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Investire e difendersi dall’inflazione si può. Ecco come

Sei un risparmiatore? Allora saprai benissimo quanto la difesa del capitale dall’inflazione sia importante per i tuoi investimenti. Investire solamente in attività finanziarie che forniscono rendimenti slegati dalla dinamica dei prezzi, infatti, non è ottimale.

C’è da considerare, tra l’altro, che i principali indici di riferimento dei prezzi al consumo europei ed italiani hanno evidenziato negli ultimi mesi una crescita dell’inflazione (seppur al momento ancora sotto controllo); ecco quindi perché uno “sguardo” alle caratteristiche dei bonds indicizzati all’inflazione emessi dal Tesoro Italiano può risultare utile a tutti coloro che, pur nutrendo interesse per le finalità dello strumento, non ne conoscono le tecnicalità.

I BTP€i notes (BTP inflation linked) sono obbligazioni emesse dallo Stato Italiano ed hanno il preciso fine di “proteggere” il capitale dall’incremento dei prezzi (l’inflazione appunto). Come per le altre obbligazioni, i fattori alla base della dinamica dei prezzi dei BTP€i sono molteplici: sono soggetti al rischio emittente, alla volatilità dei tassi di interesse e al rischio di liquidità; questa tipologia di obbligazioni presenta, però, la caratteristica che il valore nominale rimborsabile a scadenza e le cedole semestrali sono calcolati tenendo in considerazione l’inflazione dell’Eurozona.

  • Se l’inflazione aumenta il valore di rimborso (e il prezzo negoziato) non sarà 100, come per i BTP non indicizzati, ma si otterrà moltiplicando il valore nominale per un coefficiente che ha l’obiettivo di annullare l’effetto dell’inflazione che si è realizzata nel periodo in cui si è detenuto il titolo. Le cedole calcolate su questo ammontare non sono dunque fisse, ma si adeguano alla dinamica dei prezzi. Lo stesso varrà anche per il prezzo negoziato, anch’esso moltiplicato per il coefficiente anti-inflazione.
  • Se l’inflazione decresce (calo dei prezzi al consumo) l’investitore è protetto: il rimborso sarà come minimo pari a 100 e le cedole pari a quelle indicate nel valore facciale del titolo.

Quale inflazione?

Il coefficiente dell’inflazione a cui si fa riferimento è l’indice dei prezzi al consumo armonizzati della zona Euro escluso il tabacco: HICP (euro zone). I valori puntuali dell’indice sono reperibili sul sito internet dello Statistical Office of the European Communities – Eurostat. Ciò significa che il valore del nostro investimento in BTP€i si adegua alla dinamica dei prezzi della zona Euro.

Come avviene l’indicizzazione?

Il moltiplicatore anti-inflazione di cui abbiamo parlato si chiama “Coefficiente di Indicizzazione” (IC, Indexation Coefficient).Tale grandezza deriva dal rapporto tra due valori denominati “Inflazione di Riferimento” (Reference Inflation) e “Inflazione base” (Base Inflation):

L’Inflazione di riferimento è il valore dell’indice dei prezzi al consumo misurato il giorno della compravendita o dello stacco cedolare. Si attualizza a partire dai valori dell’indice dei prezzi dei due mesi e dei tre mesi precedenti la data di calcolo.

Definito il Coefficiente di Indicizzazione (CI), risulta semplice il calcolo sia del valore di rimborso del titolo che la valorizzazione della cedola.

Valore di rimborso del titolo  =  Valore nominale BTP€i   x    CI

Ricordiamo che, anche in caso di diminuzione dell’indice dei prezzi, il valore di rimborso a scadenza del titolo non sarà mai inferiore al valore nominale 100.

Cedola  =  Tasso % (predeterminato all’emissione)   x   valore nominale BTP€i    x   CI

Quotazione e altre caratteristiche

Le scadenze previste per questa tipologia di titoli sono a 5,10,15 e 30 anni (medio/lungo termine) rappresentando perciò strumenti particolarmente adatti per gli investitori che ricercano periodici flussi cedolari semestrali indicizzati all’inflazione dell’Eurozona ed il cui fine primario di investimento risulta essere la tutela del valore reale del capitale investito su un orizzonte temporale non di breve termine.

Ricordate che i lotti minimi, la quantità minima acquistabile sul mercato secondario (MOT), è 1.000 € di valore nominale ma tali strumenti sono quotati in “termini reali”. Questo significa che il prezzo evidenziato sul MOT non include il “fattore” di Indicizzazione (IC), e per il corretto calcolo del prezzo di negoziazione è sempre necessario moltiplicare il valore espresso sul mercato (prezzo secco) per il Coefficiente di Indicizzazione relativo al giorno di valuta della transazione.

Ultima annotazione utile per i risparmiatori che intendono coprirsi dal rischio inflazione contro i rincari dei prezzi nazionali (e non area Euro): lo Stato italiano ha recentemente emesso (marzo 2012) la prima tranche di titoli del Debito Pubblico legati all’andamento dell’indice dei prezzi FOI (prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al netto dei tabacchi).

Rimandiamo la trattazione di aspetti tecnici di questo strumento ad altra occasione, accennando solo al fatto che, pur essendo la finalità dello stesso simile a quella dei BTP€i (copertura del capitale dall’inflazione), prevede:

  • una scadenza più breve (4 anni),
  • un “bonus” riconosciuto ai sottoscrittori del bond in emissione che lo mantengono in portafoglio fino alla scadenza pari allo 0,4% del valore nominale
  • la tutela del capitale investito verso spinte rialziste dei prezzi nazionali (italiani) e non della zona euro.

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