Nel 2011 valeva meno di 1 dollaro ma a dicembre 2013 sfiorava i 1.150, per poi crollare del 60% e più nelle settimane successive e tornare a 485 dollari nei giorni scorsi. Sacerdoti del web con il culto di “The Matrix” la considerano la moneta anarchica del futuro, il mondo della finanza la guarda con un po’ di sospetto e la maggior parte della gente non ha idea di cosa sia, anche se quasi tutti ne hanno sentito parlare.
Bene, ciurma: oggi il vostro Jack vi racconta le cose essenziali da sapere sul Bitcoin (giusto per evitare bidoni).
Cos’è il Bitcoin?
È come l’euro, o il dollaro, o lo yen: una divisa, insomma. Solo che non è legata a nessun Paese. Nessuna banca centrale ne regola la crescita, controlla l’inflazione e dà garanzie. Non è né di metallo, né di carta filigrana (anche se in realtà qualche esaltato ha stampato “certificati Bitcoin”): è una divisa digitale, nata sul web e destinata a circolare sul web. Ha però un tasso di cambio con le altre divise (al momento in cui scrivo, per acquistare un Bitcoin sono necessari 482,49 dollari e 349,09 euro).
Nel grafico sotto, vediamo l’andamento delle il cambio USD/Bitcoin, ossia il valore di 1 Bitcoin in dollari USA dal 2011 a oggi.
Il Bitcoin quindi può essere venduto e comprato, pagando con soldi veri, su siti come BTC-e o Tradehill. Alcune aziende accettano Bitcoin come mezzo di pagamento; fra le altre, la piattaforma di blogging WordPress, la squadra NBA dei Sacramento Kings, il produttore di videogame Zynga e la Virgin Galactic (la società di viaggi spaziali del miliardario Richard Branson). Così, se volete emulare Capitan Harlock, potete tranquillamente pagare in Bitcoin.
Da dove viene il Bitcoin?
L’idea è di Satoshi Nakamoto, figura non meno leggendaria di Neo e Morpheus di “The Matrix”: addirittura, s’ignora se questo Satoshi Nakamoto sia un individuo oppure un gruppo di programmatori.
Il protocollo del progetto Bitcoin prevede che ogni 10 minuti un software renda automaticamente disponibili online 25 nuovi Bitcoin: se li aggiudicano coloro che per primi risolvono un complesso problema matematico che identifica la chiave d’accesso, una sequenza di lettere e numeri. È una specie di puzzle per programmatori. Tutto in perfetto stile cyberpunk, come vedete.
Questo processo di ricerca si chiama “mining“, cioè estrazione. Individui e società si sono lanciati in questa corsa all’oro digitale, investendo in hardware e software, nella speranza di decifrare il codice e aggiudicarsi i Bitcoin. C’è un tetto al numero di Bitcoin: 21 milioni. Oggi ne sono stati “estratti” circa 12 milioni, ma la chiave d’accesso diventa sempre più complicata e il processo di estrazione sempre più difficile. L’idea è di mantenere sotto controllo il tasso di crescita della moneta digitale.
Problemi da utopia Bitcoin
Le transazioni effettuate con Bitcoin non sono facilmente tracciabili (quindi, in effetti, forse la moneta digitale ha un futuro in questo marcio Paese di evasori fiscali). Naturale che il Bitcoin sia usato sul mercato nero web (ad esempio su Silk Road Hidden Website) per transazioni riguardanti droga e altra roba illegale; altrettanto naturale che sia arrivata l’FBI e li abbia blindati.
Lo scorso febbraio, la Borsa giapponese Bitcoin Mt. Gox ha chiuso per bancarotta: molti dei Bitcoin sono svaniti nell’etere, “perduti nel tempo come lacrime nella pioggia” (e ora vediamo chi scopre la citazione).
Negli USA tasseranno i capital gain su Bitcoin. E la Cina, in aprile, ha ordinato alle banche la chiusura dei conti Bitcoin. Insomma, son tempi duri per Morpheus e Neo.
Voi e il Bitcoin
Può venirvi in mente, dopo esservi scolati mezzo litro di rum e in preda a “libido speculandi”, di comprare un po’ di Bitcoin, nella speranza che il prezzo salga, pagandoli con euro veri. Liberissimi di farlo, specie se vi piace la volatilità: a giudicare dai mesi passati, ne avrete a volontà. Plusvalenze, chissà…
Poi c’è il “mining“. In effetti, teoricamente, chiunque in possesso di un computer può “estrarre” Bitcoin indovinando la giusta sequenza di numeri e lettere. C’è chi vende il software per farlo. Però voi, ciurma, mi spiace dirvelo, avete davvero scarse possibilità: orde di aziende piccole e grandi, molte di casa nella Silicon Valley, si dedicano a tempo pieno all’estrazione di Bitcoin con hardware e software molto potenti (e costosi), che consumano enormi quantità di energia elettrica (si stima che l’energia elettrica consumata negli ultimi 5 anni per estrarre Bitcoin possa illuminare la Torre Eiffel per 260 anni).
Riassumendo: avete scarse possibilità di estrarre Bitcoin, con i quali peraltro potete comprare le stesse cose che potete comprare con volgarissimi euro, oppure con una carta di credito, o con Paypal. Inoltre, se la banca o pseudo-banca dove avete depositato i Bitcoin fallisce, o viene fatta chiudere da un’autorità, nessuna banca centrale verrà in vostro soccorso.
Forse si può vivere senza Bitcoin, che ne dite?
HostFat / Aprile 24, 2014
Anche l’oro è difficile da estrarre, meglio liberarsene quindi?
Il Bitcoin è al pari di un “oro digitale”.
Si può tenere al sicuro in casa propria, ma a differenza dei soldi sotto al materasso, si può utilizzare per fare scambi ovunque nel mondo, dove sia presente giusto una connessione ad Internet. Zero burocrazia, nessuna licenza, nessuna registrazione richiesta.
Come obbiettivo del Bitcoin ci potrebbe essere quello di diventare una valuta mondiale. In questo caso ci sarebbe ancora la volatilità?
Il Bitcoin è una moneta merce, e non una moneta a debito come l’euro e il dollaro.
Quando si sta pagando, non si sta pagando con del credito fornito da un terzo (vedi paypal o carte ecc …), si sta pagando proprio “con quei Bitcoin”.
E’ anche per questo appunto definito contante digitale.
La non-tranciabilità è fondamentale per un “oggetto” per poter diventare una moneta, non può essere moneta se non è fungibile.
Tanto più sarebbe una moneta tendezialmente deflativa anzichè inflattiva, e questo cambierebbe del tutto il modo di funzionare dell’economia mondiale e degli stati (che dovrebbero anch’essi cambiare)
Un articolo, non sul Bitcoin, ma riguardo a questo tema:
http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/03/e-alle-porte-una-deflazione-di-massa.html
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Gigi Lupini / Aprile 24, 2014
Sui bitcoin non so una mazza, ma il sesto senso mi dice che puzza, e molto, la cosa. Paragonare poi un'”invenzione” elettronica all’oro mi sembra abbastanza duro da digerire. Preferirei tenere in mano (o sotto il materasso) dell’oro piuttosto che la moneta- merce bitcoin. Una riflessione ulteriore sulla moneta-merce: andiamo avanti o torniamo indietro? Perché non tornare allora al sale o alle capre o ai baratto.
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