Il luogo comune
“Sto aspettando il momento giusto per investire”
L’evidenza: si ottengono pessimi risultati con il market timing
Stando ai dati storici, la gente ottiene pessimi risultati nel tentativo di fare market timing: i risparmiatori inseguono continuamente le performance, finendo con il comprare e vendere nel momento sbagliato. Pensano di essere più bravi di migliaia di gestori professionali di fondi comuni. E così vendono e comprano, cercando di anticipare i movimenti del mercato. Il problema è uno solo: non funziona.
Come mostra il grafico, negli ultimi 5 anni gli errori di market timing sono costati in media lo 0,86% annuo al popolo dei risparmiatori europei (“Mind the gap 2018 – Europe”, Morningstar). Il market timing è stato sbagliato in tutte le tipologie di fondi comuni: azionari, obbligazionari, bilanciati e alternativi, con punte dell’1,3% all’anno (che, su un arco di 5 o 10 anni corrisponde rispettivamente circa al 5% e al 10%, mica poco).
La verità: conviene restare investiti
Più che il market timing, conta il “tempo nel mercato”: cioè stare investiti. Quando la volatilità si alza, è facile essere preda dell’emotività, abbandonando la strategia d’investimento scelta razionalmente. Sfortunatamente, ciò aumenta di molto il rischio di “mancare” le migliori giornate sui mercati: questo danneggia la performance di lungo termine. Dunque, quando si adotta una strategia d’investimento conviene seguirla sempre, anche quando sembra che le cose non vadano benissimo. Perché a cercare di inseguire lo spettro del market timing si perdono tante occasioni: nella smania di evitare le crisi, si finisce con l’essere disinvestiti nei momenti più inopportuni, perdendo le performance migliori.
Dopo ogni crisi, i mercati hanno sempre recuperato. Ci vuole pazienza e disciplina
I crash di Borsa1 accadono perché il mercato finanziario è un sistema complesso. Come il clima terrestre, nel quale si verificano temporali, tifoni e tempeste, ma poi torna il bel tempo. Analogamente, sui mercati finanziari ci sono brusche oscillazioni, momenti di panico, ma poi le performance tornano ad essere positive. Questa è la lezione della storia.
La soluzione: investire gradualmente nel tempo con un PAC
I mercati finanziari sono notoriamente difficili da prevedere e abbiamo visto come la ricerca del market timing abbia ricadute spiacevoli sulle performance degli investimenti. Il peggior nemico dell’investitore è sé stesso, la sua psiche. Perciò meglio evitare la ricerca del momento ottimale. State calmi e non fatevi distrarre dal “rumore” dei titoloni gridati sui giornali e in televisione. Puntate su disciplina e regolarità, siate focalizzati sul lungo termine. Utilizzate i PAC (Piano di Accumulo del Capitale2), con fondi comuni o ETF, anche con piccole somme di denaro: ci sono buoni motivi per aspettarsi un significativo accumulo di capitale nel tempo. Guardate l’esempio del grafico: 1.000 euro investiti all’avvio dell’euro in un portafoglio bilanciato (50%-50% in obbligazioni e azioni internazionali), versando poi 10 euro ogni mese. Dal ’99 a oggi i mercati hanno visto lo scoppio della bolla dot.com, l’attentato alle Torri Gemelle, la crisi subprime e il default di Lehman Brothers, la crisi della zona euro. Ebbene, quest’ipotetico investitore ha versato poco più di 2.000 euro e oggi se ne ritrova circa 4.500 (alla faccia del market timing). Siate onesti con voi stessi: chi non lo può fare?
1 – Chi ha paura dei crash di Borsa?
2 – #ABCfinanza: PIC vs PAC, meglio investire tutto e subito o con gradualità?
Bernardo Calini / Gennaio 30, 2017
Interessante… Da diffondere
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