Punti chiave
- BCE: tassi fermi per tutto il 2018. Come atteso dal mercato, il consiglio direttivo della Banca Centrale ha poi ribadito che, secondo le sue attese, i tassi di interesse di riferimento si manterranno “su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”. Confermato anche che gli acquisti netti di attivi nel quadro del programma di quantitative easing andranno avanti al ritmo mensile di 30 miliardi di euro fino alla fine di settembre 2018. O anche oltre, se necessario.
- La Brexit pesa sugli investimenti. Il Regno Unito potrebbe trarre vantaggio dalla crescita globale, ma per ora le aziende stanno frenando i piani di investimento, nell’attesa di vedere quali saranno le relazioni commerciali della Gran Bretagna dopo la sua uscita dall’Unione Europea. Questa la situazione in UK in attesa che nelle prossime settimane prenda il via la seconda fase dei negoziati sulla Brexit, dove si discuterà degli accordi economici “post divorzio”.
- I tagli alla produzione stanno funzionando. Il cartello dei Paesi produttori e altre nazioni che non vi partecipano, come la Russia, da un anno si sono impegnati a tagliare l’output per riequilibrare il mercato del greggio. L’accordo è stato esteso fino a fine 2018 e il prezzo del petrolio è salito ai massimi dal 2015. Sono inoltre emerse indiscrezioni secondo cui l’Arabia Saudita non esclude ulteriori proroghe. Nel frattempo, la produzione di shale oil americano non sembra preoccupare l’OPEC.
Grafico del mese
Chi non muore si rivede. Dopo anni di calma piatta la volatilità è tornata a mordere un po’: stiamo (finalmente) imboccando la strada della normalizzazione dei mercati finanziari?
Snapshot mercati
Il primo mese del 2018 si è chiuso positivamente per tutte le principali piazze finanziarie. Lodevole il rialzo del nostro Ftse Mib, rinvigorito anche dalle parole positive sulla ripresa economica spese dall’agenzia di rating Standard & Poor’s e dal Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia rimangono delle nubi di incertezza in vista delle prossime elezioni: il timore del Fondo è che il nuovo governo non si impegni come dovrebbe nell’implementazione delle riforme.
Neanche la decisa fase di apprezzamento dell’euro spaventa i mercati del Vecchio Continente, nonostante i timori espressi da Draghi nell’ultima riunione della BCE: +4% da inizio anno, ai massimi dal 2014. Per una moneta che si apprezza, un’altra si indebolisce: il dollaro USA infatti continua a perdere terreno, non solo contro l’euro, ma anche contro lo yen e la sterlina inglese. Al World Economic Forum di Davos sono emersi timori per quella che sembra una “guerra valutaria” tra le sponde dell’Atlantico, con lo stesso segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steve Mnuchin, che vede di buon occhio un dollaro più debole, ricordando che “fa bene al commercio degli Stati Uniti“.
Sul fronte obbligazionario, il 2018 ha portato con sé un po’ di “movimento”. Brusca risalita del rendimento del decennale tedesco, passato dallo 0,41% di dicembre all’attuale 0,75%; all’opposto il rendimento del nostro BTP è sceso fino a quota 1,95%, un movimento che ha determinato un ribasso dello spread, ora a 125 punti base, dai 148 di fine dicembre (alla faccia delle elezioni politiche italiane ormai in vista). Preme ricordare che dal mese di gennaio la BCE ha tagliato a 30 miliardi gli acquisti mensili di obbligazioni (governative e societarie), dai precedenti 60 miliardi, nell’ambito del quantitative easing previsto in conclusione il prossimo settembre: venendo a mancare la consistente domanda della banca centrale, i rendimenti obbligazionari ne risentono. Inoltre in Germania pesano ancora le difficoltà sulla formazione del governo di Grande Coalizione tra la CDU della Merkel e l’SPD di Shulz.
Valutazione per asset class
Il 2018 prosegue sulla strada segnata lo scorso anno. Le commodities continuano a essere l’asset class con le migliori valutazioni, trainate dalla dinamica positiva sul settore energetico e su quello dei metalli industriali. A seguire l’azionario si conferma in buona salute, per lo più in virtù di un ottimo momentum globalmente diffuso, mentre in termini di valutazioni il mercato risulta pressoché in linea con i valori d’equilibrio di lungo termine basati sui fondamentali. Le migliori opportunità del segmento rimangono sui mercati asiatici ed emergenti. Ancora negative le valutazioni complessive sul mercato obbligazionario, con il solo segmento corporate in grado di offrire spunti d’investimento rilevanti.
Dal fronte valutario merita un piccolo approfondimento la continua fase di rafforzamento della nostra moneta unica, non solo contro il dollaro USA ma anche nei confronti della sterlina inglese e dello yen giapponese. Tuttavia, osservando l’andamento della nostra moneta sia in termini di valutazioni che di momentum nel lungo periodo, emerge che l’euro continua a essere sottovalutato rispetto al dollaro e allo yen, mentre risulta sopravvalutato rispetto alla sterlina inglese e al dollaro australiano.
[accordion title=” Come si legge il grafico?”] Con l’analisi multicriteria sintetizziamo in un’unica matrice gli indicatori quantitativi che ci permettono di fare una prima scrematura sulle opportunità di mercato offerte dalle varie asset class: azioni, obbligazioni e materie prime. Ogni asset class viene analizzata in base a quattro criteri:- rapporto prezzi/fondamentali (criteri Value);
- momentum a breve e medio termine;
- analisi del rischio sistemico;
- contesto economico.
In base al punteggio finale ricevuto, le asset class vengono classificate dalla più interessante alla meno interessante. L’analisi multicriteria è solo uno dei tanti strumenti di analisi che utilizziamo per leggere i mercati.
Le scelte finali d’investimento vengono ponderate con l’analisi dello scenario di rischio prospettico e con un’overlay qualitativa (cioè ampie considerazioni non desumibili direttamente e semplicemente dai dati).
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I portafogli
Il mese di gennaio per i nostri portafogli è stato un mese “double-face”. Le soluzioni d’investimento maggiormente a carattere azionario hanno seguito il buon momentum del mercato chiudendo in territorio positivo. In leggero calo i portafogli Reddito, più esposti al segmento obbligazionario e al dollaro USA, le asset class in maggior difficoltà in questo avvio d’anno.
[accordion title=”Portafogli Obiettivo”]Non abbiamo effettuato variazioni di asset allocation.
[/accordion] [accordion title=”Portafogli Tematici”]Non abbiamo effettuato variazioni di asset allocation.
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[accordion title=”Portafogli Tattici”]
Non abbiamo effettuato variazioni di asset allocation.
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