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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOAllarme scioglimento ghiacci, anche la finanza si mobilita

Allarme scioglimento ghiacci, anche la finanza si mobilita

L’evoluzione terrestre è da sempre accompagnata da trasformazioni delle condizioni atmosferiche. Ma, come sappiamo, da diversi decenni il cambiamento climatico ha assunto una sfumatura preoccupante: a partire dagli anni ‘50 le emissioni di anidride carbonica presenti nell’atmosfera hanno raggiunto un livello mai visto negli ultimi 650.000 anni, con un impatto diretto sull’aumento delle temperature e, quindi, sullo scioglimento dei ghiacci e sull’aumento del livello del mare.

In questo video di Business Insider si immagina come potrebbe apparire la Terra se tutto il ghiaccio dei poli si sciogliesse. Venezia scomparirebbe e Milano diventerebbe una città portuale.

Questi fenomeni, indotti prevalentemente dall’attività umana, sono ormai ben presenti nella coscienza pubblica. Solo per citare qualche esempio, nel 2011 l’Unione Europea[1] si è data l’obiettivo di ridurre le emissioni dell’80% entro il 2050 attraverso misure domestiche e con l’utilizzo del sistema dei crediti di carbonio. E Oltreoceano l’ex vicepresidente degli Stati Uniti e Premio Nobel per la Pace Al Gore, convinto ambientalista, è impegnato da tempo in una campagna di informazione sui cambiamenti climatici.

Ora, dopo numerose iniziative, i leader mondiali si riuniranno nuovamente a Parigi (COP21) dal 30 novembre all’11 dicembre per siglare un accordo a livello globale volto a limitare l’aumento della temperatura: l’obiettivo è mantenerla intorno al 2% sopra i livelli dell’epoca pre-industriale. Le azioni necessarie a contenere l’impatto del cambiamento climatico sono però molto costose e cominceranno a registrare qualche risultato solo nelle future generazioni.

Come si muove il mondo della finanza

In questo contesto, il mondo della finanza non rimane a guardare: il tema del surriscaldamento globale è già oggetto di dibattito per banchieri centrali e imprese. Proprio di recente il governatore della Bank of England[2]Mark Carney, si è esposto in prima persona sostenendo che il rischio climatico può compromettere la stabilità finanziaria ed economica.

Anche i risparmiatori cominciano a prendere in considerazione il futuro del globo operando delle scelte di investimento che vanno in questa direzione: secondo i dati dell’associazione non profit “Ceres”, nata con l’intento di promuovere uno sviluppo sostenibile, ad oggi gli investitori che supportano iniziative di “carbon disclosure” rappresentano asset per circa 70mila miliardi di dollari. Proprio per aiutare i risparmiatori che ci tengono a conciliare la ricerca di rendimento con le esigenze della loro coscienza, diverse società di gestione hanno lanciato prodotti di investimento attenti all’ambiente.

Tra le ultime novità arrivate sul mercato italiano c’è un ETF targato Amundi, dedicato nello specifico al contenimento delle emissioni di CO2: Amundi Etf Msci World Low Carbon Ucits (presente anche all’interno del sito AdviseOnly e che potere usare per costruire il vostro portafoglio di investimento).

Cliccate per maggiori informazioni sullo strumento

Amundi Etf Msci World Low Carbon Ucits

Quotato a Piazza Affari da settembre 2015, il prodotto si aggiunge alla gamma Low Carbon del gruppo francese, che già contempla due fondi indice: l’Amundi Index Equity Global Low Carbon e l’Amundi Index Equity Europe Low Carbon.

L’etf di Amundi è il primo strumento di questo tipo a replicare l’indice Msci World Low Carbon Leaders, lanciato a settembre 2014 da Msci con la collaborazione della stessa Amundi e di due importanti fondi pensione europei. Tale indice punta proprio a selezionare le imprese sulla base della loro capacità di ridurre le emissioni di carbonio.

Sembra insomma che investire con un occhio all’ambiente possa diventare un tema importante nei prossimi anni. E il motivo è lampante se si osserva il grafico qui sotto, che assegna al rischio legato al cambiamento climatico lo stesso impatto delle crisi fiscali e la stessa probabilità del terrorismo. Investitori e finanza non possono più ignorarlo.

Grafico amundi

[1] http://ec.europa.eu/clima/policies/strategies/2050/index_en.htm

[2] http://www.bankofengland.co.uk/publications/Pages/speeches/2015/844.aspx

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