un chiaro risparmio fiscale per l’investitore.

  7. Come si investe nelle criptovalute

    Oggi tutti parlano di criptovalute, ma noi abbiamo precorso i tempi mettendone in evidenza il vantaggio fiscale. Secondo la nostra esperienza, la maggior parte dei risparmiatori non sa che investimenti, posizioni e plusvalenze sulle criptovalute, fino a un massimo di circa 51.600 euro, in Italia sono esentasse.

    La tassazione delle plusvalenze realizzate a fronte di operazioni in valuta, infatti, è dovuta solo a condizione che, nell’anno solare, la giacenza complessiva di tutti i depositi e conti correnti in valuta intrattenuti sia superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi continui, utilizzando per il calcolo della giacenza il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento, cioè il primo gennaio.

    Vi abbiamo anche spiegato come si investe in criptovalute, raccomandandovi di fare sempre affidamento a esperti che abbiano la competenza e la professionalità necessarie per affrontare questo tipo di investimenti.

  8. Come funzionano le ICO

    Le criptovalute e in particolare il segmento delle ICO (Initial Coin Offering) sono per molti l’ultima frontiera degli investimenti. Noi ve ne abbiamo parlato spiegandovi che le ICO rappresentano un modo innovativo con cui le imprese possono raccogliere capitale.

    A differenza delle IPO (Initial Public Offering), con le ICO le aziende in cerca di capitale si finanziano in criptovalute e gli investitori ricevono token piuttosto che titoli azionari.

    Le ICO si articolano in diverse fasi e finora sono state utilizzate per finanziare progetti riconducibili alla blockchain, ma possono essere usate in ogni tipo di business.

  9. “Criptorivoluzione” al via

    A dicembre il fenomeno criptovalute è esploso. E mentre tutto il mondo si chiedeva se per caso non fossimo di fronte a una nuova bolla, noi ci limitavamo a fare un’osservazione. Se gli utenti della tecnologia blockchain capissero fino in fondo l’utilità del non dover dipendere da una banca o da altri enti certificatori e garanti e se, avendolo capito, aumentassero di numero al pari degli utenti di Facebook, Amazon e Apple, il Bitcoin a che prezzo arriverebbe?

    E se i correntisti si stancassero di vedere scaricato il rischio della cattiva gestione manageriale sui loro risparmi, garantiti fino a 100.000 euro da Stati più o meno credibili e da fondi più o meno capienti, e decidessero di sfiduciare tali garanti per acquisire la garanzia collettiva data dalla validazione delle loro transazioni in blockchain, cosa succederebbe? Insomma, la nostra esperienza ci dice che il bello deve ancora arrivare.

  10. Cosa c’è dietro le criptovalute

    A febbraio abbiamo proposto un corso per fornire le nozioni fondamentali a chi vuole operare autonomamente nel mercato delle criptovalute, partendo dal presupposto che le criptovalute hanno tutte le caratteristiche per essere considerate a pieno titolo un’asset class. Quindi, uno strumento da acquistare a scopo di investimento, con tutto quello che ciò comporta in termini di rischio e opportunità (compresa la raccomandazione di diversificare).

    A differenza delle altre asset class, è del tutto inedito il canale attraverso cui si comprano: non si va in banca e si chiede di mettere una certa somma su un titolo quotato in Borsa o su un’obbligazione governativa. Siamo in un ambiente del tutto nuovo.

  11. Una nuova fase sui mercati: come muoversi?

    Il ritorno della volatilità, le elezioni italiane, la politica monetaria della Banca Centrale Europea: sono alcuni dei temi che hanno tenuto banco nelle prime settimane dell’anno (e che tengono banco ancora oggi, in verità).

    Ne abbiamo parlato con Nicola Esposito, amministratore delegato e responsabile investimenti di Goodwill Asset Management.

Gestire i risparmi con Goodwill

In conclusione, nelle tappe di questo percorso vi abbiamo mostrato il valore aggiunto di Goodwill Asset Management e soprattutto l’utilità di affidarsi a noi in quanto gestore attivo che cerca di cogliere le opportunità sia sui mercati tradizionali che su quello delle criptovalute. Oltre, ovviamente, a risolvere i problemi concreti, fiscali e non, e a soddisfare i bisogni della clientela in piena trasparenza su tutti i costi pagati non avendone nessuno occulto.


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