Sabato 7 ottobre, il gruppo islamista palestinese Hamas ha lanciato il più grande attacco militare contro Israele da decenni a questa parte, uccidendo centinaia di persone. Una tragedia umana, con inevitabili riflessi sui mercati.
Conflitto Hamas-Israele: impatto sul petrolio
Per i mercati, l’impatto più immediato del conflitto è stato finora sul prezzo del petrolio. Come evidenzia Gregor MA Hirt, Global CIO Multi Asset di Allianz Global Investors, i focolai geopolitici, in particolare quelli in Medio Oriente, di solito provocano un aumento dei prezzi del petrolio e questa volta non è stato diverso.
Finora il conflitto non ha immediatamente minacciato l’approvvigionamento di petrolio, ma un eventuale coinvolgimento dell’Iran nel conflitto comporterebbe il rischio di un’ulteriore escalation. Nel 2022 l’Iran ha prodotto il 4% e il Medio Oriente circa un terzo del petrolio mondiale.
Attualmente, l’Iran afferma di non essere coinvolto nell’attacco di Hamas, ma rimane un sostenitore chiave del gruppo.
I tagli all’offerta da parte dell’OPEC+
A settembre i tagli annunciati dai due Paesi leader di OPEC+, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori allargata alla Russia e ad altri alleati del “club” originale, hanno spinto oltre i 95 dollari al barile i prezzi, che poi hanno ripiegato per effetto delle preoccupazioni per l’economia globale e ora, appunto, potrebbero risalire di nuovo in scia al conflitto nell’area mediorientale.
Arabia Saudita e Russia hanno esteso i tagli alla produzione per un totale di 1,3 milioni di barili al giorno e difficilmente cambieranno rotta con lo scoppio delle ostilità e con la domanda stagionale di petrolio che potrebbe essere inferirore rispetto a quella del periodo estivo. E c’è già chi parla di prezzi sui 100 dollari al barile.
Fino a quando i prezzi potrebbero salire?
I prezzi del petrolio tendono a essere volatili e sebbene possano superare i 100 dollari nei prossimi mesi, è improbabile che rimangano a questo livello nel lungo periodo.
Si tratta di un prezzo elevato dal punto di vista storico. Tuttavia, è importante notare che i tagli alla produzione sono unilaterali, il che significa che la produzione potrebbe essere rivista per rispondere rapidamente alle condizioni di mercato in evoluzione.
Per esempio, i sauditi potrebbero aumentare la produzione se i prezzi del petrolio salissero a livelli che potrebbero peggiorare l’inflazione e il quadro economico globale.
E del resto le quotazioni rispondono a una serie di fattori che spesso, in qualche modo, si compensano: un inverno più mite attenua la domanda di combustibili e, di riflesso, la pressione sulle quotazioni; allo stesso tempo, uno scenario geopolitico complicato getta ombre sull’offerta di alcuni Paesi chiave (la Russia, per esempio, o l’Iran come in questo caso) ma al tempo stesso può pesare sull’andamento economico globale e quindi sulla domanda, con effetti, ancora una volta, di attenuazione sui prezzi.
La vita di tutti i giorni: altri fattori che influenzano i carburanti
Il prezzo della benzina sta aumentando rapidamente anche a causa di un altro motivo, non strettamente collegato al valore del petrolio: la politica monetaria europea.
La Banca centrale europea ha recentemente alzato i tassi di interesse, rendendo i prestiti più costosi e facendo scendere il valore dell’euro rispetto al dollaro (la moneta unica sconta le attese di conseguenze recessive della politica monetaria restrittiva in Europa).
Questo ha reso più costoso importare petrolio e ha quindi contribuito all’aumento dei prezzi della benzina. Le prospettive future per i prezzi del carburante dipendono da una serie di fattori, compresa la decisione della Bce sui tassi di interesse e quella della Federal Reserve negli Stati Uniti.
Le prospettive economiche in diverse regioni giocano un ruolo cruciale nel determinare i prezzi ma il mercato finanziario è un altro fattore che contribuisce all’aumento del costo del petrolio: gli investitori stanno riversando denaro nel settore, scommettendo che i prezzi continueranno a salire.
Santo / Ottobre 13, 2023
Ma in tutto ciò davvero il governo Italiano non può intervenire in alcun modo qualora i prezzi dovessero salire ancora?
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