I fatti salienti della settimana
Punto di partenza? Nuova impennata delle infezioni da Covid in Cina, con gente a casa e conseguente crollo dei viaggi e dell’attività economica. Un’ondata spinta dallo stop ai controlli in chiave zero Covid.
E un triplo salto carpiato indietro di tre anni: si parla di nuovo di ospedali affollati e di code alle pompe funebri, nonostante i bassissimi decessi ufficiali comunicati da Pechino.
La guerra continua. Un grande tema, nel 2023 come nel 2022, sarà la guerra russa all’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto pressioni sul Congresso Usa per ottenere carri armati, aerei e altre armi contro l’invasione.
Mosca, dal canto suo, continua a tenere aperto il dialogo con Pechino, che dal canto suo punta a colloqui di pace, e cerca l’appoggio della Bielorussia, mentre continua ad agitare lo spettro nucleare.
Price cap sul gas. Lo scenario geopolitico continua a pesare sui prezzi delle materie prime. Ed è proprio in questi giorni che le nazioni europee hanno raggiunto un accordo per fissare un tetto massimo ai prezzi del gas naturale a 180 euro.
Il meccanismo di correzione del mercato del gas – una misura temporanea volta a prevenire oscillazioni estreme dei prezzi – si applicherà per un anno a partire dal 15 febbraio. Il tetto massimo è significativamente più basso di una precedente proposta della Commissione europea.
Banca del Giappone shock. Il governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda ha scioccato i mercati modificando il programma di controllo della curva dei rendimenti della banca centrale e provocando un balzo dello yen e dei rendimenti a pochi mesi dalla data prevista per le sue dimissioni.
La BoJ consentirà ai rendimenti dei titoli decennali giapponesi di salire a circa lo 0,5%, rispetto al precedente limite massimo dello 0,25% della sua fascia di movimento. La banca centrale ha dichiarato che la mossa rafforzerà la sostenibilità del suo allentamento monetario.
Intanto i prezzi al consumo a novembre hanno registrato una crescita del +3,7%, il tasso più alto dal 1981.
Obiettivo liquidità. La People’s Bank of China, dal canto suo, ha emesso 85 miliardi di yuan tramite pronti contro termine, 9 miliardi con scadenza a sette giorni e 76 miliardi con scadenza a 14 giorni. Tasso invariato, rispettivamente al 2% e al 2,15%. Obiettivo dichiarato: mantenere una ragionevole e sufficiente liquidità nel sistema bancario a fine anno.
Pil a confronto. Nel terzo trimestre il Pil americano è cresciuto del +3,2%, oltre le previsioni degli analisti. Ciò confermerebbe che l’economia Usa può sopportare la stretta della Fed.
PCE in rallentamento. Nuovi segnali positivi sono arrivati poi nella giornata di venerdì dall’indicatore PCE, che misura le spese personali delle famiglie americane. Secondo i dati diffusi dal Bureau of Economic Analysis, Personal Consumption Expenditures price index è aumentato del 5,5% su anno a novembre, in rallentamento rispetto al +6,1% segnato a ottobre. La variazione su mese è stato invece dello 0,1% dopo il +0,9% del mese precedente e contro il +0,2% stimato dagli analisti.
Dal canto suo, il Pil del Regno Unito si è contratto dello 0,3%: peggior risultato tra i Paesi del G7.
Fiducia tedesche. L’indice Ifo è salito dall’86,4 di novembre all’88,6 di dicembre, malgrado la crisi energetica e l’aumento dell’inflazione.
Come si sono mossi i mercati
Niente rally natalizio per l’azionario. L’ultima settimana prima della (breve) pausa festiva è iniziata con un’intonazione positiva, dopo la pesante ondata di vendite della settimana precedente.
Con il susseguirsi dei giorni, però, la cautela è tornata a prevalere, specialmente a seguito di una carrellata di dati arrivati dagli Stati Uniti che hanno certificato la solidità del mercato del lavoro e dell’economia, scatenando la preoccupazione di una Fed aggressiva ancora a lungo.
Effetto Covid. Anche le piazze asiatiche si muovono in calo nell’ultima seduta della settimana, mentre i listini europei procedono con cautela, frenate dall’umore grigio di Wall Street ma anche dal nuovo aumento delle infezioni in Cina.
Bilancio del mese. Tutto l’ultimo mese del 2022 è stato contrassegnato dal segno meno sui mercati statunitensi ed europei: dall’inizio di dicembre l’indice S&P 500 ha ceduto oltre il 6% e l’Eurostoxx50 il 3,5%, sempre sull’onda delle solite paure, interconnesse tra loro: inflazione, recessione e politiche monetarie restrittive delle banche centrali.
Perché adesso il gas scende? Intanto i prezzi del gas continuano a scendere da lunedì, quando è stato annunciato l’accordo sul price cap europeo. Dopo avere ceduto oltre il 30% in quattro sedute, i contratti scadenza sulla piattaforma Ttf di Amsterdam viaggiano nella mattinata di venerdì intorno agli 88 euro al megawattora.
Il calo, ripetono ormai da giorni gli osservatori, è dovuto anche agli stoccaggi pieni e alle temperature più miti del previsto nel Vecchio Continente, al buon afflusso di gnl dagli Stati Uniti e alla ventosità che favorisce la produzione di elettricità con le rinnovabili.
E il petrolio? Venerdì mattina il petrolio Brent con scadenza a gennaio quota circa 81 dollari al barile, mentre la stessa scadenza del Wti è scambiata intorno ai 78 dollari al barile.
Spread stabile. In un contesto di debolezza per il reddito fisso europeo, lo spread tra Btp decennale italiano e Bund tedesco di pari durata rimane stabile intorno ai 211 punti base.
Giappone sotto la lente. Il rendimento a due anni è salito sopra lo zero per la prima volta dal 2015, avvicinando la fine dell’era globale dei rendimenti negativi.
La mossa della BoJ non è stata priva di conseguenze neanche sul fronte valutario: spettacolare discesa del cambio dollaro-yen.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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FTSE MIB | 0.37% | -3.15% |
MSCI Europe | -0.55% | -1.94% |
S&P 500 | -1.39% | -7.23% |
Nikkei | -1.26% | -2.23% |
Shanghai Composite CSI 300 | -2.62% | 0.99% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio anno |
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10-yr yield on Italian Bond (BTP) | 4.46% | 1.17% |
10-yr yield on US Treasuries | 3.67% | 1.51% |
10-yr yield on German Bund | 2.35% | -0.18% |
10-yr yield on Eurozone bonds | 2.35% | -0.18% |
Spread Btp-Bund | 210.97 punti | 58.41% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
---|---|---|
Oro | 54.35 eur/gr (1.10%) | 0.09% |
Petrolio Wti | 80.16 usd/barile (2.43%) | -3.55% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
---|---|---|
Cambio Eur/Usd | 1,0621 (-0.47%) | 3.07% |
Cambio Eur/Gbp | 0,8795 (1.09%) | 1.80% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 23/12/22.
I market movers della prossima settimana
Domenica 25 dicembre inizia la settimana del Santo Natale. Comunque la pensiate a riguardo, il team di AdviseOnly vi augura buone feste. E vi segnala, in settimana, l’aggiornamento sull’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero a dicembre in Cina. A risentirci presto!