Il clima politico si fa acceso in Europa e la politica monetaria va verso la normalizzazione, ma i mercati finanziari nel complesso tengono botta.
Punti chiave
- In Germania la Merkel vince ma non convince. Alle elezione tedesche i partiti tradizionali partiti perdono seggi, crescono invece gli outsider (verdi, liberali e gli ultraconservatori dell’AFD). Con i socialisti che passano all’opposizione, la Merkel è costretta a cambiare la coalizione di Governo. Da capire che cosa può cambiare per l’Europa e per la politica interna tedesca.
- La FED va dritta per la sua strada. La banca centrale statunitense ha deciso di ridimensionare il peso del bilancio. Ma gradualmente: entro fine anno dovrebbe aumentare i tassi di 25 punti base.
- La Cina fa i conti con il downgrade. Il rating sul debito sovrano della Cina scende da AA- ad A+. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha infatti operato il primo downgrade cinese dal 1999.
- La Spagna nel caos. La Catalogna ha votato SÌ al referendum (incostituzionale) per l’indipendenza. A rischio la stabilità politica dell’intero Paese?
Grafico del mese
I mercati sono uno strano animale e, di solito, chi ha la forza d’investire nei titoli a più alto rischio, con il giusto orizzonte temporale, si porta a casa degli eccellenti rendimenti.
Commento generale
Il giorno dopo la Brexit, in UK le gente è scesa in piazza per manifestare il proprio assenso o dissenso, ma terminato il momento di passione, si è subito capito che qualsiasi processo di riforma istituzionale richiede lunghe negoziazioni, e dunque pazienza e tempo.
Aspettiamoci qualcosa di simile in Spagna. La Catalogna si è espressa con un referendum ritenuto incostituzionale, ma molto sentito a livello locale. Probabilmente, chi ha perso veramente sono le istituzioni democratiche e la politica. Ora sia Madrid che Barcellona, hanno bisogno dell’Europa e di qualcuno che con un pizzico di fantasia politica riesca a far sedere allo stesso tavolo due posizioni che sembrano inconciliabili. Resta il fatto che, con la Spagna in subbuglio, con il processo Brexit in corso, e le tensioni con la Corea del Nord, lo scenario geopolitico si complica ulteriormente.
I mercati finanziari per ora rimangono del tutto indifferenti. Questa mattina, la Borsa spagnola ha infatti aperto in leggera perdita e lo spread Bonos-Bund è salito di qualche punto base, ma mantenendosi vicinissimo alla media storica dell’ultimo anno. Nulla fa presagire un cambio di direzione del mercato: presumibilmente è troppo presto perché i mercati traggano conclusioni concrete da questo rigurgito di tendenze populistiche e centrifughe che si sta manifestando in Europa.
Dopo il piattume nel mese di Agosto, le Borse sono tornate a salire, toccando nuovi massimi storici: l’86% degli indici dei Paesi Sviluppati monitorati si trovano vicino ai massimi storici; tale soglia scende al 65% se consideriamo i Paesi Emergenti. Paradossalmente, il maggiore beneficiario delle elezioni tedesche è proprio il Dax (+2,24%).
Come da manuale, la decisione della FED di ridimensionare il proprio bilancio ha fatto aumentare leggermente i rendimenti USA. Ma, nel complesso, i mercati obbligazionari chiudono un altro trimestre in positivo. Sul fronte valutario, dopo mesi di apprezzamento, l’euro si è preso una pausa e si è un po’ indebolito rispetto alle principali divise. Considerando l’indebolimento dello scenario politico europeo e la politica della FED sempre meno accomodante, la corsa dell’Euro iniziata nei mesi scorsi potrebbe proprio essere finita.
In termini di rischi sistemici, la lista dei fattori d’incertezza è lunga e apparentemente poco rassicurante, ma, allo stesso tempo, non è successo nulla di radicale da perturbare il clima favorevole che si respira sui mercati. In questa fase vendere asset rischiosi troppo in fretta non ci sembra sensato, perché a “rimanere fuori” in attesa di tempi migliori si rischia di rimanere inattivi a lungo (e perdere occasioni). Peraltro nessuna metrica di mercato segnala serie criticità:
- le valutazioni fondamentali sono ancora lontane da livelli davvero preoccupanti;
- il momentum della maggior parte degli asset rischiosi è più che decente;
- il Barometro del Rischio (che monitora i rischi sistemici) non segnala particolari tensioni, né a livello globale, né a livello di singole aree geo-politiche.
Dunque, in mancanza di fatti e numeri concreti, al momento preferiamo mantenere le posizioni, basate su valutazioni fattuali, peraltro con i rischi ben diversificati, cercando di non farci distrarre dal “rumore” di breve periodo e guardando più in là nel tempo.
Snapshot Mercati
Valutazione per asset class
La crescita degli indici azionari ha tolto un po’ di ossigeno alla valutazioni fondamentali, ma è migliorato l’abbrivio, cioè il momentum. Complessivamente sia in termini assoluti che relativi le valutazioni tra le varie asset class non sono cambiate: le commodities sono l’asset class con le migliori valutazioni seguite delle azioni, anche se complessivamente non esaltanti. Le valutazioni complessive dei mercati obbligazionari sono le peggiori.
[accordion title=” Come si legge il grafico?”]
Con l’analisi multicriteria sintetizziamo in un’unica matrice gli indicatori quantitativi che ci permettono di fare una prima scrematura sulle opportunità di mercato offerte dalle varie asset class: azioni, obbligazioni e materie prime. Ogni asset class viene analizzata in base a quattro criteri:
- rapporto prezzi/fondamentali (criteri Value);
- momentum a breve e medio termine;
- analisi del rischio sistemico;
- contesto economico.
In base al punteggio finale ricevuto, le asset class vengono classificate dalla più interessante alla meno interessante. L’analisi multicriteria è solo uno dei tanti strumenti di analisi che utilizziamo per leggere i mercati. Le scelte finali d’investimento vengono ponderate con l’analisi dello scenario di rischio prospettico e con un’overlay qualitativa (cioè ampie considerazioni non desumibili direttamente e semplicemente dai dati).
[/accordion]I portafogli
Nel mese di settembre i portafogli hanno guadagnato terreno grazie all’esposizione azionaria ed al recupero del dollaro USA. Da inizio anno, le performance sono prevalentemente positive con l’unica eccezione dei portafogli Reddito che perdono qualcosa in termini di crescita del capitale per via delle cedole/dividendi (si rammenta peraltro che l’obiettivo primario dei portafogli Reddito è proprio generare reddito integrativo grazie ai flussi di cassa associati a tali proventi).
[accordion title=”Portafogli Obiettivo”]Non abbiamo effettuato cambi di asset allocation.
[/accordion] [accordion title=”Portafogli Tematici”]
Non abbiamo effettuato cambi di asset allocation, solo una variazione “tecnica”: uno strumento del portafoglio Megatrend è stato eliminato per via del delisting deciso dalla casa di gestione (ISIN: IE00B2NPL135), e il peso è stato distribuito all’interno del portafoglio.
[/accordion]
[accordion title=”Portafogli Tattici”]
Non abbiamo effettuato cambi di asset allocation strategica, solo una variazione tattica: nel portafoglio a rischio alto e orizzonte superiore ai 3 anni abbiamo eliminato l’ETF legato all’India (ISIN: FR0010361683) per sostituirlo con un ETF legato alla Russia (ISIN: FR0010326140) che gode di migliori valutazioni.
[/accordion]
Avete altre domande? Avete bisogno di assistenza?
Scriveteci all’indirizzo: aotutor@adviseonly.com
Maurizio Ciceri / Ottobre 3, 2017
Buongiorno, leggendo l’articolo ho appreso che l’ETF IE00B2NPL135 ISHARES EM INFRASTRUCTURE UCITS ETF verrà delistato e che quindi il peso del suddetto ETF è stato distribuito all’interno del portafoglio MEGATREND. Io ho il suddetto portafoglio ma ho ancora all’interno l’ETF in questione e non ho avuto nessuna notifica di variazione portafoglio e tralaltro aprendo il portafoglio c’è l’indicazione di portafoglio aggiornato. Ho visto su Borsa Italiana che l’ETF verrà delistato tra 2 giorni, vorrei avere indicazioni su cosa fare… potete verificare e mandarmi la notifica? Grazie
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