Care e cari investitori, fate molta attenzione al vishing. “In questi giorni”, avverte la Polizia Postale in un recente comunicato, “numerosi utenti stanno segnalando una nuova campagna di vishing finalizzata alla sponsorizzazione di siti che offrono servizi di trading online”. Ora, la domanda più che lecita potrebbe essere: che cos’è il vishing?
Vishing: che cos’è e come funziona
La parola “vishing” nasce dall’unione tra “voice” e “phishing”. Il vishing, infatti, somiglia all’altro trappolone, che è appunto il phishing, solo che vien fatto per telefono o attraverso messaggio vocale. Esattamente come il phishing, ha come obiettivo l’accesso ai soldi e/o ai dati personali delle persone prese di mira. In che modo? Mettendo in atto una subdola strategia per ottenere i dati delle loro carte di credito o le credenziali per entrare nel loro conto corrente.
Ma se il phishing si realizza soprattutto tramite messaggi di posta elettronica ingannevoli (tipo quando vi arriva una e-mail che sembra spedita da un istituto finanziaro o da un altro sito web istituzionale che vi chiede di cliccare sul link e poi inserire i vostri dati riservati di accesso al servizio), il vishing viene perpetrato, come dicevamo, mediante servizi di telefonia.
Come funziona la trappola più recente?
“L’utente”, spiega la Polizia Postale nella sua nota, “viene contattato telefonicamente da un falso consulente finanziario che lo convince a investire i suoi risparmi online. Dopo aver investito una prima somma di denaro, gli apparenti alti guadagni ottenuti in poco tempo convincono la vittima a versare ulteriori somme di denaro“.
Ma nel momento in cui l’utente prova a riscattare i ricavi dei suoi investimenti, continua la Polizia Postale nella sua nota, “gli viene comunicato di dover pagare delle tasse di svincolo”. Ed è a quel punto che il falso consulente si rende irreperibile. All’utente vengono bloccate le credenziali di accesso alla piattaforma. Insomma, addio soldi.
Come difendersi dalle trappole?
Prima di investire online, la Polizia Postale consiglia di consultare il sito della Consob per verificare la reale esistenza e l’abilitazione alla professione della società che propone il contratto. Per fortuna c’è Consob, ma i primi a difendervi dovete essere voi stessi. Sempre.