Gli astronomi hanno ampia evidenza che una non meglio identificata forma di materia è responsabile per il 90% della forza di gravità esistente nelle galassie: la chiamano “materia oscura”. Analogamente, è verosimile che buona parte di quanto è successo sui mercati finanziari e nelle tasche dei risparmiatori dalla crisi Lehman Brothers a oggi sia spiegabile da una forza oscura: il rischio di contagio nell’Eurozona (cliccate sul link e leggete il post per i dettagli). Su questo blog ne abbiamo parlato mesi fa, offrendo anche un tentativo di misurazione.
Per riprendere il filo del discorso, stiamo parlando del rischio che un elemento del sistema finanziario in gravi difficoltà (la Grecia o una grande banca dai bilanci malconci, ad esempio) possa diffondere un virus che si propaga velocemente e con impatto violento su altri elementi del sistema, con un effetto complessivo catastrofico. Uno tsunami finanziario, insomma.
Per fortuna ci sono state diverse buone notizie sul fronte europeo negli ultimi mesi: in primis la BCE ha agito da baluardo nei confronti degli operatori più aggressivi, assicurando liquidità e stabilità finanziaria al sistema e la Grecia ha ottenuto la nuova tranche di aiuti. Come ricaduta positiva, i rendimenti delle obbligazioni dei Paesi periferici sono scesi, consentendo allo spread BTP-Bund di calare sensibilmente, oltrepassando la soglia psicologica dei 300 punti base. Forse nessuno pensa che la crisi finanziaria sia passata, ma qualcuno potrebbe pensare che l’uscita del tunnel sia più vicina.
Mi è sembrato allora interessante effettuare una nuova misurazione del rischio di contagio nell’Eurozona: un riscontro numerico aggiornato per meglio comprendere la portata dei miglioramenti avvenuti. Ecco il grafico.
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Stima del rischio di contagio effettuata utilizzando la metodologia statistica nota come “Principal Component Analysis”, applicata agli spread dei titoli di Stato quinquennali dei Paesi dell’Eurozona, calcolati rispetto al rendimento del titolo tedesco di pari scadenza. Dati giornalieri di rendimento di fonte Bloomberg, elaborazioni Advise Only. Periodo di rilevazione dei dati 5/11/2007-5/12/2012.
Dal grafico emerge subito che il rischio di contagio è tornato ai livelli della primavera 2011. È sceso molto, sì, ma resta in assoluto elevato rispetto ai livelli pre-crisi Lehman Brothers. Dunque attenzione: la compiacenza è una nemica subdola e può indurci a sottostimare i rischi potenziali tuttora presenti.
Ciò che infatti è sempre più evidente è un graduale “passaggio di testimone” tra fattori di rischio: dai rischi finanziari a quelli economici.
Prima le preoccupazioni erano prevalentemente legate ai mercati finanziari, alla perdita di fiducia degli operatori nei titoli di Stato e nella solvibilità delle banche, con conseguente paura di possibili default multipli e frattura scomposta del blocco euro. Ora preoccupa maggiormente il deterioramento dell’economia, la spirale negativa nella quale si avvitano politiche di austerità e assenza di crescita, accompagnata da disoccupazione e crescente instabilità sociale.
Per questo il rischio contagio rimane silenziosamente in agguato sotto la sabbia: non sparirà finché i Governi non troveranno una ricetta credibile per far coesistere stabilità finanziaria, crescita economica e occupazione.
Devono fare in fretta: tempus fugit.
Vuoi tenere sotto controllo il rischio-Paese e il rischio dei mercati finanziari? Niente di più facile: accedi al sito www.adviseonly.com e clicca su “Barometro del Rischio” (oppure prova a giocare con il Barometro su Facebook). Si tratta di un’applicazione gratuita a disposizione dei nostri utenti che segna il livello di stress dei mercati finanziari globali.
Inoltre potete navigare nella sezione Analisi Mercati / Mappamondo finanziario, sempre gratuita, qui troverai aggiornati quotidianamente:
- il rendimento effettivo lordo a scadenza del titolo di Stato,
- la Performance storica delle obbligazioni,
- lo spread dei Paesi europei,
- la performance storica delle azioni,
- il Rischio per Paese.
Buona navigazione!
Michela Ortiz / Dicembre 5, 2012
Mi sembra in generale si enfatizzi troppo la discesa dello spread. Perché quanto il rilancio dell’economia dipende dallo spread?
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Guido / Dicembre 10, 2012
raffae’, la prossima volta fatti i cazzi tuoi che è meglio.
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