Punti chiave
Brexit? Ennesimo rinvio. Saltata la scadenza del 31 ottobre, ora si dovrà attendere quella del 31 gennaio, con delle elezioni fissate per il prossimo 12 dicembre, di mezzo. Sono state settimane tormentate a Londra, tra sospensione del Parlamento e bocciatura di un accordo inizialmente siglato tra Londra e Bruxelles. Le prossime elezioni hanno sempre più l’aria di essere una sorta di referendum Brexit 2.0 e l’incertezza rimane (come sempre) alta.
Trade War cap. 1: c’è luce in fondo al tunnel? Forse siamo vicini alla conclusione di un primo accordo tra Trump e Xi Jinping. I due presidenti hanno concordato di cancellare i dazi per gradi, a seconda degli sviluppi dell’accordo, che dovrebbe essere siglato entro la fine dell’anno.
Trade War cap. 2: è il turno dell’Europa. Se il capitolo Cina – USA si avvia ad una conclusione, quello con l’Europa è appena iniziato. Il caso Airbus, in cui gli Stati Uniti accusano di “aiuti di stato” l’Europa nei confronti del gigante dei cieli francese a discapito dell’americana Boeing, ha portato all’introduzione di nuovi dazi per 7,5 miliardi di dollari USA di prodotti made in EU. Una decisione avallata anche dal WTO, che ha confermato la tesi statunitense sulla questione.
Grafico del mese
Aggiornamento trimestrali. I mercati corrono ma uno sguardo ai risultati delle trimestrali appena concluse ci può aiutare a rimanere con i piedi per terra. Guardando al mercato americano, il barometro di quello mondiale, arriva un chiaro messaggio: i risultati registrati hanno sì sorpreso positivamente le aspettative degli analisti, ma si confermano in contrazione. Entrando nel dettaglio dei risultati, gli utili nell’ultimo anno sono diminuiti del 2,4% in media. A registrare i risultati peggiori troviamo quei settori maggiormente esposti al commercio internazionale, mentre rimane positiva la dinamica per quei settori più “difensivi”. La Trade War pesa sui conti ma meno del previsto.
Commento generale
L’ingresso nell’ultimo trimestre permette di iniziare a tirare un primo bilancio sull’anno che si avvia alla conclusione. Avevamo iniziato il 2019 parlando di “economia mondiale in rallentamento” e lo chiuderemo allo stesso modo… con però qualche sprazzo di luce.
Tra i maggiori fattori del rallentamento troviamo la Cina che, alle prese con la Trade War e un’economia sempre più globale, ha per prima accusato le incertezze degli ultimi mesi. PMI, produzione industriale e PIL sono calati: a provare ad arginare questa caduta è dovuta intervenire la banca centrale del paese (come avviene nel resto del mondo) che ha operato una nuova iniezione di liquidità per 250 miliardi di yuan, l’importo più grande dallo scorso maggio. Tuttavia, gli indicatori relativi al prezzo dei metalli industriali nel paese e le recenti aperture su una possibile positiva conclusione della fase uno dei negoziati tra Washington e Pechino lasciano sperare per un moderata ripresa nei prossimi mesi, con conseguente beneficio per l’economia globale.
Un risultato di tutto interesse per il Presidente Trump. Infatti, l’appuntamento elettorale principale del prossimo anno saranno proprio le elezioni negli Stati Uniti. Trump, alle prese con lo scandalo Kiev-gate, avrà tutte le intenzioni di arrivare alla campagna elettorale forte di un accordo che dia un po’ di respiro al settore agricolo e manifatturiero del paese, tra i più colpiti della guerra dei dazi.
A beneficiare di una possibile ripresa per la Cina c’è anche l’Europa, dove la Germania è il primo paese ad accusare il calo delle esportazioni verso il gigante asiatico. In questa incertezza la BCE del neopresidente Christine Lagarde continuerà a seguire l’eredità del nostro Mario Draghi. Dopo la ripresa degli acquisti del QE e il taglio dei tassi, il mercato ora si attende un ulteriore mossa espansiva con una riduzione del tasso sui depositi già alla prossima riunione di dicembre. Lato FED invece, dopo il terzo taglio dell’anno e a seguito di dati economici migliori delle attese, Powell rimane in posizione attendista, rimandando (con tutta probabilità) al 2020 per un nuovo taglio.
Valutazione per asset class
La recente fase risk-on che perdura dalla fine dell’estate continua a rinvigorire i mercati finanziari. A spiccare su tutti sono i risultati dei mercati più stabili (sia in termini di valutazioni fondamentali che di momentum): Giappone, Europa e mercati emergenti. Peggiora la dinamica del mercato statunitense, le cui valutazioni continuano ad essere decisamente elevate rispetto alla media storica. In termini di asset class l’azionario rimane da preferire all’obbligazionario, spinto anche dai positivi risvolti in termini di Trade War. Ancora positiva la realtà per i metalli, soprattutto il segmento di quelli “preziosi”.
I portafogli
Le recenti positive settimane per l’azionario si riflettono anche nelle nostre soluzioni d’investimento maggiormente legate a questa asset class. Più deboli le soluzioni difensive, più esposte sull’obbligazionario e sulle materie prime (oro in particolare).
Entrando più nel dettaglio, spiccano positivamente le performance dell’azionario dei mercati emergenti, primo beneficiario della fase risk-on in corso. Su tutti, la piazza finanziaria di Mosca si conferma come uno dei mercati migliori del 2019. Sempre positiva la dinamica per l’azionario legato al fattore “quality” tra i mercati sviluppati che continua a beneficiare di un positivo momentum. Anche i numeri certificano l’ottimo stato di salute dei nostri portafogli: la performance media da inizio anno si attesta sul 12.5%, con le volatilità in calo su tutte le soluzioni.
A livello strategico le nostre soluzioni risultano allineate con i rispetti obiettivi d’investimento, mentre in chiave tattica le valutazioni del mercato nipponico rappresentano un’opportunità che abbiamo deciso di perseguire, inserendo uno strumento esposto su questo mercato nelle soluzioni più rischiose dei portafogli tattici. Questo prende il posto dell’ETF esposto sul mercato canadese che sì ha ben performato negli ultimi mesi, ma al momento presenta le valutazioni meno convenienti tra quelle degli strumenti presenti.
Avete altre domande? Avete bisogno di assistenza?
Scriveteci all’indirizzo: aotutor@adviseonly.com
Matteo / Novembre 13, 2019
Buonasera, grazie per il punto della situazione mensile, sempre molto interessante e utile.
Vorrei sapere dove indicate i dettagli dele variazioni apportate ai portafogli. Guardando gli Isin del portafoglio tattico non trovo il nuovo strumento indicato nell’articolo, relativo all’esposizione al mercato Giapponese.
Grazie
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Daniele D'Avino / Novembre 18, 2019
Buongiorno,
ti invito a controllare la pagina specifica sul nostro sito del portafoglio desiderato per scoprire le eventuali modifiche.
Grazie
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Ezio / Novembre 30, 2019
Qualche anno fa avevo sottoscritto un abbonamento AO TUTOR che poi non ho più rinnovato pur continuando a ricevere a vostra newsletter.
Visto la situazione dei mercati ormai saliti molto e diventati sempre più rischiosi ho pensato di valutare una nuova iscrizione .
Su vostro sito , rinnovato molto e devo dire un po dispersivo, non ho trovato nessuna indicazioni in merito a AO TUTOR , in particolare :
– il costo
– le indicazioni per iscriversi
– il contenuto della consulenza , che devo pensare migliorato .
– le differenze dei portafogli AOTUTOR rispetto a quelli gratuiti riportati su sito.
Mi potete dare delucidazioni in merito ?
Grazie
Ezio
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