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Insoddisfatto della tua banca? La Svizzera è un’alternativa

come si apre un conto in Svizzera

Aprire un conto in Svizzera è da sempre un’operazione avvolta dal mistero. In verità è più semplice di quel che si crede e del tutto sicura.


L’idea di investire in Svizzera trascina dietro di sé una vasta quantità di luoghi comuni e leggende metropolitane. La maggior parte è, molto semplicemente, priva di fondamento, anche perché le cose sono cambiate molto negli ultimi anni, a partire dalla trasparenza del settore finanziario.

A questo proposito abbiamo cercato di sfatare qualche falso mito sulla Svizzera e spiegato a cosa dovete stare attenti quando scegliete di affidarvi ad una gestione patrimoniale, una modalità di gestione con luci ed ombre per il risparmiatore. Fatto sta che accade sempre più spesso che risparmiatori italiani si rivolgano oltreconfine delusi dalla consulenza ricevuta nel proprio Paese: patrimoni mal gestiti, con grande concentrazione di azioni ed obbligazioni di banche dissestate e fondi di investimento con costi poco chiari, spesso tra i più cari al mondo.

Quando si decide di affidarsi ad un family office svizzero – scelta alla portata di moltissimi risparmiatori – dovete essere ben consci di ciò che fate.

Innanzitutto affidate la procura amministrativa sul vostro conto, cioè concedete l’accesso al vostro conto, solo ed esclusivamente per quanto riguarda l’operatività legata al conto titoli. Ovviamente, la procura è condizionata all’apertura di un conto svizzero (ah, il mitico conto in Svizzera) che, lasciatevelo dire, è molto meno complicato di quanto comunemente si creda.

Come si apre un conto in Svizzera?

Ci sono due modi per aprire un conto in Svizzera senza incorrere in rischi e problemi fiscali:

  1.  Apertura diretta del conto – In questo caso, il risparmiatore deve recarsi fisicamente in Svizzera, presso una filiale bancaria e aprire direttamente il conto. Il pagamento delle imposte è nelle mani del cliente, ma in Svizzera oggi le banche sono attrezzate per la piena trasparenza fiscale e preparano con una procedura dedicata tutta la documentazione necessaria per ottenere l’estratto conto fiscale per Paese di residenza con tutti i dati necessari richiesti dalla legislazione fiscale locale in modo semplice e trasparente. Vi chiederete: “Come posso controllare l’operatività del mio investimento?” Nulla di più facile. Le banche svizzere, dal punto di vista tecnologico sono molto avanzate e vi mettono nella condizione di fare tutto online. L’unico vincolo da rispettare, se seguite questa strada, è di recarsi in Svizzera all’apertura del conto, nel rispetto delle leggi sull’antiriciclaggio che impongono il riconoscimento fisico. A livello commissionale anche in Svizzera da alcuni mesi a questa parte si sta affermando la flat fee, vale a dire condizioni commissionali competitive e dedicate, basate sull’ammontare e sulle necessità del cliente.
  2. Apertura indiretta del conto – Esistono casi specifici in cui l’apertura del conto è gestita direttamente dal veicolo giuridico, cioè il “contenitore” degli investimenti. In questo caso, il “contenitore giuridico” (o meglio le persone che lavorano su di esso) si occupano di tutta la procedura. Qui sotto illustriamo per grandi linee le due casistiche comunemente utilizzate:
    • Apertura del conto presso una fiduciaria statica italiana. La fiduciaria statica è un “contenitore giuridico” che ha come principale ruolo quello di gestire e conservare il patrimonio del fiduciante. In questo caso, è la fiduciaria italiana che apre un conto in Svizzera e fa da sostituto d’imposta per l’investitore. Insomma, ci pensano loro. Va da sé che la fiduciaria ha un costo, che si va ad aggiungere a quello del family office che si occupa della gestione effettiva del patrimonio. A livello commissionale il costo è irrisorio, ossia tra 1 e 3 per mille del patrimonio in gestione, in soldoni, tra 1000 e 3000 euro all’anno per milione e tutte le necessità fiscali verranno evase in nome e per conto del cliente.
    • Utilizzo di un’altra tipologia di “contenitore giuridico”, ad esempio una polizza d’assicurazione o un Trust, strumenti atti a soddisfare anche esigenze di protezione del patrimonio, di gestione dell’asse ereditario, etc. A livello commissionale il costo è tra lo 0.5% e l’1% annuo del patrimonio in gestione, ma parliamo di servizi associati che, se creati con cognizione di causa, vanno ben oltre l’investimento e che si prestano anche ad esigenze particolari come quella di garantire un adeguato tenore di vita a figli portatori di handicap (Trust dopo di noi, con legge italiana numero 112 del 22 giugno 2016), solo per fare un esempio concreto.

In ogni caso esortiamo i clienti ad optare per l’online banking, a controllare personalmente le operazioni e l’andamento del patrimonio gestito anche in caso di delega al gestore patrimoniale e a non affidare mai i propri beni a chi non lavori con correttezza e in piena trasparenza.


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La trasparenza e la solidità svizzera al servizio dei tuoi investimenti
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Ultimi commenti
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    Buongiorno, faccio seguito a quanto scrissi qui: https://www.adviseonly.com/blog/brandcorner/goodwill-asset-management/la-svizzera-che-non-ti-aspetti-10-cose-che-forse-non-sapete/ anche se uno die due commenti è rimast nascosto con scritto “da moderare”
    Mi sono informato un pochino, ho compare la guida per aprire il c/c in Svizzera, e come dite anche voi aprire un conto in CH dormiente sul quale bonificare l’intero patrimonio in casi estremi è semplice e fattibile.
    Mentre ho purtroppo constato che da residente Italico, aprire un conto Svizzero con deposito titoli per poi effettuare investimenti azionari/obbligazionari/ETF dal conto Svizzero è piuttosto rovinoso dal punto di vista fiscale.
    Dalla guida che ho letto mi pare di aver capito che la banche Svizzere non lascino aprire il conto come lordista nonostante il residente sia Italico (quindi estero alla Svizzera), pertanto le banche Svizzere applicano un tassazione preventiva monstre del 35% su interessi, cedole, dividendi, nonostante si adotti il regime di scambio informazioni con l’Italia, poi uno dovrebbe andare a chiedere il rimborso (che comunque non è un rimborso totale). Tali interessi/cedole/dividendi per altro, al lordo della ritunuta Svizzera, vanno poi dichiarati anche in Italia e giù altra mazzata del 26%.
    Non so forse la fiduciara è il rimedio a questo salasso di tasse, al fine di pagare solo ciò che è dovuto cioè il 12,5%-26%.
    In ongi caso voi offrite questo servizio di fiduciaria anche per chi ama “il fai da te”, cioè per chi i suoi soldi se li vuole poi gestire da solo in Svizzera creandosi un portafoglio bilanciato di ETF/bond/azioni?
    O questo servizio di fiduciaria lo offrite solo a chi si affida alla vostra gestione patrimoniale?
    Grazie

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      Buongiorno Gianni,
      su internet si trova molto materiale ma è l’esperienza pratica fa la differenza.

      Innanzitutto, perché aprire un conto “dormiente” in Svizzera, quando si può farlo fruttare con un’ottima gestione, competitiva con quelle locali e su scala globale, beneficiando di tutti i servizi che la Svizzera può offrire?

      La rovina dal punto di vista fiscale di cui parla, poi, crediamo sia legata ad una mala gestione pregressa o ad altre motivazioni che necessiterebbero di indagine. Per esperienza diretta, la gestione della fiscalità internazionale, se affrontata con competenza e cognizione di causa e nel rispetto di tutte le leggi, la fiscalità del titolare del conto è esattamente al pari della fiscalità locale. Se il carico fiscale di una gestione svizzera è maggiore rispetto a quella di una analoga gestione italiana, l’unica spiegazione può essere trovata in mancanza di competenza del consulente, o dello stesso correntista, se si stratta di fai da te…

      Aprendo da non residente svizzero si applica il regime lordista, quindi si paga solo la tassazione italiana.
      Per rispondere alle sue domande, la tassazione del 35% su cedole ,dividendi etc a cui fa riferimento si applica solo ai titoli svizzeri quotati e non quotati.

      Per evitarla è sufficiente non comperare titoli svizzeri, oppure chiedere il rimborso parziale, ossia del 20% allo stato italiano, procedura che necessita di assistenza professionale. In ogni caso pagherà complessivamente sempre e solo il 26% (l’aliquota italiana) perché del 35% complessivo verrà rimborsato il 20% dalla confederazione elvetica e il 15% verrà portato come detrazione d’imposta in Italia. Relativamente alla fiduciaria italiana statica, la possiamo qualificare come esecutore delle disposizioni del mandante e sostituto di imposta, quindi esegue le sue disposizioni compatibilmente con la legislazione in vigore, compresa la compravendita di titoli o la procura amministrativa ad operare a una società fiduciaria, nel nostro caso a Goodwill Asset Management, previa sottoscrizione in Svizzera del nostro mandato di gestione patrimoniale, che normalmente è gestito, ma può anche essere amministrato.

      Quando ci si muove in un contesto che non si conosce a fondo, il fai da te è ampiamente sconsigliabile, bisogna rivolgersi a professionisti. D’altronde se compra un immobile non va dal notaio? Per la dichiarazione dei redditi non va dal commercialista? Per comprare un’auto, non si reca di persona dal concessionario per valutare tutti gli optional? Per investire e tutelare i suoi risparmi, crediamo non sia saggio muoversi senza farsi consigliare da professionisti che abbiano ampia base di esperienza pratica:

      Per qualsiasi altra informazione non esitare a contattarci direttamente: http://gwam.ch/contatti/

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    Di buono da quanto capito c’è che almeno l’Agenzia delle entrate ha confermato la possibilità di conferire un MANDATO D’AMMINISTRAZIONE ad una fiduciaria SENZA NECCESSITÀ di conferire anche un MANDATO PER UN INTESTAZIONE fiduciaria degli averi depositati all’estero
    Perché già dover dar mandato di amministrazione del proprio patrimonio è una cosa che mi turba, l’intestazione poi sarebbe pura follia! 😉

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