“Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta”
Paul Valery
Per la prima volta nella storia, la generazione di oggi starà peggio di quella precedente, con buona pace delle “magnifiche sorti e progressive”. E’ la “class of the crunch”, come l’ha ribattezzata il “Financial Times”.
Particolarmente penalizzati sono i giovani che vivono in Italia: secondo i dati di Almalaurea diffusi il 10 marzo, un neolaureato su quattro non lavora a un anno dalla laurea; chi ha un impiego invece percepisce mediamente 1.000 euro al mese (-20% rispetto al 2008). Al contempo, sono inaumento i giovani che decidono di fuggire all’estero. Lo dicono i dati del rapporto dell’Anief (l’Associazione professionale sindacale), secondo cui:
- nell’ultimo decennio, gli under 35 emigrati all’estero sono più che raddoppiati, passando da 50mila a 106mila;
- nel 2012, anno record delle migrazioni all’estero degli italiani (+28,8% rispetto all’anno precedente), oltre la metà di coloro che hanno acquisito residenza al’estero sono giovani: il 54,1% ha infatti meno di 35 anni.
Il problema principale sembra essere il lavoro, dato che:
- un’indagine Coldiretti-Swg rileva che la maggioranza degli individui sotto i 40 anni (51%) è pronta ad espatriare per motivi di lavoro;
- un’altra indagine Demos rileva come i giovani tra i 25 e i 34 anni convinti che l’unica speranza di far carriera sia andare all’estero sono passati dal 48,8% del 2008 al 63,6% del 2013.
Come siamo arrivati a questo punto? E’ tutta colpa del mercato del lavoro?
Otto motivi per fare le valigie
In passato abbiamo confrontato l’Italia con i Paesi Nordici. Oggi evidenziamo con un’infografica gli otto problemi principali che affliggono la gioventù italiana.
Otto “tasti dolenti”: clicca su ognuno, si aprirà un grafico.
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