Dopo i deludenti dati del PIL del primo trimestre di USA, Cina e altre economie dei Paesi Emergenti (tra cui la Russia), anche il Fondo Monetario Internazionale ha dovuto rivedere al ribasso le stime di crescita del PIL per l’anno in corso: nel 2014 la crescita mondiale si ridimensiona dal 3,7% a/a al 3,4% a/a mentre rimane invariata al 4,0% per il 2015.
Le previsioni dell’Fmi Paese per Paese
In questa speciale classifica i Paesi Emergenti continuano ad essere il motore trainante della crescita mondiale, mentre tra i Paesi sviluppati spiccano UK, gli USA e la solita Germania.
In Italia, il PIL è stimato in crescita per l’intero biennio, ma a un ritmo decisamente inferiore agli altri Paesi sviluppati. Inoltre, il nostro Paese detiene un altro primato non particolarmente lusinghiero: è l’unico tra Paesi sviluppati ad aver subìto una doppia revisione al ribasso del PIL (nel 2014: -0,3%; nel 2015: -0,1%).
Rischi e condizioni macroeconomiche mondiali
Per quanto riguarda i fattori di rischio, il Fondo pone l’accento su:
- un aumento dei prezzi del petrolio in seguito alle tensioni geopolitiche;
- un aumento più rapido del previsto dei tassi d’interesse (in modo particolare in USA);
- un prolungato periodo di bassa crescita e inflazione, in particolare per l’Eurozona;
- problemi strutturali dei Paesi Emergenti.
Le nuove previsioni del FMI non cambiano lo scenario di fondo che prevede:
- una modesta crescita dell’economia mondiale, sostenuta da politiche monetarie espansive e da un minore consolidamento fiscale (in modo particolare nella zona euro);
- un’accelerazione dell’attività nella seconda parte dell’anno, favorita dalla ripresa dell’economia USA e dalle manovre correttive in Cina.
Ancora lontani dall’uscita del tunnel. Soprattutto per l’Italia che a fatica riesce a mettere il segno + dopo anni di recessione.