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Grafico della settimana: allarme disoccupazione giovanile, ecco i dati per Paese

L’Italia non è un Paese per giovani. Però anche il resto d’Europa non scherza.

Lo dicono i dati del terzo trimestre 2013 sulla disoccupazione, rilasciati da Eurostat il 30 ottobre scorso.

Nel grafico che proponiamo, confrontiamo il tasso di disoccupazione totale con il tasso di disoccupazione giovanile.

Entrambi i valori sono calcolati come il rapporto tra numero di disoccupati e forza lavoro (somma di occupati e disoccupati). Secondo la definizione dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (Ilo), i disoccupati sono coloro che nella settimana della rilevazione soddisfano contemporaneamente questi requisiti: non lavorano, vorrebbero lavorare e stanno cercando un’occupazione.

La differenza è che il tasso di disoccupazione totale considera l’intera popolazione in età lavorativa (fra i 15 e i 65 anni), mentre il tasso di disoccupazione giovanile prende in considerazione solo gli individui con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni.

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Qualche considerazione sul grafico:

  • i giovani solo coloro che più stanno soffrendo le conseguenze della crisi economica sul mercato del lavoro: in tutti i Paesi considerati i giovani sono più penalizzati rispetto agli adulti in termini di disoccupazione, nella fattispecie il tasso di disoccupazione giovanile è circa il doppio di quella riferita alla popolazione totale in età da lavoro;
  • una situazione relativamente più equa in termini di opportunità occupazionali si trova in Germania, dove il differenziale fra disoccupazione dei giovani e degli adulti è pari a solo un punto e mezzo percentuale;
  • la situazione è particolarmente grave nei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) e a Cipro, dove la disoccupazione giovanile è compresa fra il 40,4% del Belpaese e il picco iberico del 56,6%;
  • per quanto riguarda il nostro Paese, ricordiamo che il tasso di disoccupazione ha portato l’Italia indietro di tredici anni e che la disoccupazione giovanile è ai massimi dal 1977, anno in cui sono state calcolate per la prima volta le serie storiche trimestrali dall’Istat.

Nel 1999, Tony Blair scrisse:

La migliore difesa contro l’esclusione sociale è avere un lavoro”

Parole su cui val la pena riflettere, oggi più di ieri.

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