Lo scenario geopolitico è ancora quello che è, e a questo negli ultimi giorni si è aggiungo l’altro scenario, quello bancario, con la notizia del deal in Europa tra Ubs e Credit Suisse. Tutto questo, però, non deve farci perdere di vista le buone notizie. Quali? Per esempio, che nelle ultime settimane il prezzo del gas naturale europeo è sceso al livello più basso dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, sostenendo le economie europee contro minacce come la crisi energetica e la crescita dell’inflazione.
Il prezzo di riferimento del gas è sceso anche sotto i 50 euro per megawattora per la prima volta in quasi 18 mesi, toccando i 48,90 euro per megawattora. Gli operatori ora segnalano una crescente fiducia nei Paesi europei per il futuro: la carenza di gas sembra un problema gestibile per l’Unione europea.
Per dare un riferimento, il gas naturale ha raggiunto un picco di oltre 300 euro per megawattora nell’agosto del 2022. Grazie al clima mite, agli ampi stoccaggi e agli sforzi per reperire forniture alternative, i prezzi in Europa sono crollati quasi dell’85% dall’agosto dello scorso anno, quando i tagli consistenti alle forniture russe hanno creato allarme per possibili blackout.
Buone notizie per il consumatore, meno buone per il fornitore
“Sembra che l’Europa sia riuscita a liberarsi dal gas russo”, ha dichiarato Henning Gloystein, della società di consulenza Eurasia Group. Secondo l’osservatore, il gas è “ancora costoso, ma non può più prezzare il rischio di una vera e propria carenza”.
E dal punto di vista del fornitore? Le entrate energetiche di Mosca, che inizialmente erano aumentate dopo l’invasione e avevano contribuito a finanziare l’offensiva militare del Cremlino in Ucraina, sono ora crollate. Il petrolio russo adesso viene scambiato con un forte sconto e i prezzi del gas non sono più abbastanza alti da compensare il calo dei volumi di esportazione del Paese.
Il crollo dei prezzi del gas ha anche alimentato le aspettative che i Paesi dell’Ue e il Regno Unito possano subire solo una lieve recessione quest’anno, o che possano evitare del tutto una contrazione. La Commissione europea afferma che il calo dei prezzi, unito alla spesa pubblica e a quella delle famiglie, abbia rafforzato le prospettive a breve termine.
È improbabile che le bollette delle famiglie scendano altrettanto rapidamente, ma il calo dei prezzi all’ingrosso dovrebbe alla fine tradursi in bollette più basse.
I rischi di una profonda recessione indotta dal gas sono calati
E tuttavia, va anche detto che i prezzi rimangono elevati rispetto ai livelli storici di circa 10-30 euro per megawattora. Secondo gli analisti, però, non rischiano più di innescare una profonda recessione. A pochi giorni dalla fine dell’inverno, i livelli di stoccaggio del gas in Europa, uno dei parametri chiave per evitare le carenze, si attestano ancora su livelli considerevoli. Si tratta di approvvigionamenti ben superiori a quelli normali per il periodo.
Gloystein ha sottolineato che la domanda di gas industriale in Europa è diminuita di circa il 20% nell’ultimo anno, senza un calo significativo della produzione manifatturiera, grazie alla maggiore efficienza e alle nuove fonti di energia. Il blocco ha anche incrementato le importazioni di gas naturale via gasdotto dalla Norvegia e di gas naturale liquefatto – una forma liquida e refrigerata di gas che può essere trasportata via mare con navi cisterna – soprattutto dagli Stati Uniti e dal Qatar.
Le previsioni meteorologiche a lungo termine prevedono ora un marzo relativamente mite che dovrebbe ridurre la domanda di riscaldamento. Secondo gli analisti, questo dovrebbe rendere relativamente semplice il rifornimento dei magazzini in vista del prossimo inverno, anche con forniture russe inferiori rispetto all’inizio del 2022.
Ma il calo dei prezzi potrebbe stimolare la domanda di gas in Asia
Tom Marzec-Manser, della società di consulenza Icis, ha tuttavia avvertito che il calo dei prezzi potrebbe iniziare a stimolare la domanda di gas in Asia, in particolare con la riapertura dell’economia cinese. “Sebbene i livelli di stoccaggio siano elevati in Europa e l’Asia non mostri la volontà di competere con l’Atlantico, il calo dei prezzi riaccenderà senza dubbio la domanda di gas, sia nel settore industriale che in quello energetico“, ha affermato. “Ciò significa che, mentre il Ttf [prezzo di riferimento, ndr] si sta abbassando, è improbabile che si ritorni ai prezzi del gas all’ingrosso pre-Covid”.