“Banaloma” di grado zero: il 2013 potrebbe essere un anno non semplice per il risparmiatore.
Si prospettano, infatti, mesi non tranquilli. Certo, il clima finanziario è migliorato rispetto a un anno fa, ma la crisi dell’Eurozona e il problema del Fiscal Cliff costituiranno ancora i principali fattori di rischio percepiti sui mercati finanziari. Per non parlare della difficile congiuntura economica, specie in Europa. Non essendo questi problemi che si risolvono dall’oggi al domani, non ci sarebbe davvero da stupirsi se la prima parte del 2013 fosse caratterizzata da grandi oscillazioni ma, complessivamente, poca direzionalità (cresce tanto, poi decresce tanto).
Le valutazioni delle azioni in giro per il mondo sono mediamente piuttosto buone, con rapporti prezzi/utili in molti casi ancora bassi e buoni dividendi (soprattutto se paragonati al rendimento delle obbligazioni dei Paesi considerati più “sicuri”). Perché allora non provare a investire intelligentemente nei settori azionari? Naturalmente ci vuole una discreta propensione al rischio, ma certo non si parla di investire tutti i propri risparmi, bensì solo una porzione ridotta.
A questo punto serve qualche strumento per orientarsi tra i settori. Utilizzerò lo stesso tipo di approccio di cui mi ero servito in questo post sugli investimenti azionari nei vari Paesi, che vi invito a leggere, perché così evito di dilungarmi troppo nella spiegazione metodologica.
In breve, consideriamo i dieci settori a livello mondiale (secondo la classificazione GICS di MSCI) e li analizziamo in funzione di due grandezze super-classiche:
- le valutazioni, ossia il valore di mercato rispetto ai fondamentali, sintetizzati dal rapporto prezzo/utili aggregati (anche noto come “Price/Earnings” o P/E, che noi calcoliamo seguendo il metodo dei leggendari Graham & Dodd, cercando di “ripulire” il dato dal ciclo economico, oltre che tenendo conto delle differenze strutturali tra settore e settore);
- il “momentum”, vale a dire l’abbrivio del mercato, la sua forza inerziale, rappresentata dalle performance storiche a 12 mesi.
Come non mi stancherò mai di ripetere, una vasta serie di evidenze empiriche mostrano che in media (non sempre, è chiaro) gli investimenti “value”, quelli con buoni fondamentali rispetto al prezzo, hanno nel medio-lungo periodo performance migliori di altri. Evidenze simili sussistono per le attività con buone performance nel recente passato, ovvero con “momentum” positivo.
Ma ora guardiamo il grafico.
A mio modo di vedere, i settori azionari più attraenti sono quelli del quadrante in alto a sinistra, cioè Healthcare (Sanità), Consumer Staples (Beni di largo consumo e prima necessità), Industrials e Technology : “costano” relativamente poco e hanno un buon “momentum”, il che sostanzialmente vuol dire che c’è un trend d’acquisto. Siccome gli operatori sono in aggregato un po’ “pecoroni” e tendono ad imitare gli altri, ciò è positivo…
Per chi si sente di rischiare, ci sono poi i settori del quadrante in basso a sinistra. Sono quelli con poco “momentum” cioè, detto brutalmente, maggiormente in disgrazia, ma che presentano le migliori valutazioni. Non stupisce trovare in questo quadrante, oltre a Telecommunications, settori come Materials e Energy, particolarmente sensibili alla crescita economica.
Nel quadrante peggiore, quello in basso a destra, troviamo invece solo il settore delle Utilities (Servizi pubblici), relativamente costoso e con pochissimo “momentum”.
Infine, nel settore dei cari ma “trendy” troviamo Financials (dominato dalle grandi banche mondiali, soprattutto USA) e Consumer Staples (Beni di consumo durevoli).
Prima di chiudere, fatemi rinforzare un concetto: si tratta di valutazioni relative tra i vari settori, che però sono tutti piuttosto convenienti, perché secondo questo metro di valutazione “value/momentum” lo è tutto il mercato azionario. Per i dettagli tecnici (so che i financial geek tra voi lo apprezzeranno), rinvio ad un documento metodologico postato in Advise Only, accessibile a tutti, basta registrarsi gratuitamente.
Infine un invito ai lettori: visto che i settori mondiali sono ben coperti da ETF quotati su Borsa Italiana da varie case, tutti presenti nel database Advise Only, perché non provate a costruire un vostro portafoglio d’investimento che investe in settori e poi lo condividete sul nostro sito?
Ciascuno potrà leggere a modo suo le indicazioni del grafico e potrà assegnare i pesi ai settori in modo personale (per esempio equipesando i settori preferiti, utilizzando il metodo della massima diversificazione del rischio, o semplicemente a casaccio…).
Dai, vi aspettiamo in Advise Only!
Stefano Colucci / Dicembre 21, 2012
Bello Bello. Già stampato nota tecnica e paper Value momentum. Dopo un’attenta lettura nell’anno nuovo ci provo anche io a mettere su l’algoritmo!
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Michela Ortiz / Dicembre 27, 2012
Certo che se poco poco riparte l’economia, il settore Energy dovrebbe fare faville (letteralmente).
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Raffaele Zenti / Dicembre 28, 2012
Infatti è tra i settori più gettonati nei vari sondaggi di fine anno tra coloro che credono maggiormente in un vento di ripresa…
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