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AO Tutor Focus | Terrorismo e mercati, la relazione inesistente

Il numero di attacchi terroristici è aumentato negli ultimi anni, arrivando a colpire anche Paesi molto vicini al nostro. I mercati però sembrano non dargli peso e continuano per la loro strada.


Di recente accanto agli analisti di mercato sempre più spesso si affiancano specialisti di geopolitica: quando le certezze su cui si è fondato l’ordine mondiale del dopoguerra (la NATO, l’Europa, l’influenza e l’egemonia degli Stati Uniti) vengono messe in discussione, il mix di competenze non può che essere un valore.

Sono iscritto ad una decina di newsletter di geopolitica e quasi tutte hanno in comune una visione non proprio ottimista del mondo che verrà. Nel libro che ho letto sul tema, “Ordine Mondiale” di Henry Kissinger, l’autore spiega come le relazioni internazionali possano essere lette in un’ottica d’imposizione di una civiltà sull’altra della propria cultura e leggi. Dopo questo libro, mi sono fatto l’idea che l’ordine mondiale è un po’ come il “livello di equilibrio” per gli economisti: una forza inesorabile di lungo termine a cui tutto tende.

Si ma nel breve/medio periodo, come la mettiamo?

L’esperienza empirica (a discapito dei libri di testo) ci dice che l’economia può non essere in equilibrio per anni; allo stesso modo prima che si materializzi il nuovo ordine mondiale ci vorrà del tempo. Nel frattempo i mercati si aggiustano e noi dobbiamo prendere delle decisioni.

A poche ore dall’attacco terroristico in Svezia e dal cambio di strategia americana in Siria, i mercati hanno recuperato tutto il terreno perduto. Come spesso accade in questi casi, la prima reazione (emotiva) spinge gli attivi difensivi come l’oro o lo yen. Quando però i mercati si rendono conto che lo scenario di rischio non è cambiato, l’eccesso di reazione viene velocemente riassorbito.

Lo stesso schema accadde dopo i terribili attacchi di Parigi del 2015, dopo gli attentati di Londra (luglio 2005), Madrid (marzo 2004) e dopo New York (11 settembre 2001). La storia ci insegna che generalmente l’impatto di questi attacchi terroristici, per quanto tragici e drammatici, è di breve periodo.

Nessun effetto sui portafogli

Per ora quindi non muoviamo i portafogli, ma rimaniamo vigili sui riflessi che queste eventi possono avere sulla stabilità economico-finanziaria, specialmente in un contesto in cui il rischio politico è un freno all’azione riformatrice e di sviluppo dei principali Paesi e livello mondiale.

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Come si sta comportando il tuo portafoglio?

Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

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