Cosa dobbiamo aspettarci per l’anno prossimo?
È la domanda che si pongono in molti quando un anno volge al termine. Tra questi anche il World Economic Forum (Wef), che l’ha girata ai membri del Global Agenda Council (oltre 1.500 opinion leader e massimi esperti nel loro campo: affari, università, governo, società e organizzazioni internazionali).
E così, il Global Agenda Council , più che fare previsioni su cosa accadrà nel 2014, ha indicato i dieci temi scottanti che dovrebbero catturare l’attenzione dei politici l’anno prossimo. Ordiniamoli in base alla loro significatività a livello mondiale, in una scala da 1 a 10.
Dieci priorità per il 2014 secondo il Global Agenda Council del Wef
Approfondiamo ora la Top 3 dei temi più caldi e i pareri in merito dei membri della Global Agenda 2014, tratti dall’Outlook on the Global Agenda 2014.
Crescenti tensioni sociali in Medio Oriente e Africa
“È in corso una battaglia di idee nel mondo arabo, che sta polarizzando una regione le cui prospettive di lungo periodo sono molto incerte”
Tarik Yousef, vicepresidente del Global Agenda Council nel mondo arabo
Due anni fa si pensava che la Primavera Araba avrebbe portato una ventata di democrazia in Egitto, Libia e Turchia, ma ciò non è accaduto. Le tensioni sociali in Medio Oriente e Africa restano quindi una delle più grandi sfide per il 2014.
Ampliamento delle disparità di reddito
“Nei Paesi con robusta crescita a livello macroeconomico, segmenti sempre maggiori dei cittadini sono lasciati indietro. Gli effetti di una crescente disparità di reddito si vedono anche all’interno delle maggiori nazioni mondiali, da quelle emergenti come Cina e India, a quelle sviluppate come il Nord America”
Helene D. Gayle, membro del Global Agenda Council su povertà e sviluppo sostenibile
Man mano che un maggior numero di persone vede crescenti minacce alla propria istruzione, al reddito e alla salute, si formano movimenti contro la disparità di reddito. E sono spesso i giovani disoccupati a scendere in piazza, perché sentono di non avere nulla da perdere. Secondo il World Economic Forum bisogna affrontare la povertà con un approccio di lungo periodo, offrendo alle persone la capacità di affrontare le sfide, l’abilità di rialzarsi dopo i fallimenti (quella che gli psicologi chiamano resilienza) e le competenze utili nel mondo del lavoro.
Persistente disoccupazione strutturale
“Una generazione che inizia a lavorare nella completa disperazione sarà più vulnerabile a politiche populiste e difetterà delle competenze fondamentali che si sviluppano a inizio carriera. Questo mette a rischio l’Unione Europea, dato che i Paesi con maggiore tasso di disoccupazione giovanile sono quelli periferici”
S. D. Shibulal, membro del Global Agenda Council sulle multinazionali emergenti
La disoccupazione strutturale che affligge persone di tutto il mondo, in particolare i giovani, è la mancanza di un impiego legata all’assenza di corrispondenza tra le abilità del lavoratore (offerta) e quelle richieste dal datore di lavoro (domanda). Il World Economic Forum avverte che, se non si risolve questo problema, si rischia la stagnazione economica e un’impennata del crimine. Prendendo atto del fatto che sono finiti i tempi in cui si lavorava in un’unica azienda per tutta la vita, l’istituto di Davos consiglia di offrire incentivi alle imprese per creare lavoro e per investire nei loro dipendenti, rendendoli più competitivi a livello globale.
Finito di sfogliare l’Outlook on the Global Agenda 2014, ci resta solo da capire se, come e quando le dieci priorità saranno concretamente affrontate dai leader globali.
Ma questa è un’altra storia, tutta da scrivere nel 2014. O almeno, speriamo.