Il protezionismo non fa bene a nessuno, e i mercati lo sanno.
Dopo i dazi su acciaio e alluminio, Trump ha deciso di alzare la posta in gioco e puntare dritto al vero nocciolo della questione contro la Cina: difendere la proprietà intellettuale made in USA.
Ai nuovi dazi da 60 miliardi di dollari, la Cina non si poteva far cogliere impreparata (sarebbe stato un terribile segno di debolezza) e ha risposto in modo “pacato”, con contromisure sull’import americano da 3 miliardi di dollari.
Trump è un Presidente imprevedibile e non si può certo cercare di anticipare le sue mosse. La sua biografia ci dice che è un durissimo negoziatore, perciò non si può escludere niente. E poi la battaglia per il ridurre il deficit commerciale americano è solo all’inizio. La storia non lascia dubbi: il protezionismo ha solo effetti negativi, ma tutto sommato è ancora presto per correre ai ripari.
Wait and see
Al momento, in AdviseOnly, ci atteniamo al giudizio della FED: l’economia è in buona salute e non ci sono molti rischi che l’inflazione possa risvegliarsi all’improvviso. A queste condizioni la stretta monetaria dovrebbe proseguire come previsto (con altri due rialzi nel 2018) così come la riduzione di bilancio della banca centrale USA. Nulla di nuovo all’orizzonte.