Ai nostri convegni chiediamo spesso ai presenti chi di loro abbia mai sentito parlare di Bitcoin. Ogni volta si alza uno stuolo di mani (quasi tutte), a conferma della popolarità dell’argomento criptovalute. Anche tu, lettore di questo post, probabilmente alzeresti la mano.
Alla nostra successiva domanda “Quanti di voi investono, o hanno investito, o detengono attivamente Bitcoin?“, di solito un’esigua minoranza tiene la mano alzata – in media 1 su 10 dei presenti – e parliamo di persone con elevata cultura finanziaria.
Questo copione si ripete ad ogni nostro evento, corso o seminario. Affrontando il discorso di Bitcoin e criptovalute si entra in un territorio popolato di leggende metropolitane e aneddoti di ogni tipo. Ci si rende conto che la maggior parte delle persone che ne parlano non vi hanno mai investito. All’ulteriore nostra domanda “Voi che detenete Bitcoin, avete mai investito in ICO (Initial Coin Offer)?”, la risposta come potete immaginare è risultata, fino ad oggi, sempre negativa.
Secondo noi, invece, ICO accuratamente studiate e ben selezionate sono uno degli investimenti più interessanti disponibili sul mercato. La storia ci dice che in alcuni casi le ICO hanno generato profitti a tre/quattro cifre, valori che il mondo degli investimenti tradizionali difficilmente potrà mai offrire.
Cosa sono le ICO (Initial Coin Offering)?
Le ICO sono un modo innovativo con cui le imprese possono raccogliere del capitale. Tuttavia, a differenza delle normali IPO (Initial Pubblic Offering) con le ICO, le aziende in cerca di capitale si finanziano in criptovalute e gli investitori ricevono dei token piuttosto che titoli azionari.
Una ICO si articola in diverse fasi.
- Innanzitutto, per emettere la propria moneta, la società dovrà servirsi di una tecnologia sottostante che ne assicuri la trasferibilità (chiamata blockchain), o creandola da sé, o usando piattaforme di terze parti come quella di Ethereum.
- La società offerente deve redigere un documento (white paper) che comprenda la descrizione del progetto, gli aspetti tecnici, i tempi di consegna, la quantità di capitale richiesto, il totale di moneta virtuale che emetterà (token), la percentuale di token che l’azienda tratterrà per sé stessa e altre informazioni tecniche che serviranno agli investitori per valutare la bontà del progetto.
- Fissata la data di inizio dell’ICO, la società può iniziare a raccogliere denaro, vendendo i propri token e ricevendo in cambio o altra criptovaluta (come Bitcoin o Ether) o moneta reale (Dollari, Euro).
- L’ultima fase riguarda la durata della campagna di ICO: se entro la scadenza si riesce a raccogliere la somma prestabilita, il progetto continua; se non si raggiunge il target si procederà a restituire il capitale raccolto agli investitori, proprio come accade per numerose iniziative di crowdfunding.
Chi si finanzia con le ICO?
Al momento, le ICO sono state utilizzate per finanziare progetti inerenti alla blockchain, ma possono essere utilizzate da ogni tipo di business (come ad esempio finanziarie un nuovo browser). Teoricamente, nessuno vieta ad un fiorista di finanziare la sua attività attraverso una ICO.
I fattori di successo delle ICO
Per le aziende, oltre a offrire dei vantaggi in termini di normativa, creare una ICO è diventato relativamente semplice: nel 2014, l’inventore di Ethereum (primo concorrente del Bitcoin) ha replicato la stessa piattaforma tecnologica (chiamata blockchain) del Bitcoin, con il vantaggio di avere un sistema più semplice e permettendo ad altri sviluppatori di intraprendere la stessa strada.
Ecco spiegato, oltre al successo degli Ether, il successo delle ICO grazie a questo nuovo paradigma: molti progetti innovativi vengono infatti creati sulla blockchain di Ethereum, vendendo di fatto la loro moneta e ricevendo in cambio Ehter per finanziare il progetto stesso. Nel bene e nel male, le ICO stanno creando dibattito, oltre che interesse.
La nostra esperienza in criptovalute: due casi di successo
Quando parliamo, scriviamo e prestiamo consulenza su criptovalute, lo facciamo sulla base di un’ampia esperienza pratica acquisita sul campo, verificabile visitando il nostro sito gwam.ch.
Un mese fa abbiamo comperato HEXTRACOIN (HXT) in ICO al prezzo di 1 dollaro l’una e grazie a connessioni veloci e computer con configurazioni e settaggi adeguati, siamo riusciti a conquistarne in varie aste un totale di 1100, con esborso complessivo pari a 1.100 dollari.
Per darvi un’idea del potenziale esistente nel mondo delle ICO, ma anche della sua volatilità (e potenziali rischi), il primo giorno di quotazione, lo scorso 9 novembre, Hextracoin scambiava in area 14 dollari, leggete bene, 14 dollari, con una percentuale di apprezzamento del 1400% in meno di due settimane. Oggi, 22 novembre, data in cui stiamo scrivendo questo articolo, HXT quota 36,27 dollari e i 1100 dollari (0,2 Bitcoin) investiti un mese fa, sono diventati 39.897 dollari (4,8 Bitcoin).
Restiamo sempre impressionati dai volumi scambiati. Solo su Hextracoin, moneta appena quotata e probabilmente del tutto sconosciuta alla maggior parte dei lettori, sono stati scambiati oltre 40 milioni di dollari, rendendolo un mercato estremamente liquido e liquidabile, al pari degli strumenti di finanza tradizionale.
Per restare in tema di attualità, il 6 novembre si è chiusa BITSERIAL (BTE). Nell’Initial Coin Offering sono state vendute 8.000.000 unità. Dopo attento studio, abbiamo deciso di investire e consigliare l’acquisto a 0,75 dollari: si poteva acquistare a 0,50$ ma abbiamo preferito valutare approfonditamente l’affidabilità tramite due diligence dedicata e contatto diretto con il team di sviluppatori. In questo momento Bitserial scambia a 6,15€ con un volume di scambio che nelle ultime 24 ore è stato di 3 milioni di dollari.
I rischi e le potenzialità delle ICO
Le due ICO di cui vi abbiamo parlato sono solo un timido esempio dell’enorme potenzialità che le nuove monete digitali possono esprimere e della portata rivoluzionaria della tecnologia sottostante. I servizi che tali monete possono offrire vanno da semplice strumento di pagamento fino alla condivisione dei risultati reddituali di progetti industriali di ampio respiro.
Ovviamente ad alti rendimenti corrispondono alti rischi: molte di queste ICO non avranno lo sviluppo immaginato, altre spariranno senza lasciare traccia. Questo tipo di investimento va ponderato e inquadrato in una gestione del patrimonio equilibrata e ben diversificata in termini di rischi.
Consci dei rischi, noi apprezziamo la possibilità di partecipare a start up entusiasmanti nella fase iniziale, quando l’idea imprenditoriale inizia a prendere forma e può esprimere tutto il suo potenziale di rivalutazione. Attraverso questo strumento oggi sarebbe stato possibile diventare partner di Zuckerberg quando era ancora all’università e sognava di creare un social network tra gli studenti, quando invece abbiamo dovuto aspettare la quotazione in Borsa di Facebook per diventare suoi soci.