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Grafico della settimana: Waiting for (a new) LTRO – ovvero capire la curva dei rendimenti italiana

Il grafico mostra la notevole performance della parte a breve termine della curva dei rendimenti italiana dall’annuncio e la conseguente introduzione dell’LTRO (il finanziamento a 3 anni della BCE) ad oggi. Dei benefici del LTRO aveva già scritto Serena Torielli qui. E più volte si è detto in questo blog che Mario Draghi ha la chance di essere ricordato o come l’uomo che ha contribuito a salvare l’Euro, o come l’ultimo Governatore della Banca Centrale Europea.

Forse è esagerato, resta comunque il fatto che la crisi del debito europeo non dipende solo e soltanto dalle decisioni “politiche” (manovre di risanamento locali, fiscal compact, manovre per la crescita), ma anche da un ritorno dell’appetito per il rischio, che può prendere forma solo grazie alla disponibilità illimitata di liquidità per gli istituti finanziari europei, ossia ad una presenza attiva della Banca Centrale Europea. Abbiamo sfiorato un collasso del sistema bancario ma, grazie alle misure della BCE, le banche stanno progressivamente passando da essere parte del problema a parte della soluzione.

È indubbio che l’LTRO abbia riacceso l’appetito per i titoli italiani, come per quelli spagnoli. Ovviamente altri fattori hanno contribuito al miglioramento della situazione italiana: il nuovo governo ha ripristinato la credibilità dell’Italia e i meeting europei ora si svolgono tra Merkel, Sarkozy e Monti (da Merkozy a Mermozy?). L’insediamento del Governo Monti ha riportato la curva dei rendimenti italiana da una forma invertita (tassi a breve più alti di quelli a medio lungo), dalla quale è buona norma tenersi alla larga, ad una forma “ripida e positivamente inclinata” ossia ad una curva che “si compra”.

(Clicca per ingrandire l’immagine)


Ma la scelta della BCE ha rappresentato una svolta verso la progressiva soluzione della crisi del debito europeo. E non ci riferiamo solo all’LTRO ma anche ad  altre misure che hanno contribuito a far tornare l’appetito per il rischio: l’ampliamento delle tipologie di titoli accettati come collaterale dalla Banca è un altro punto importante. Riteniamo che la BCE sia pronta a modificare ancora la sua politica affinché la liquidità che per ora è fluita dalle casse di Francoforte alle casse delle banche dei diversi Paesi europei venga finalmente immessa nell’economia reale.

Dopo l’ultimo vertice europeo, proprio Draghi si è affrettato a dichiarare che l’Europa ha fatto passi importanti verso il coordinamento fiscale (fiscal compact) e ci pare che stia cercando una “scusa” per poter accelerare con quelle che non chiamerà mai “misure di Quantitative Easing” (QE), ma che di fatto lo saranno. La monetizzazione del debito è ancora da escludere ma la BCE potrebbe decidere di allargare lo scopo del SMP (Security Market Program) ad esempio scegliendo di acquistare titoli finanziari senior, incentivare la concessione di finanziamenti alle piccole e medie imprese, ecc…

Sarà importante vedere come si comporteranno le Banche per il nuovo LTRO e quali altre misure verranno affiancate a questa nuova immissione di liquidità. Da monitorare l’ampiezza dell’adesione in termini geografici, non necessariamente un LTRO da 1 trilione sarà cosa buona: i mercati potrebbero interpretarlo come segnale di un sistema finanziario ancora in forte crisi, ma finanziamenti che non vanno solo a banche italiane o spagnole ma anche a banche finlandesi ad esempio potrebbe stabilizzare ulteriormente il mercato.

Non corriamo troppo, la crisi è ancora in corso e rimangono molteplici fattori di rischio come ad esempio PSI greco (Private sector involvement, ovvero l’impegno volontario dei creditori privati per la ristrutturazione del debito greco), il contagio al Portogallo, le elezioni politiche in alcuni importanti Paese…) ma ci pare che i segnali siano decisamente migliori di qualche mese fa.

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